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Fnsi 17 Ott 2003

Algeria: nuovi arresti per i giornalisti dei media indipendenti. Obiettivo: spingere la stampa all’autocensura

Algeria: nuovi arresti per i giornalisti dei media indipendenti. Obiettivo: spingere la stampa all’autocensura

Algeria: nuovi arresti per i giornalisti dei media indipendenti. Obiettivo: spingere la stampa all’autocensura

Non si fermano in Algeria le intimidazioni e gli attacchi contro i media indipendenti. Ahmed Oukil, editore del giornale “Errai el Aam” e Slimane Bensayah, direttore del quotidiano “Le Journal de l’Ouest” sono stati arrestati la notte dell’8 ottobre. Il giorno successivo è stato catturato Kamel Amarni de “Le Soir d’Algerie” e il 13 ottobre Ahmed Fattani, editore del quotidiano “L’Expression”. Sia Amarni che Fattani sono stati trascinati via dai loro uffici e condotti alla stazione di polizia di Algeri. E’ da oltre un mese che va avanti un sistematico processo di intimidazione, a volte spalleggiato dagli interessi degli affaristi del paese. “Lo scopo ultimo è quello di spingere la stampa indipendente e non governativa ad autocensurarsi”, commenta Reporters Without Borders “in un clima di crescente tensione aggravato dall’avvicinarsi delle elezioni presidenziali”. Tutti gli arresti avvenuti finora si sono svolti secondo una procedura simile: dopo aver ricevuto tre mandati di comparizione, in cui si fa riferimento agli articoli critici verso il Presidente Abdelaziz Bouteflika e verso i suoi alleati, i giornalisti vengono catturati normalmente con l’accusa di “aver insultato il Capo di Stato”, trasportati alla polizia, sottoposti ad interrogatorio e in seguito rilasciati. In alcuni casi vengono riportate in vita vecchie argomentazioni di diritto comune contro operatori dell’informazione e proprietari dei media, allo scopo di scoraggiare le indagini sui vari scandali di corruzione delle autorità locali. I giornalisti algerini hanno deciso di reagire alla situazione continuando a combattere e rifiutandosi di discutere nel merito degli articoli davanti alla polizia, invece che in un aula di tribunale. Fonte: Informazione Senza Frontiere Traduzione: Sara Mannocci

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