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Un momento del presidio a Roma
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Iniziative 03 Mag 2022

Libertà  di stampa, Giulietti: «Cronisti nel mirino perché 'illuminano' regimi, guerre e malaffare»

Il presidente Fnsi a Roma al sit-in nei pressi dell'Ambasciata russa contro l'invasione dell'Ucraina e il bavaglio imposto ai media indipendenti russi e bielorussi promosso in occasione della Giornata mondiale della libertà  di stampa con, fra gli altri, Amnesty International, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo21.

«Croniste e cronisti vengono minacciati e uccisi perché le luci dell'informazione impediscono trame e traffici che hanno bisogno del buio. Noi siamo qui per non dimenticare i loro nomi e le loro storie e per rendere omaggio a chi ha pagato con la vita la passione per il mestiere di informare o è finito in carcere per aver illuminato le oscenità dei regimi». È uno dei passaggi dell'intervento con cui il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, apre il presidio organizzato in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa insieme con Amnesty International Italia e associazione Articolo21 nei pressi dell'Ambasciata della Federazione Russa, a Roma.

«I dati del Consiglio d'Europa – cita Giulietti – registrano un incremento del 41 per cento delle minacce e anche in Italia, in base ai dati più recenti del ministero dell'Interno, gli atti intimidatori nei confronti dei cronisti sono cresciuti del 42 per cento rispetto al 2021. Oggi non mancheranno le dichiarazioni pubbliche di solidarietà del governo e delle forze politiche, ma mi permetto di ricordare che l'Italia non vuole approvare la legge sulle querele bavaglio, non vuole approvare la regolamentazione dell'equo compenso, con centinaia di croniste e cronisti che vengono pagati 5 euro lordi, non ha mai approvato le norme sulla tutela delle fonti e ha 30 cronisti sotto scorta, dato più alto in Europa. Sarebbe dunque auspicabile che invece della solidarietà arrivasse la votazione delle leggi».

Al fianco del sindacato dei giornalisti e degli altri promotori dell'iniziativa, a ricordare – cartelli alla mano – i nomi dei reporter uccisi nei conflitti degli ultimi anni, in Siria come in Ucraina o in Georgia, e dei colleghi e delle colleghe in prigione in Bielorussia e in troppi altri Paese del mondo, anche l'Usigrai, l'Ordine nazionale e regionale dei giornalisti, croniste e cronisti della Rete NoBavaglio, dell'associazione Giulia Giornaliste, rappresentanti della comunità bielorussa a Roma, del mondo politico, dell'associazionismo.

«Siamo qui – prosegue il presidente della Fnsi – anche per protestare contro l'invasione dell'Ucraina e contro il bavaglio imposto ai media indipendenti russi e bielorussi. All'ambasciatore russo in Italia, che poco tempo fa ha scagliato una querela bavaglio con il quotidiano La Stampa e i suoi giornalisti, dico: siamo e saremo al fianco dei colleghi in ogni sede».

La segretaria del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Paola Spadari, ribadisce la «solidarietà a chi rischia la vita per raccontare cosa accade in Ucraina. La comunità dei giornalisti – rileva – è unita per difendere il diritto di informare e ad essere informati». Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, ricorda i cronisti incarcerati in tutto il mondo e «le tante vittime del conflitto in Siria, i reporter nelle carceri di Assad e di Lukashenko, colleghi e colleghe – conclude – cha hanno perso la vita in Ucraina» e rilancia l'appello di papa Francesco: "Fermatevi! La guerra è una follia".

Solidarietà anche da parte del presidente dell'Ordine del Lazio, Guido D'Ubaldo, mentre Lidia Galeazzo, dell'esecutivo Usigrai, evidenzia che «non può esserci stampa libera se ci sono le minacce ai cronisti, le paghe da fame, i conflitti di interesse, le querele bavaglio». Riccardo Cristiano, dell'associazione Amici di padre Paolo Dall'Oglio, ricorda le vittime del conflitto siriano; Marino Bisso della Rete NoBavaglio la figura di Stefano Rodotà, Roberto Natale, già presidente della Fnsi, la collega Anna Politkovskaja. Antonella Napoli, del direttivo di Articolo21, fa il punto sulla situazione in Africa.

Le storie dei reporter di inchiesta arrestati per il loro lavoro, dei media indipendenti bielorussi costretti a spostare le redazioni all'estero e del sindacato bielorusso dei giornalisti, cui l'Unesco ha tributato quest'anno il premio 'Guillermo Cano' per la libertà di stampa, sono al centro dell'intervento delle rappresentanti dell'associazione dei bielorussi in Italia.

A Vincenzo Vita il compito di rilanciare la mobilitazione per la scarcerazione di Julian Assange, battaglia che sarà al centro di una manifestazione di Amnesty International Italia nei prossimi giorni sotto l'Ambasciata del Regno Unito, come annuncia in chiusura di presidio Riccardo Noury, che anticipa anche la mobilitazione già in programma per venerdì 5 maggio sempre nei pressi dell'Ambasciata russa. 

Chiude Flavio lotti, coordinatore del Comitato promotore della marcia PerugiAssisi, rilanciando l'appello alla pace del pontefice e chiedendo all'informazione di dare «la parola alla pace, perché le guerre, tutte le guerre – rileva – sono un crimine contro l'umanità».

@fnsisocial

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