Quasi uno ogni due giorni. Nei primi tre mesi del 2025 sono ben 42 gli episodi di intimidazioni nei confronti di giornalisti segnalati dalle forze di polizia e censite nel report periodico curato dal Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza della Direzione centrale della Polizia Criminale.
Un dato che certifica il netto aumento della violenza contro gli operatori dell'informazione (+61,5%) rispetto allo stesso periodo del 2024, quando i casi registrati erano stati 26.
In vetta alla classifica delle regioni 'più pericolose' per i cronisti si trovano Lombardia, Calabria e Campania, seguite da Lazio ed Emilia Romagna: in queste 5 regioni si sono verificati 32 episodi (il 76,2% del totale). Le province in cui è stato rilevato il maggior numero di casi sono Roma, Napoli e Cosenza (con 5 episodi), poi Monza-Brianza e Milano, con 3 eventi ciascuna.
Dei 42 episodi segnalati, 10 sono stati perpetrati via web (mail e/o social); 10 sono state le aggressioni fisiche, 8 le minacce verbali, 3 i casi di danneggiamenti, 11 le intimidazioni tramite scritte ingiuriose/minacciose.
Il 71,4% degli episodi ha visto coinvolti, in qualità di vittime, 30 professionisti dell'informazione, di cui 11 donne (36,7%) e 19 uomini (63,3%). I restanti 12 (28,6%) sono riconducibili a minacce aventi come obiettivo sedi di redazioni giornalistiche, troupe non meglio specificate, generici attacchi rivolti alla figura del giornalista (ad esempio striscioni esposti durante eventi sportivi).
Il report del Viminale specifica, infine, che la matrice dei 42 episodi è riconducibile per 7 episodi a contesti di criminalità organizzata, 17 a contesti Socio/Politici, 18 ad altri contesti. (mf)