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L'Ast al fianco dei giornalisti di Antenna Radio Esse di Siena (Foto: valdelsa.net)
Associazioni 24 Feb 2020

Antenna Radio Esse Siena, Ast: «Pronto il ricorso in tribunale contro il licenziamento dei giornalisti»

L'annuncio dato dal presidente dell'Assostampa, Sandro Bennucci, nel corso di un incontro in Comune. «Abbiamo ribadito la volontà  del sindacato di tutelare fino in fondo i colleghi e fatto appello all'amministrazione affinché possano essere riconosciute le loro legittime aspettative», ha spiegato.

«Dopo l'impugnazione, sta per essere presentato anche il ricorso al tribunale del lavoro contro il licenziamento, del tutto illegittimo, dei tre giornalisti storici di Antenna Radio Esse di Siena». L'annuncio è stato dato lunedì 24 febbraio dal presidente dell'Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, ricevuto in Comune a Siena.

«L'appuntamento – spiega una nota del sindacato regionale – era con il sindaco, Luigi De Mossi che, a causa di un contrattempo dell'ultimo minuto, ha fatto ricevere il presidente Ast dal capo di gabinetto e dal segretario generale del comune, ai quali è stata riassunta la situazione: Antenna Radio Esse ha licenziato i tre giornalisti storici, dopo decenni di appassionato impegno professionale, motivando la decisione con la soppressione del posto di lavoro. Viceversa, da subito, l'emittente ha ripreso a fornire notiziari senza i tre giornalisti».

Il presidente Bennucci, prosegue l'Assostampa, «ha anche escluso che ai tre colleghi possa essere stata fatta una proposta alternativa al licenziamento: sicuramente ciò non è avvenuto nelle uniche occasioni deputate, ossia durante le due trattative al tavolo istituzionale della Regione».

L'Associazione stampa toscana, «manifestando pieno rispetto per la famiglia del fondatore di Antenna Radio Esse, e rinnovando il profondo cordoglio per il doppio lutto che l'ha colpita, ha ribadito la sua volontà di tutelare fino in fondo i colleghi licenziati e ha rivolto anche al comune di Siena la richiesta di solidarietà e collaborazione, affinché – conclude l'Ast – possano essere riconosciute le loro legittime aspettative».

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