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Anna Del Freo, al megafono, e Paolo Perucchini (Foto: Alg)
Giornalisti in piazza a Milano (Foto: Alg)
Associazioni 24 Nov 2017

Milano, giornalisti in piazza contro il crollo dell'occupazione. Perucchini: «Il governo dia delle risposte»

«Il tema dei diritti è strettamente legato a quello delle libertà . Un giornalista impoverito e precario non può garantire un'informazione libera e di qualità », ha detto Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta della Fnsi. All'iniziativa anche l'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli.

Il crollo dell'occupazione – 3.500 dipendenti in meno in 5 anni a livello nazionale, 800 fino a ora quest'anno -, la sensibile riduzione dei salari falcidiati da stati di crisi con cassa integrazione, solidarietà e prepensionamenti, la talvolta drammatica condizione dei collaboratori pagati 5 euro a pezzo. Sono stati questi i temi al centro della manifestazione alla quale hanno preso parte oltre 300 lavoratori organizzata dall'Associazione lombarda dei giornalisti (Alg), questa mattina, in piazza della Scala a Milano. Nella regione cardine dell'editoria i contratti di lavoro dipendente erano 5.114 nel 2012. Oggi, nel 2017, sono 4.301. Una perdita del 16%.

All'iniziativa – molti giornalisti sono intervenuti da un palco parlando con il megafono – ha preso parte anche l'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli che ha precisato: «Ho sempre pensato a questi temi, solo che prima avevo un altro ruolo».

«Dobbiamo ritrovare un orgoglio di categoria – ha sottolineato Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta della Fnsi -. Ricordiamoci che il tema dei diritti è strettamente legato a quello delle libertà e un giornalista impoverito e precario non può garantire un'informazione libera e di qualità».

«Chiediamo che si torni a ritenere 'strategico' il settore dell'informazione nelle politiche economiche di sviluppo e del lavoro di questo Paese. La riforma della legge sull'editoria appena varata non è sufficiente. Chiediamo al Governo interventi non per nuove espulsioni, ma per nuovi investimenti e nuova occupazione. In assenza di ciò un intero comparto industriale e l'informazione rischiano di scomparire», ha detto Paolo Perucchini, presidente dell'Alg.

«Per la prima volta dopo anni siamo in piazza. E lo siamo oggi perché il mondo dell’informazione e l’industria dell’editoria siano esse cartacee, radiotelevisive e digitali, sono ad un punto di svolta. È ormai un decennio – ha aggiunto il presidente Perucchini – che il nostro settore, l’editoria e il giornalismo, è afflitto dalla morsa di una crisi che non molla la presa. Con l’aggravante che il sistema dell’editoria che qui, in Lombardia, ha il cuore pulsante a livello nazionale, è sempre più schiacciato da un problema di identità. Perché i prodotti editoriali da troppo tempo non riescono a reggere la prova del mercato. Perché gli editori non puntano più su nuovi prodotti e progetti di qualità, ma sembrano impegnato solo a "resistere" attraverso tagli economici mirati al costo del lavoro quando non direttamente all'occupazione. Perché sono pochi gli investimenti messi sul tavolo nel nostro settore. Perché sono pochissime le idee nuove che emergono. Per anni gli editori ci hanno detto che la qualità non paga. Agli editori non importava cosa offrivano al lettore, cosa vendevano: l’importante era dare al lettore qualcosa che costasse poco produrre. Questa filosofia è purtroppo ancora dominante. È diventata il mantra dei manager. Occorre tagliare e basta».

Per Perucchini questo «è un errore fondamentale, si sta tagliando il ramo su cui tutto il sistema è seduto. Le aziende – ha osservato ancora – hanno ormai ridotto tutte le voci di spesa. Si è partiti con la riduzione dei costi inutili, poi la carta, le spese di stampa giungendo all’assurdo che non si fanno più nuovi prodotti perché costano. Non si "tira più" per paura di una copia di reso: si preferisce non andare in edicola per stampare di meno. E chi se ne importa se non si va sul mercato: di sicuro si è guadagnato perché non si ha speso. Ovunque si è tagliato anche sul costo del lavoro giornalistico».

Mentre sul precariato dilagante, secondo il presidente della Lombarda «dobbiamo dire stop al precariato dilagante, basta ai co.co.co. utilizzati come lavoratori dipendenti nelle redazioni, basta alle false partite Iva o al diritto d’autore come scelta sostitutiva dei redattori articoli 1, ai corrispondenti, al lavoro part-time».

In piazza anche i temi delle querele temerarie, del bavaglio al diritto di cronaca, del contrasto alle fake news. E poi: futuro, lavoro, retribuzione, dignità, diritti e contratto. «Solo l’esistenza del contratto è la giusta tutela di chi lavora: anche tra chi fa informazione. Dentro e fuori le redazioni tradizionali. Così come nel giornalismo online e negli uffici stampa pubblici e privati, ambiti questi che ancora oggi non hanno una loro dignità contrattuale. Ma a cui è necessario, al più presto, garantirla. LAssociazione Lombarda dei Giornalisti – ha concluso Perucchini – c’è. Noi giornalisti lombardi abbiamo già rimboccato le maniche. Siamo pronti per affrontare le sfide del futuro e il domani del giornalismo moderno».

@fnsisocial

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