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Fnsi 20 Feb 2004

Perù: Assassinato un giornalista a Yungay

Perù: Assassinato un giornalista a Yungay

Perù: Assassinato un giornalista a Yungay

Reporter senza frontiere condanna fermamente l’assassinio di Antonio de la Torre Echeandia, giornalista di Radio Orbita, a Yungay (a 400 km a nord di Lima). L'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa chiede alle autorità politiche e giudiziarie di non tralasciare nessuna pista nell’inchiesta per identificare i mandanti di questo assassinio. Antonio de la Torre Echeandia, è stato aggredito da due individui armati di pugnale mentre stava uscendo da una riunione privata, iI 14 febbraio 2004. Prima di essere soccorso il giornalista ha avuto il tempo di identificare uno dei suoi aggressori e di rivelarne il nome ai testimoni presenti al fatto. Antonio de la Torre Echeandia è morto subito dopo nell’autoambulanza che lo conduceva in ospedale. Grazie alle dichiarazioni della vittima, la polizia è riuscita ad arrestare uno degli autori del crimine: Hipólito Casiano Vega Jara, autista del sindaco di Yungay, Armando Leon Leon, presente alla riunione da cui usciva il giornalista prima di essere ferito a morte. Secondo i testimoni, il giornalista ucciso e Hipólito Casiano Vega Jara avrebbero avuto un pesante alterco nel corso della riunione. Anche il sindaco sarebbe stato presente al momento del violento diverbio. Armando Leon Leon, che da allora ha lasciato Yungay, è considerato dalla popolazione locale come l’istigatore dell’assassinio del giornalista. Secondo le informazioni riportate dalla stampa locale, il 17 febbraio scorso gli abitanti hanno murato gli accessi al Comune di Yungay per impedire al sindaco di entrare nel suo ufficio e hanno chiesto alle autorità competenti di rimuovere il primo cittadino dalle sue funzioni. Antonio de la Torre Echeandia aveva introdotto da qualche giorno nel suo programma di informazione una nuova rubrica dal titolo "Con verdad y justicia" ("Con verità e giustizia"), nella quale criticava la gestione degli affari pubblici e dava spazio alle denunce, a volte piuttosto virulente, degli ascoltatori. Secondo le informazioni raccolte dall’Istituto stampa e società", un’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa con sede in Perù, il giornalista aveva ricevuto minacce già diversi mesi fa. Le intimidazioni arrivavano al giornalista per posta o per telefono alla radio nel corso dei "microfoni aperti" con gli ascoltatori. Il 22 novembre 2003 era stato picchiato da un funzionario dell’amministrazione comunale. Il 15 ottobre il giornalista era stato vittima di un attentato incendiario (con esplosivo) presso il suo domicilio e aveva sporto denuncia senza però indicare responsabilità precise per quell’episodio.

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