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Governo 04 Mag 2010

Berlusconi: "In Italia c'è troppa libertà di stampa" e innesca un'altra polemica con le opposizioni

«Se c'è una cosa che è sotto gli occhi di tutti» è che in Italia «c'è fin troppa libertà di stampa». La battuta pronunciata da Berlusconi davanti ad Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, nella sala dei galeoni a palazzo Chigi, innesca una nuova polemica con l'opposizione pronta a dare battaglia.

«Se c'è una cosa che è sotto gli occhi di tutti» è che in Italia «c'è fin troppa libertà di stampa». La battuta pronunciata da Berlusconi davanti ad Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, nella sala dei galeoni a palazzo Chigi, innesca una nuova polemica con l'opposizione pronta a dare battaglia.

Una affermazione fatta in occasione della presentazione del rapporto Ocse sulla capacità di risposta alle catastrofi naturali, in cui c'è una valutazione favorevole del nostro Paese. All'indomani della bocciatura contenuta nel rapporto di Freedom House, che vede il nostro Paese al 72esimo posto nel mondo in fatto di libertà di stampa e al 24esimo tra le 25 nazioni dell'Europa occidentale, il capo del governo italiano non si lascia sfuggire l'occasione per una nuova bacchettata. E lo fa approfittando della presentazione del rapporto Ocse, commissionato dal governo italiano, sul sistema della protezione civile italiano e sulla capacità di risposta alle catastrofi naturale, rapporto molto favorevole all'Italia.
Al segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Gurria, Berlusconi si rivolge per ringraziarla: per «l'oggettività della vostra ricerca». «Altre volte abbiamo avuto degli esami fatti al nostro sistema e cito l'ultimo fatto sulla libertà di stampa e ci siamo visti mettere in situazione di grande distanza dai primi: ora credo che se c'è una cosa in Italia che è sotto gli occhi di tutti e su cui c'è la sicurezza di tutti è che abbiamo fin troppa libertà di stampa:credo che questo sia un fatto che non è discutibile».
Affermazioni, queste del premier, subito contestata dalle opposizioni: «Ci risiamo», rileva il responsabile dell'informazione del Pd, Matteo Orfini «si sapeva già che Berlusconi è ossessionato da stampa e televisione, visto che passa le giornate a lamentarsi contro i giornalisti non graditi e a telefonare a esponenti dell'Authority per le telecomunicazioni al fine di condizionare i contenuti delle trasmissioni. Ma stavolta è andato ancora oltre». Orfini ricorda al premier che la libertà di informazione in democrazia «non è mai troppa. Soprattutto in Italia, visto che secondo l'annuale rapporto di Freedom House siamo l'unico Paese della zona euro ad essere classificato come parzialmente libero (partly free) e ci attestiamo così ancora una volta oltre la settantesima posizione, a pari merito con India e Benin, dietro persino al Cile e alla Corea del Sud»
. E anche Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, ha ricordato al premier che «l'Italia in materia è in fondo alla classifica dei paesi più sviluppati». E che «dal 1994, e cioè dalla discesa in campo di Berlusconi», c'è un «rapporto anomalo e singolare tra la politica e l'informazione, che esiste tuttora».
Durissima la replica del presidente dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro: Berlusconi «vorrebbe realizzare un sistema fascista e piduista senza voci libere». (ANSA)

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