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Emittenza nazionale 25 Giu 2013

Siddi: c'è qualcuno in Italia che vuol fare come in Grecia? Taglieremo le unghie ai rapaci del servizio pubblico tv

“Chi ha assistito allo scempio della Tv Greca cancellata tra la notte e la mattina dal Governo, vissuta dai cittadini come un furto durante il sonno, non metterebbe mai in discussione il servizio pubblico televisivo, il suo ruolo, la sua funzione nazionale. Cosa diversa ovviamente dal sistema organizzativo aziendale che, nel Paese Ellenico come da noi, ha bisogno di un saggio riordino. Gli attacchi che da più parti in questi giorni, vengono rivolti nei confronti della Rai, con tanto di esercitazioni “modellistiche” sui valori economici degli asset circa una prospettiva di vendita, appaiono fuori dal senso dell’utilità sociale che deve guidare il pensiero e l’opera di quanti debbono accudire  ai beni comuni. Che sia necessaria una bella riforma, seria onesta e intelligente è fuori dubbio.

“Chi ha assistito allo scempio della Tv Greca cancellata tra la notte e la mattina dal Governo, vissuta dai cittadini come un furto durante il sonno, non metterebbe mai in discussione il servizio pubblico televisivo, il suo ruolo, la sua funzione nazionale. Cosa diversa ovviamente dal sistema organizzativo aziendale che, nel Paese Ellenico come da noi, ha bisogno di un saggio riordino. Gli attacchi che da più parti in questi giorni, vengono rivolti nei confronti della Rai, con tanto di esercitazioni “modellistiche” sui valori economici degli asset circa una prospettiva di vendita, appaiono fuori dal senso dell’utilità sociale che deve guidare il pensiero e l’opera di quanti debbono accudire  ai beni comuni. Che sia necessaria una bella riforma, seria onesta e intelligente è fuori dubbio.

Che si debba cercare di deprezzare un patrimonio di grande valore come la Rai, unica azienda radiotelevisiva italiana radicata su tutto il territorio nazionale, è, invece, inaccettabile. Giova ai soliti noti e a quanti cercano, con privatizzazioni a buon mercato, di fare ingenti profitti privati sulle spalle della collettività. Nel tempo che viviamo anche discorsi ragionevoli per un intervento di razionalizzazione, nella salvaguardia dell’identità del servizio pubblico, rischiano di essere declinati fuori dai binari, a causa di permanenti gravi conflitti di interesse nel mondo dei media e di una debolezza enorme della politica intesa come capacità di dare senso alle domande sociali. Certo una riorganizzazione della Rai solo di tipo amministrativo non basta, perché ciò non rimetterebbe in moto la macchina, come è necessario rimettendo al centro la tematica degli investimenti e dei contenuti. Tutte le ‘opportunity’ di miglioramento vanno raccolte con spirito critico e senza preclusioni ideologiche, ma - come per tutti i media e per tutte le imprese culturali – la scommessa si vince giocando sulla qualità del prodotto e sugli uomini e le donne che lo fanno, che sono in grado di crearlo con la loro genialità, che un’impresa ben organizzata deve saper mettere a frutto. E la Rai di queste opportunità ne ha ancora tante. Va messa in condizioni di coglierle nel confronto aperto fuori dagli interessi di qualsiasi potentato. Per questo (lo dico all’unisono con l’Usigrai) tagliamo le unghie ai rapaci del servizio pubblico radiotelevisivo italiano, prima  che facciano danni ai beni dello Stato”.

USIGRAI SU SERVIZIO PUBBLICO. DICHIARAZIONE DELL’ESECUTIVO NAZIONALE USIGRAI

Ma di quale bando di gara si favoleggia? Di quali obblighi di legge o europei? Se si vuole davvero adeguare il sistema radiotelevisivo al contesto europeo è necessario approvare poche riforme chiare: legge sulla governance che sottragga il controllo ai partiti e i governi, legge sui conflitti di interesse, normativa antitrust, provvedimenti per abbattere l'evasione del canone (che causa danni pari a 600 milioni di euro ogni anno).
Si traduca in norme il pronunciamento del Consiglio d'Europa del 16 febbraio 2012 sui Media di Servizio Pubblico.
E' evidente che è iniziata la partita del rinnovo della concessione di Servizio pubblico del 2016, e sono evidentemente scesi in campo interessi politici, economici ed editoriali.
Ben venga la consultazione pubblica annunciata dal vice ministro Antonio Catricalà per il Contratto di Servizio e, sul modello della Royal Charter della Bbc, per la concessione: sarà l'occasione per fare chiarezza sulle posizioni del governo e di tutti i partiti.
Intanto riteniamo positivo che il vice ministro abbia detto con chiarezza che la Rai è un "asset strategico" e per questo il governo non ha in programma nessuna ipotesi di privatizzazione o di vendita.

