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Alcuni momenti del convegno
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Manifestazioni 09 Mar 2017

L'informazione tra algoritmi, 'bufale' e post-verità : solo il giornalismo di qualità  può salvare i media

Se oggi la velocità  è il messaggio, come si può garantire una buona informazione? Gli ingredienti di una possibile ricetta restano il pluralismo delle fonti, la trasparenza dei media e la credibilità  e serietà  dei giornalisti. «Serve un nuovo patto sociale», ha auspicato Derrick de Kerckhove, in Fnsi per il convegno organizzato con TuttiMedia, Upa, Fieg, Agi e Media Duemila.

Se oggi la velocità è il messaggio, come si possono svolgere tutte le operazioni di verifica necessarie a garantire la "bontà" di una notizia? I tre ingredienti che possono contribuire ad una pur parziale ricetta sono: pluralismo delle fonti, credibilità dei giornalisti e trasparenza dei media. Questi i tre concetti che quasi tutti i relatori intervenuti oggi in Fnsi hanno citato nelle rispettive analisi.

L’occasione è stato il convegno "C'è un passato nel nostro futuro? Informazione fra libertà, regole, post-verità e menzogne", organizzato nella sede del sindacato in collaborazione con Osservatorio TuttiMedia, Upa, Fieg, Agi e con la rivista Media Duemila.

Il confronto è partito con i saluti di Paolo Butturini, della segreteria della Fnsi, che ha racchiuso il senso del suo intervento in una metafora: «L’informazione è l’aria che respira la democrazia. Ed è sempre più inquinata». Immagine che la presidente della Rai, Monica Maggioni, ha ripreso nella riflessione sul ruolo dell’informazione, e nello specifico, del servizio pubblico nella costruzione di una società democratica.

Ricordando la responsabilità della Rai nel veicolare valori condivisi, con formule, linguaggi e toni adatti al mezzo – ma soprattutto – alla funzione sociale dell’emittente (dei messaggi), la presidente Maggioni ha ribadito che «il servizio pubblico ha una responsabilità aumentata che va verificata di continuo. Tra i credibili deve essere il più credibile, tra i responsabili il più responsabile e tra gli urlatori, se possibile, quello che urla di meno».

Sulle fake news si è soffermato il sociologo Derrick de Kerckhove: «Fanno presa perché sono funzionali alla creazione di consenso. Dicono alla gente quel che la gente vuol sentirsi dire. Difficile smontarle con la logica, anche perché la rete è un luogo popolato di emozioni che viaggiano in real time: troppo veloci per poter essere analizzate. Per questo serve un nuovo patto sociale tra i giornalisti e l'opinione pubblica».

Giornalisti, comunicatori e rappresentanti delle organizzazioni che si occupano di comunicazione hanno confermato, ognuno dal suo particolare punto di vista, i concetti richiamati per tutto il convegno: informazione di qualità; serietà del lavoro di verifica; indipendenza e pluralismo; credibilità, «e per essere credibili i giornalisti devono saper essere imparziali quando guardano ai fatti» (Luciano Fontana); l’esigenza di «abitare i social network pensandoli come luoghi veri, benché virtuali» (Marco Bardazzi); disintermediazione: «Le notizie oggi inseguono i giornalisti, ma anche i cittadini. In questo contesto non c’è più chi fa le domande e il potere è passato a chi fa vedere di avere le risposte» (Marco Tarquinio).

Anche se in realtà le piattaforme usate per scardinare ogni mediazione fanno esattamente quello: da intermediari tra le persone (o meglio: tra i loro account) ponendosi come canali che offrono all’utente l’illusione di poter scegliere cosa condividere senza intromissioni, salvo poi suggerire con sofisticati algoritmi cosa leggere e condividere.

C’è stato chi, come Riccardo Luna, ha osservato che «oggi la vera echo chamber è quella in cui vivono i giornalisti che si parlano addosso» e ha esortato i colleghi a riportare i fatti al centro delle notizie e ad uscire dalla torre d’avorio e andare a portare l’informazione di qualità là dove sono i lettori.

Concetto ripreso anche dal Garante per la privacy, Antonello Soro, che ha chiuso la tavola rotonda invitando giornalisti e media a prendere coscienza del fatto che «la dimensione digitale è la vita reale» e ad entrare nel dibattito digitale con l’autorevolezza del loro ruolo e con l’umiltà di lasciare le scrivanie e le poltrone per confrontarsi con i cittadini, popolo del web e non.

E declinare così in forme nuove il ruolo che il giornalismo ha sempre avuto nella società: quello di in-formare i cittadini e dar loro gli strumenti critici necessari a poter esprimere democraticamente il potere che la società gli attribuisce.

MULTIMEDIA
Ci volesse approfondire trova i video del convegno sulla pagina Facebook di MediaDuemila.

@fnsisocial

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