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L'ingresso del tribunale di Roma
Diffamazione 15 Nov 2022

Processo per diffamazione contro Saviano, i legali di Giorgia Meloni: «Valutiamo il ritiro della querela»

Fuori dall'aula, a Roma, anche il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. «Saremo presenti a ogni udienza per ribadire il nostro no ad ogni azione legale bavaglio», l'annuncio. Lo scrittore: «Credo di avere il record di individuo più processato da questo governo». Il procedimento aggiornato al 12 dicembre.

Si è aperto martedì 15 novembre 2022, a Roma, il processo contro Roberto Saviano accusato di diffamazione nei confronti dell'attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Saviano durante una puntata della trasmissione Piazzapulita su La7 sul tema dei migranti, a dicembre 2020, si era riferito alla leader di Fratelli d'Italia chiamandola "bastarda". L'indagine era stata avviata dopo una querela presentata da Meloni e nel novembre 2021 il gup di Roma ha disposto il rinvio a giudizio per lo scrittore.

«La querela nasce dal livore utilizzato. Io ho insegnato a mio figlio che la parola "bastardo" è un'offesa. Valuteremo comunque se ritirare la querela», ha affermato l'avvocato Luca Libra, legale della presidente del Consiglio, prima di entrare in aula.

«Mi ritrovo oggi qui e ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne», ha detto Saviano al termine dell'udienza. Una dichiarazione che avrebbe voluto leggere in aula e che invece ha letto fuori dal tribunale ai cronisti.

«Dinanzi ai morti, agli annegamenti, all'indifferenza, alla speculazione, soltanto poco più del 10% dei migranti vengono salvati dalle Ong, e tanto basta per aver generato un odio smisurato verso di loro e verso i naufraghi stessi, dinanzi a quella madre che ha perso il bambino, io non potevo stare zitto. Non potevo accettarlo», ha anche sottolineato Saviano. «Credo – ha commentato lo scrittore – di avere il record di giornalista, personalità, individuo più processato da questo governo».

Fuori dal tribunale erano presenti, fra gli altri, Kasia Smutniak, gli scrittori Sandro Veronesi, Michela Murgia, Nicola Lagioia, il direttore de La Stampa Massimo Giannini, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.

«Siamo qui oggi per esprimere solidarietà e vicinanza a Roberto Saviano e saremo qui presenti ad ogni udienza per fare da scorta mediatica e ribadire il nostro fermo no ad ogni querela bavaglio», il messaggio del presidente Giulietti.

@fnsisocial

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