CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Associazioni 05 Mar 2009

La denuncia dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Assostampa della Liguria: un carabiniere in borghese si infiltra e documenta con telecamera la conferenza stampa del Sindacato di Polizia

“L’attività di intelligence da parte di una forza dell’ordine nei confronti del sindacato di un’altra forza dell’ordine, svolta durante una conferenza stampa, si commenta da sola, ma è oltretutto offensiva nei confronti del lavoro dei giornalisti” scrive Attilio Lugli, presidente dell’Ordine dei giornalisti.

“L’attività di intelligence da parte di una forza dell’ordine nei confronti del sindacato di un’altra forza dell’ordine, svolta durante una conferenza stampa, si commenta da sola, ma è oltretutto offensiva nei confronti del lavoro dei giornalisti” scrive Attilio Lugli, presidente dell’Ordine dei giornalisti.

“Torna a ripetersi in questi ultimi tempi una vecchia pratica: “cronisti” sconosciuti che compaiono con telecamerina, registratore, taccuino accanto ai giornalisti e fotogiornalisti (conosciuti e “veri”, dipendenti o freelance) durante occupazioni universitarie, cortei sindacali, manifestazioni varie e, adesso, anche le conferenze stampa” scrive Marcello Zinola, segretario dell’Assostampa della Liguria. “Cronisti” particolari che sono appartenenti alle forze dell’ordine, come segnalato negli ultimi tempi da molti colleghi e che si intrufolano. Nella confusione e nelle situazioni più critiche l’uno o l’altro dei giornalisti (veri) pensa che sia un nuovo collega. Invece no. L’ultimo caso, quantomeno stamane. Ad una conferenza del Sap, il sindacato autonomo di polizia, oltre ai giornalisti veri e conosciuti, c’era la solita presenza di un giornalista “finto” (un appartenente all’Arma). Una situazione degna delle vignette di Chiappori degli anni Settanta in cui le diverse forze dell’ordine si controllavano tra di loro anche con episodi grotteschi? Può darsi, ma l’episodio di stamane, conferma la delicatezza della situazione. Un fatto grave, ripetutosi negli ultimi tempi. Presenze che hanno creato problemi, creato disagi a chi esprimeva opinioni o commenti, creato disagi anche a molti e più giovani colleghi, un po’ meno “scafati” e magari in difficoltà a dire o chiedere “scusa collega (…), per chi lavori tu?” Un fatto grave riferito al controllo verso chi esprime in una conferenza stampa idee, fatti, opinioni e spesso esposti o denunce e verso chi deve fare informazione, porre domande. Che le nuove norme sulle intercettazioni sottintendano questo tipo di “ascolto” e di classificazione – come accadeva un tempo – di chi parla, scrive, fotografa, video riprende? Vorremmo tutti credere che così non è, ma il ripetersi di questi episodi certamente non induce a essere fiduciosi. Ai colleghi, vecchi e giovani, l’invito a denunciare queste situazioni e in presenza di giornalisti “finti”, a denunciarlo pubblicamente durante le varie occasioni di lavoro in cui si trovano controllati e, di fatto, in qualche modo schedati. Il sindacato dei giornalisti e le istituzioni della categoria saranno sempre con loro.

@fnsisocial

Articoli correlati