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Governo 12 Ott 2009

Attacco del Premier al Corriere: La Fnsi: "Le notizie non sono né di destra né di sinistra"

“Non si riesce proprio a capire perché il Presidente del Consiglio ogni giorno debba mettere addosso una maglietta politica a qualcuno. Meglio se questo qualcuno è un giornale o un giornalista per additarlo, anche indirettamente, come nemico. Il Corriere della sera è, e resta, un grande giornale nazionale; è un grande giornale del nostro Paese, punto e basta, che ha un ruolo fondamentale nel nostro sistema d’informazione.

“Non si riesce proprio a capire perché il Presidente del Consiglio ogni giorno debba mettere addosso una maglietta politica a qualcuno. Meglio se questo qualcuno è un giornale o un giornalista per additarlo, anche indirettamente, come nemico. Il Corriere della sera è, e resta, un grande giornale nazionale; è un grande giornale del nostro Paese, punto e basta, che ha un ruolo fondamentale nel nostro sistema d’informazione.

 Oggi il premier lo ha indicato come un quotidiano diventato di sinistra, e quindi automaticamente un avversario. D’ora in poi dovremo immaginare che le notizie sono di destra o di sinistra a seconda che piacciano o meno a lui. È un ragionamento che non tiene. Se ci sono notizie che il Corriere della sera ha pubblicato l’unico metro di giudizio sarebbe quello di valutare la fondatezza delle notizie stesse. A meno che non si voglia a tutti i costi dividere il mondo in due categorie: nemici o sudditi. Il Presidente del consiglio si tranquillizzi, i giornalisti non sono né nemici né schiavi”.      

BERLUSCONI: SIDDI, BENE CONFRONTO GIORNALI PURCHE' SU IDEE

SEGRETARIO FNSI INTERVIENE SU QUERELLE REPUBBLICA-CORRIERE

 

ROMA, 12 OTTOBRE - ''Il confronto tra giornali c'è sempre stato e ogni volta che si è sviluppato con idee forti e toni civili tutto il sistema dell'informazione ne ha tratto giovamento e il pluralismo ha avuto modo di dar luce alle sue energie''. È l'opinione del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, sulla querelle scoppiata negli ultimi due giorni tra Repubblica, il Fatto e Corriere della Sera.

''Mi pare che, nonostante l'asprezza del confronto che si è aperto sul piano delle linee editoriali - commenta Siddi - siamo ad una tonalità ben diversa da chi cerca invece di costruire anche le notizie sulla base di una tesi carica di sentimenti e di vendetta, come è accaduto per il caso Boffo. Il nostro deve rimanere un interesse alto per il rispetto delle opinioni, la circolazione delle idee di tutti e soprattutto la disponibilità delle notizie, che non sono né di destra né di sinistra.

Semmai - insiste il segretario della Fnsi - penso che sia un bene per l'Italia che due grandi giornali siano capaci di informare l'opinione pubblica e allo stesso tempo di alimentare il confronto delle idee''.

Siddi è convinto che ''il buon giornalismo debba avere sempre tra le sue regole fondamentali il fatto che le notizie si pubblicano anche se sono negative rispetto alla linea politica o alla politica di chi eventualmente un singolo giornale vuol sostenere. Per quanto ci riguarda, ritengo che sia stato un bene aver suscitato, anche con la manifestazione del 3 ottobre, la coscienza civile del Paese sui temi dell'informazione, della sua qualità, del suo reale pluralismo, delle condizioni di indipendenza o interferenza che la angosciano. Il dibattito di questi giorni - conclude - conferma la rilevanza di questi temi e l'importanza che ciascuna funzione nel nostro Paese eserciti il suo ruolo senza improprie invasioni di campo''.

Ieri il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, ha criticato il pezzo firmato sabato da Ferruccio De Bortoli: ''Mi procura sincero dolore - ha scritto Scalfari - un giornale liberale ridotto a pietire un riconoscimento al merito dal peggior governo degli ultimi 150 anni di storia patria, Mussolini escluso. E ridotto ad attaccare noi di 'Repubblica', faziosi e farabutti per definizione, per marcare la propria differenza''. Anche Marco Travaglio, dalle colonne del Fatto quotidiano, ha attaccato la linea tenuta da De Bortoli sulle notizie relative al premier Silvio Berlusconi.

Oggi, in prima pagina sul Corriere, la precisazione del direttore: ''Un giornale non è un partito'', avverte De Bortoli, sottolineando che ''l'informazione è corretta se fornisce al lettore tutti gli elementi necessari per formarsi, in piena libertà e senza condizionamenti, un'opinione. Non lo è quando amplifica o sottostima una notizia chiedendosi prima se giova o no alla propria parte o al proprio padrone. Ed è quello che sta accadendo oggi''. Poi, a pagina 12, la risposta a Travaglio (''Non condivido in nulla il modo di fare giornalismo di Travaglio, ma ne difendo la libertà di espressione'') e a Scalfari: il direttore del Corsera definisce ''ingiusto e insultante'' l'editoriale del fondatore di Repubblica.
''Scalfari - scrive - tenta di delegittimarmi moralmente perché non abbiamo seguito il suo giornale, querelato il premier, e non siamo scesi in piazza sotto le bandiere di un partito o di un sindacato''. (ANSA)

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