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Freelance 24 Gen 2009

Il quotidiano La Provincia di Como raddoppia la tariffa per le foto scattate dai collaboratori scriventi da due euro e mezzo a cinque, un dramma per fotoreporter

Sono di nuovo in allarme i fotoreporter delle varie edizioni de "La Provincia" di Como. A preoccuparli, molto giustamente, è il fatto che l'amministrazione del quotidiano ha deciso di raddoppiare i compensi per le foto pagati sino ad ora ai collaboratori "scriventi" del giornale.

Sono di nuovo in allarme i fotoreporter delle varie edizioni de "La Provincia" di Como. A preoccuparli, molto giustamente, è il fatto che l'amministrazione del quotidiano ha deciso di raddoppiare i compensi per le foto pagati sino ad ora ai collaboratori "scriventi" del giornale.

Ora le immagini pubblicate verranno retribuite ai "cococo" cinque euro tondi contro i circa due euro e cinquanta del passato. Il perché della scelta dell'editore è piuttosto evidente : incentivare l'apporto di foto ottenute a bassissimo costo dagli autori delle notizie scritte in modo da ridurre al minimo l' informazione visiva prodotta dai fotoreporter professinisti e ottenere così un risparmio tra i cinque e i quindici euro per ogni foto pubblicata. L'azienda infatti paga attualmente ai suoi fotoreporter - tutti cosiddetti freelance - compensi che, pur essendo quasi irrisori, variano tra i dieci e i venti euro per ogni foto concretamente utilizzata. Questo nuovo allarme per i fotoreporter de "La Provincia" - una ventina di colleghi sparsi tra Como, Lecco, Varese e Sondrio - si inserisce in una situazione di deriva che negli ultimi sette anni ha visto letteralmente decimati i fatturati coi quali, a suo tempo, gli stessi colleghi riuscivano invece a vivere più o meno dignitosamente. Nei mesi scorsi infatti aveva già rappresentato un'ennesima "stangata" il passaggio del giornale al formato tabloid che, volere o volare, ha tolto moltissimo spazio al numero delle foto che vengono ogni giorno pubblicate. In precedenza, con una operazione graduale, l'azienda aveva inoltre già ridotto le tariffe ed aveva abolito qualsiasi genere di rimborso spese. La notizia del raddoppio della tariffa pagata per le foto ai collaboratori "scriventi" si è diffusa in questi ultimi giorni dopo che il direttore risorse umane dell'azienda, Vito Bottari, ha inviato a tutti i "cococo" del giornale una comunicazione, datata 5 gennaio, nella quale si annuncia l'entrata in vigore retroattiva ( dal primo dell'anno ) di un nuovo tarifarrio perv le collaborazioini. Tra l'altro si tratta di compensi stabiliti unilateralmente dai vertici del quotidiano e che, fatta eccezione per quelli delle foto, ridimensionano anche drasticamente verso il basso le tariffe già in uso, facendo sorgere pure il sospetto che con questa iniziativa l'editore abbia voluto attenuare, pescando nelle tasche dei collaboratori, il maggior carico di costi che da quest'anno dovrà subire per via degli aumenti dei contributi previdenziali obbligatori per l'Inpgi 2 e , soprattutto, dei nuovi criteri di ripartizione dei versamenti : due terzi a carico dell'azienda, anziché il semplice 2 per cento sul lordo della prestazione pagato sino ad ora. Dopo la diffusione della notizia, i colleghi fotogiornalisti hanno investito del problema il Cdr del giornale. " La prossima settimana ci informeremo a fondo su quanto sta accadendo - ha assicurato al Gsgiv dell'Alg, nel pomeriggio di oggi, Pier Carlo Battè, uno dei tre sindacalisti dell'organismo di base de "La Provincia" - Poi valuteremo bene come muoverci". Quanto sta accadendo ora nel giornale di Como non è però un fulmine a ciel sereno e non stupisce. Il fenomeno del "tutti fotoreporter" è da anni sotto gli occhi di chiunque, assieme al fatto che il fotogiornalismo di cronaca verrà sempre più prodotto direttamente dagli stessi autori delle notizie scritte, cronisti di staff compresi. E' giusto? E' sbagliato? Che fare? Forse è ora che i nostri organismi di categoria comincino a porsi seriamente qualche domanda su questo tema. Non sono più problemi all'orizzonte del giornalismo del futuro. A Como e anche altrove, il futuro è già arrivato nel presente con tutto il suo bel carico di incubi. Saluti, Amedeo Vergani, presidente Gsgiv dell'Alg Milano, 23 gennaio 2009

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