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Freelance 07 Lug 2009

Norma contro la stabilizzazione dei precari. La Corte Costituzionale prepara bocciatura del provvedimento. La Fnsi: gli editori si assumano le loro responsabilità

La Corte Costituzionale - secondo quanto appreso dall'ANSA - si avvia a dichiarare l'illegittimità della norma anti-precari adottata con la manovra dell'agosto 2008 per arginare gli effetti dei numerosi ricorsi dei lavorati a termine nelle Poste

La Corte Costituzionale - secondo quanto appreso dall'ANSA - si avvia a dichiarare l'illegittimità della norma anti-precari adottata con la manovra dell'agosto 2008 per arginare gli effetti dei numerosi ricorsi dei lavorati a termine nelle Poste

 La decisione è stata presa in un delle ultime camere di consiglio della Consulta che nei prossimi giorni depositerà le motivazioni. Ad essere stato bocciato è l'art. 4 bis del decreto legislativo 368 del 2001 introdotto dal decreto fiscale della scorsa estate. Secondo la Corte - si è inoltre appreso - la norma sarebbe irrazionale e in contrasto con il principio di uguaglianza (art. 3 della Costituzione). L'articolo 4bis che si avvia a cadere sotto la scure della Consulta prevede che, in caso di violazione delle legge in materia di contratto di lavoro, al lavoratore con un giudizio pendente alla data del 22 agosto 2008 non spetti l'assunzione a tempo indeterminato e il risarcimento delle retribuzioni maturate bensì un indennizzo di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di sei mensilità dell'ultima busta paga. Il diritto all'assunzione non viene toccato, invece, per chi ha deciso di fare causa dopo il 22 agosto. In questo modo, però, secondo i giudici costituzionali, si verrebbe a creare una disparità di trattamento, perché situazioni di fatto assolutamente identiche sono state regolate in modo ingiustificatamente diverso per la semplice e del tutto casuale circostanza della pendenza di un giudizio a una determinata data. Se i giudizi pendenti si risolveranno in futuro a favore dei precari, la decisione della Corte Costituzionale costerà inevitabilmente un danno economico notevole a Poste Spa. Ma non solo. La norma anti-precari, pensata principalmente per le Poste, di fatto ha coinvolto anche altri settori del lavoro a tempo determinat durante l'udienza pubblica a palazzo della Consulta, lo scorso 23 giugno, erano presenti gli avvocati di elettricisti, giornalisti etc. Verò è però che dei 19 ricorsi alla Corte Costituzionale, la maggior parte erano di Tribunali di tutta Italia dinanzi ai quali pendevano centinaia di casi di precari delle poste (che nella misura del 15% dell'organico possono essere assunti a tempo e non oltre 4-6 mesi). La Corte - si è inoltre appreso - avrebbe deciso solo per l'illegittimità dell'art.4 bis, dichiarando invece inammissibili o infondate le richieste di censura di altre norme. Le motivazioni della sentenza saranno scritte dal giudice costituzionale Luigi Mazzella e depositate nei prossimi giorni. (ANSA). “La notizia che la Corte Costituzionale avrebbe dichiarato illegittima la norma “ammazza precari”, decisa l’anno scorso con decreto legislativo del Governo, è un severo richiamo a riconsiderare i diritti del lavoro nella loro integrità. E il diritto al posto, maturato attraverso ripetuti contratti di precariato, non può essere scambiato con un indennizzo come ha preteso un anno fa la norma, ora avviata alla solenne bocciatura. Anche per i giornalisti la notizia sulla decisione della Consulta è di grande rilevanza. Richiama gli editori ad assumersi pienamente le loro responsabilità, a fare impresa impiegando al meglio le risorse professionali. Un giornalista eternamente precario è sempre un giornalista ricco di dignità ma costretto ad una condizione di disagio che ne condiziona autonomia e libertà. E’ arrivato il tempo di fare le cose possibili, certamente secondo le compatibilità delle imprese, ma guardando alla valorizzazione dei progetti e delle risorse professionali impiegate nel modo corretto. Il pesante contenzioso del precariato dei giornalisti, alla luce delle valutazioni della Corte Costituzionale, dovrà essere coerentemente rivisitato

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