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Freelance 08 Feb 2006

Basta con i collaboratori con compensi da fame e sempre più tentati da ruoli occulti da "ufficio stampa e propaganda"

L'allarme arriva dal Codacons che ha inviato all'Odg nazionale un esposto per chiedere provvedimenti concreti in difesa del "diritto dei cittadini ad un'informazione senza inquinamenti da pubblicità occulta" - Denunciata la tendenza degli editori ad aumentare i propri guadagni tagliando gli investimenti necessari per proporre al pubblico servizi prodotti in totale autonomia e indipendenza - Nel mirino dei consumatori soprattutto l'espediente dei reportage fatti a spese degli stessi soggetti interessati, per il proprio profitto, a condizionare dietro le quinte giornali e giornalisti che li realizzano

L'allarme arriva dal Codacons che ha inviato all'Odg nazionale un esposto per chiedere provvedimenti concreti in difesa del "diritto dei cittadini ad un'informazione senza inquinamenti da pubblicità occulta" - Denunciata la tendenza degli editori ad aumentare i propri guadagni tagliando gli investimenti necessari per proporre al pubblico servizi prodotti in totale autonomia e indipendenza - Nel mirino dei consumatori soprattutto l'espediente dei reportage fatti a spese degli stessi soggetti interessati, per il proprio profitto, a condizionare dietro le quinte giornali e giornalisti che li realizzano

Basta con i collaboratori di giornali con compensi da fame e senza tutele. Il rischio, anzi il sospetto, è infatti che questi giornalisti, non potendo campare con quanto viene loro pagato dagli editori, si lascino tentare dal trarre i loro guadagni producendo, a totale insaputa del pubblico, informazione pilotata da interessi che nulla hanno a che vedere con quelli di lettori e telespettatori. In parole povere, facendo - come si dice in gergo da redazione - "marchette". Questo allarme non arriva da qualcuno dei soliti organismi istituzionali dei giornalisti che da diversi mesi, Sindacato in prima linea, sono impegnati in un durissimo braccio di ferro con gli editori proprio sul tema della difesa della qualità dell'informazione anche attraverso compensi più adeguati e diritti più chiari per chi lavora per i giornali fuori dal contratto e dalle redazioni. Questa volta è invece una riflessione che ci viene dall'esterno della nostra categoria. L'hanno lanciata proprio oggi i consumatori rappresentati dal Codacons in un esposto all'Odg nazionale nel quale i dirigenti dell'organismo tornano alla carica, chiedendo provvedimenti concreti, sul "diritto dei cittadini ad un'informazione – come hanno testualmente scritto - senza inquinamenti da pubblicità occulta" e, in particolare, sul problema dei reportage e dei servizi prodotti da giornali e tv, o più direttamente dai singoli giornalisti, a spese degli stessi soggetti interessati a trarre profitto dalla loro pubblicazione. La denuncia del Codacons si basa su un paziente monitoraggio di dibattiti sul tema delle produzioni giornalistiche sponsorizzate apparsi negli ultimi due anni sui media che si occupano di problematiche professionali dei giornalisti. Confronti nei quali la realtà esce senza veli, con precise testimonianze anche sui compensi irrisori per i collaboratori e sulle tentazioni di molti di loro ad "arrotondare" con ruoli occulti da "ufficio stampa e propaganda". Il problema era già stato sollevato la scorsa estate dal Codacons specificatamente per il settore del giornalismo di turismo e viaggi. Ora l'organismo di difesa dei consumatori fa notare che il fenomeno interessa un po' tutti i comparti dell'informazione e coinvolge persino delicatissimi settori come la copertura informativa da aree di crisi a livello internazionale. Realtà sotto gli occhi di tutti anche nel settore del fotogiornalismo italiano dove è ormai "norma" quasi generale che chi vuole muoversi per produrre informazione visiva anche sul più delicato degli avvenimenti, lo deve fare senza contare su alcun genere di rimborso spese da parte dei giornali anche nel caso di specifici incarichi di testata, e di conseguenza, quasi sempre, deve arrangiarsi alla meglio cercando ospitalità, viaggi e tutto il resto offerti gratis e senza andare troppo per il sottile nel rispetto delle regole imposte dalla deontologia professionale. "Questo fenomeno - scrive il Codacons in un comunicato diramato oggi - dipende dalla tendenza della maggior parte degli editori di aumentare i propri profitti tagliando gli investimenti necessari per proporre ai propri lettori o telespettatori un'informazione prodotta in totale autonomia e indipendenza. Un dato di fatto che ha così portato moltissime testate giornalistiche, a totale insaputa dei lettori, a ricorrere sempre più all'espediente di reportage sponsorizzati, molto spesso realizzati con prestazioni sottocosto da collaboratori esterni sicuramente più indifesi, rispetto ai giornalisti assunti e garantiti dal contratto di lavoro, nel far valere l'interesse del pubblico". "Ma il lettore - continua il documento dei consumatori - ha diritto ad un'informazione prodotta in trasparenza, garantita da tutele ed adeguati compensi per chi la produce e lontana da ogni possibile forma di commistione di interessi che, sicuramente, non offrono nessuna garanzia di terzietà, autonomia e indipendenza sia della testata giornalistica che dei giornalisti che vi operano". Parte della documentazione e delle testimonianze che hanno innescato l'attuale presa di posizione del Codacons era stata pubblicata, nell'agosto scorso, in un dossier ( http://www.lsdi.it/dossier/spot/index.html) del centro studi di "Libertà di stampa&Diritto all'informazione". Amedeo Vergani, presidente Gsgiv dell'Alg

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