 

RAI: CATRICALA' IL PRIMO A RISPONDERE,USIGRAI CONVOCATA 15 LUGLIO

E' stato il viceministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricala' il primo rappresentante delle istituzioni a rispondere alla lettera aperta inviata dall'Esecutivo nazionale dell'Usigrai alle figure istituzionali del Paese (governo, presidenti del Parlamento e presidenti delle commissioni parlamentari) in merito alla questione del rinnovo della Concessione di Servizio pubblico radiotelevisivo del 2016. Catricala' ha infatti subito convocato i vertici del sindacato dei giornalisti Rai per lunedi' 15 luglio alle ore 11. (ROMA, 24 GIUGNO - AGI)

 

RAI. ESECUTIVO NAZIONALE USIGRAI. LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI SUL SERVIZIO PUBBLICO
LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI

Da settimane ormai è in atto un violento attacco nei confronti della Rai.
L'imminente scadenza della Concessione ha innescato un dibattito intorno al ruolo del Servizio pubblico, tutto volto a dimostrare l'inadeguatezza dell'attuale assetto e aprire così la strada a soluzioni alternative.
Si è insomma creata una evidente convergenza di interessi economici ed editoriali che punta alla privatizzazione della Rai, alla svendita di singoli pezzi, con l’obiettivo finale della Concessione di Servizio pubblico del 2016.
Dopo lo studio di Mediobanca che ha provato a fissare il prezzo, ora dalle colonne di Affari&Finanza si punta dritti alle sedi regionali. I territori sono uno dei patrimoni principali di qualunque Servizio pubblico, l’informazione di prossimità con i cittadini. Ridurre tutto a mera questione di costi, non racconta la verità. Pur nel rispetto della sostenibilità economica, bisogna chiarire che l’obiettivo di un Servizio pubblico è fare non “utili economici” ma “utilità sociale”: ecco perché è incompatibile con l’affidamento a una azienda privata. Ipotizzare quindi l’assegnazione della Concessione a un network privato appare solo come la volontà di risolvere difficoltà economiche imprenditoriali a carico dello Stato.
Che l’attacco sia strumentale è dimostrato dal fatto che invece nulla si dice sulle ragioni che hanno portato la Rai nell’attuale stato e che non le hanno permesso di svolgere al meglio la propria missione. In cima a tutto, una legge di governance che consente a partiti e governi una invasività totale. Poi l’assenza di una legge sui conflitti di interesse che – ad esempio – permette al proprietario di una tv privata locale concorrente di essere componente della Commissione parlamentare di Vigilanza. Una evasione del canone che crea una voragine in bilancio da 500-600 milioni di euro l’anno.
Insomma se si vuole affrontare seriamente il tema del Servizio pubblico è necessario partire dalle cause della malattia, non dagli effetti.
E’ quello che da mesi l’Usigrai chiede. E lo ha fatto proponendo anche alcune riforme urgenti riassunte nell’#AgendaRai. Oggi più che mai rilanciamo quelle riforme. Ecco perché ci rivolgiamo con questa lettera aperta alle istituzioni: ai Presidenti delle Camere, al Governo, alle Commissioni parlamentari competenti, ai gruppi parlamentari. A tutti chiediamo un incontro urgente per portare le nostre idee.
L’Usigrai non vuole conservare l’esistente. Ma riformare. In maniera radicale. Ed e’ quello che sta facendo chiedendo una profonda riorganizzazione aziendale.
Noi siamo pronti alla sfida, ma questa volta ognuno deve fare la propria parte. Il parlamento legiferi in maniera da restituire alla Rai l’indipendenza, l’autonomia e la libertà necessarie a una gestione efficiente dell’azienda, che così può contribuire alla crescita del Paese.
L’Usigrai metterà in campo tutte le forze disponibili a garantire riforme per assicurare costi sostenibili. Ricordando che l’obiettivo prioritario del Servizio pubblico è fornire un prodotto di qualità a tutela degli unici veri proprietari della Rai: i cittadini.
L’Esecutivo Usigrai

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