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Il giornalista Paolo Borrometi (Foto: LaSpia.it)
Minacce 11 Giu 2018

Siracusa, Paolo Borrometi testimonia contro Francesco De Carolis. Fnsi: «Scorta mediatica ai cronisti 'sotto tiro'»

«Non siamo qui per fare i giudici. Siamo qui a nome di tutti per dire che qualunque giornalista venga colpito o minacciato noi pensiamo sia nostro dovere esserci. Essere in aula e schierarci dalla parte dei colleghi riprendendo le loro inchieste», ha detto il presidente Giulietti prima dell'udienza.

Paolo Borrometi ha testimoniato questa mattina, a Siracusa, nell'ambito del processo a carico di Francesco De Carolis, accusato di minacce gravi e violenza privata aggravate dal metodo mafioso nei confronti del giornalista direttore del sito di notizie LaSpia.it e collaboratore dell'Agi.

Nel corso dell'udienza, il cronista ha ricordato le minacce, arrivate con due file audio sul suo profilo Facebook, di De Carolis, 44enne siracusano finito sotto processo dopo un'inchiesta di Borrometi sul fratello, Luciano De Carolis, indicato dai magistrati della Dda di Catania come esponente del clan Bottaro-Attanasio.

«La mafia – ha spiegato Paolo Borrometi al termine dell'udienza – non ha alcun interesse che i cittadini siano informati. Essere informati significa dare alla collettività la possibilità di scegliere da che parte stare. È questo il lavoro che i giornalisti sono tenuti a fare: dare notizie».

Prima dell'udienza, si è tenuto all'ingresso dal tribunale un presidio a cui hanno preso parte il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti e i rappresentanti di Usigrai, Associazione Siciliana della Stampa, Ordine nazionale e Ordine regionale dei giornalisti, Libera, Cgil, Articolo21, Unci, Scorta Civica, esponenti di forze politiche e sociali.

«Non siamo qui per fare pressioni, non siamo qui – ha detto il presidente Giulietti – per fare i giudici, decideranno loro. Siamo qui a nome di tutti per dire: qualunque cronista venga colpito o minacciato, dalla testata di Ostia alle minacce a Borrometi, noi pensiamo sia nostro dovere esserci. Essere in aula e fornire quella che viene definita 'scorta mediatica', cioè riprendere le inchieste dei colleghi minacciati».

Il processo, sostenuto dal pm della Dda di Catania Alessandro Sorrentino, è cominciato il 7 maggio e vede costituiti parte civile, oltre a Borrometi, la Fnsi, l'Ordine nazionale e l'Ordine regionale dei giornalisti.

«Ringraziamo i tanti che hanno raccolto il nostro appello e hanno fatto da 'scorta mediatica' al collega. È importante che al fianco dei giornalisti che finiscono nel mirino di chi vorrebbe imbavagliarli con intimidazioni e minacce ci siano sempre, e non solo in occasioni come quella di oggi, quante più persone, associazioni, organizzazioni possibili. Grazie anche agli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto, che si sono schierati con la FNSI a difesa di Paolo Borrometi», è il commento della Federazione nazionale della Stampa italiana.

I temi delle minacce ai cronisti e del contrasto alle querele temerarie e al precariato saranno al centro della manifestazione nazionale in programma per domani, martedì 12 giugno, dalle 11, nella struttura comunale 'Piazza Forcella', in via Vicaria Vecchia 23, a Napoli.

@fnsisocial

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