CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Freelance 25 Nov 2009

Il direttore del Messasggero scrive ai collaboratori: "Ragazzi mi dispiace ma vi tagliamo i compensi del 10%" I cococo delle Marche replicano: "Riduzione retroattiva di compensi regolarmente pattuiti tra le parti, quindi illegittima"

Roberto Napolitano, direttore del Messaggero, ha spedito il mese scorso ai collaboratori del quotidiano, una letterina in cui si dice di essere costretti a richiedere ai collaboratori una riduzione de monte compensi pari al 10 per cento. Tale riduzione dei campensi si renderebbe necessaria per fronteggiare la crisi. Immaginabile la reazione dei cococo e collaboratori a vario titolo inquadrati, che gia faticano a raggiungere un minimo vitale, di fronte e tale imposizione. Pubblichiamo cortese lettera di risposta al direttore firmata da alcuni collaboratori del Messaggero delle Marche in  accordo con il Sigim.

Roberto Napolitano, direttore del Messaggero, ha spedito il mese scorso ai collaboratori del quotidiano, una letterina in cui si dice di essere costretti a richiedere ai collaboratori una riduzione de monte compensi pari al 10 per cento. Tale riduzione dei campensi si renderebbe necessaria per fronteggiare la crisi. Immaginabile la reazione dei cococo e collaboratori a vario titolo inquadrati, che gia faticano a raggiungere un minimo vitale, di fronte e tale imposizione. Pubblichiamo cortese lettera di risposta al direttore firmata da alcuni collaboratori del Messaggero delle Marche in  accordo con il Sigim.

Egregio direttore, abbiamo ricevuto la sua lettera con la quale ci chiede un contributo personale straordinario rinunciando al 10% dei compensi in pagamento. Una richiesta che ci ha indignato e non poco amareggiato sia per forma che per contenuto. Nella lettera non viene specificato a partire da quando verrà applicata la decurtazione dei compensi ma solo fino a quando, ovvero “sino alla fine dell’anno”. Possiamo quindi solo supporre, visto che l’ultima busta paga è dell’agosto scorso e la data di ricevimento della lettera è del 26 ottobre 2009, che la riduzione riguardi le prestazioni erogate a partire da settembre. Prestazioni che sono state già regolarmente eseguite e pubblicate e per le quali eravamo ignari del loro mutato valore economico. Ciò non può che significare che tale riduzione è stata applicata retroattivamente e in modo unilaterale, contravvenendo così alle basilari norme che regolano i contratti. Il codice civile parla chiar l’articolo 1325 prevede come requisito fondamentale l’accordo delle parti non solo per la costituzione del contratto ma anche per eventuali modifiche, prima che queste possano essere applicate. Lei ci parla di “contributo personale per lo stato crisi”, ma neppure uno stato di crisi può bastare a giustificare una manovra di questo tipo. Manovra che, come se non bastasse, ci è stata comunicata in modo tutt’altro che chiaro. Vorremmo inoltre ricordare nell’occasione che, solo a causa delle storture del sistema e della mancata applicazione del nuovo contratto, che prevede anche per i collaboratori il pagamento dei compensi a 30 giorni dalla consegna degli articoli, i compensi di settembre e ottobre 2009 non ci sono ancora stati pagati. La sua lettera parla inoltre di una riduzione “limitata nel tempo”, e cioè fino alla fine dell’anno. Ma chi ci assicura che dal 1° gennaio 2010 si torni davvero alle precedenti tariffe? E se così non fosse, visto il precedente, saremmo legittimati a supporre che ci sarebbe comunicato con le medesime modalità, ovvero con un colpevole e irrispettoso ritardo come quello che ha connotato questa vicenda. Ci teniamo, inoltre, a evidenziare pur comprendendo le difficoltà da lei menzionate, che ci è del tutto impossibile fare ulteriori sacrifici in aggiunta a quelli che già sosteniamo da tempo. Parliamo dell’ammontare dei compensi, fermo già da cinque anni a fronte di un costante aumento del costo della vita, delle spese sostenute ogni giorno e mai rimborsate per telefonate, spostamenti in auto, della reperibilità notturna e festiva garantita pur senza ricevere il compenso adeguato e dovuto. Siamo fiduciosi di ricevere tempestivamente una sua risposta con la quale ci comunichi la revoca della riduzione dei compensi da lei annunciati. E, siamo allo stesso modo fiduciosi, che venga compreso anche lo spirito di questa nostra iniziativa. Iniziativa che ha totale approvazione e sostegno del Sigim che, dal canto suo, ha fatto sapere, nella figura del segretario Roberto Mencarini, di aver già provveduto a contattare il presidente nazionale dell’Inpgi Camporese per verificare che il taglio dei compensi annunciati ai collaboratori de Il Messaggero non sia una manovra messa in atto dall’azienda per coprire le spese per il pagamento dei contributi ai collaboratori, da gennaio 2009 a carico del committente e non più del collaboratore. Se così fosse il danno sarebbe doppio per i collaboratori con partita Iva che non rientrano nelle nuove disposizioni contributive. Una simile manovra, se accertata, sarebbe subito sanzionata.

 Ringraziando anticipatamente si porgono cordiali saluti

Alcuni   collaboratori delle Marche    

@fnsisocial

Articoli correlati