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Osservatorio sui media 05 Lug 2005

Media: per i quotidiani Usa meno lettori e più profitti

Diminuiscono i lettori, aumentano i profitti. Questo, in sintesi, il bilancio dell’industria dei quotidiani Usa tracciato dal rapporto “The State of the News Media 2005”, diffuso dai ricercatori della scuola di giornalismo della Columbia University.

Diminuiscono i lettori, aumentano i profitti. Questo, in sintesi, il bilancio dell’industria dei quotidiani Usa tracciato dal rapporto “The State of the News Media 2005”, diffuso dai ricercatori della scuola di giornalismo della Columbia University.

(Astro9colonne) - New York, 5 lug – Diminuiscono i lettori, aumentano i profitti. Questo, in sintesi, il bilancio dell’industria dei quotidiani Usa tracciato dal rapporto “The State of the News Media 2005”, diffuso dai ricercatori della scuola di giornalismo della Columbia University. Dal 1990 a oggi, i quotidiani hanno perso all’incirca l’1% dei lettori ogni anno. Negli ultimi sei mesi la “fuga” è stata più accentuata, con un saldo negativo dell’1,9%. Peggio di tutti ha fatto il Los Angeles Times, abbandonato dal 6,5% del proprio pubblico. Ma ciò nonostante, l’industria dei quotidiani resta una miniera d’oro: nel 2004 i profitti sono aumentati del 22,9% e per l’anno in corso le previsioni della Columbia University sono di un ulteriore, sensibile incremento. Il business resta più che soddisfacente grazie agli investimenti pubblicitari, che continuano a privilegiare i quotidiani. Dei 141 miliardi di dollari spesi l’anno scorso, il 20% è andato a questi ultimi, il 18% alle grandi reti televisive, il 17% ai periodici, il 12% alle tv via cavo e il 6% a Internet. La performance del Web – che in un anno ha visto incrementare gli introiti pubblicitari del 30% - è legata allo straordinario successo dei blog. Non tutte le previsioni, per la vecchia carta stampata, sono però positive. Un report della banca d’affari Goldman Sachs, ad esempio, sconsiglia investimenti in titoli del settore e Dow Jones – proprietaria tra l’altro del Wall Street Journal - non ha difficoltà ad ammettere un calo della pubblicità, nel primo trimestre, superiore al 10%. I grandi editori stanno puntando molto sulle campagne d’immagine, per convincere il pubblico che chi legge i giornali non è “out”. Ma soprattutto stanno investendo sui siti internet, per catturare i giovani che ai fogli preferiscono il mouse.

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