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Fnsi 13 Mar 2002

Fotoreporter italiano caduto sul fronte di guerra. La Fnsi protesta contro il governo israeliano

Fotoreporter italiano caduto sul fronte di guerra. La Fnsi protesta contro il governo israeliano

Fotoreporter italiano caduto sul fronte di guerra. La Fnsi protesta contro il governo israeliano

Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: "Il giornalismo italiano e mondiale piangono un’altra vittima. Raffaele Ciriello, fotoreporter freelance, come altre decine di colleghi nell’ultimo anno, è stato ucciso mentre esercitava il suo diritto dovere di informare. Esprimo ai familiari e agli amici di Raffaele il grande dolore del Sindacato dei Giornalisti e dell’intera categoria. Proprio ieri la Fnsi aveva denunciato la gravità del comportamento dei soldati israeliani che avevano preso di mira a Ramallah un gruppo di giornalisti di tutto il mondo cercando di impedire che fosse documentata la repressione del popolo Palestinese. Avevamo chiesto un intervento del Governo italiano che non c’è stato. Oggi piangiamo Raffaele stroncato da una raffica di mitragliatrice sparata da un carro armato di Israele. Un atto di barbarie che colpisce il mondo dell’informazione ma anche la coscienza civile e la democrazia. Difendere la sicurezza dei giornalisti a Ramallah come a Kabul, nel Kossovo come nell’Africa centrale significa garantire una informazione corretta e pluralista contro ogni forma di propaganda o di censura. Lo hanno capito fin troppo bene i soldati israeliani intimidendo ieri i giornalisti presenti a Ramallah e uccidendo oggi Raffaele. La Fnsi protesta duramente con il Governo israeliano per questo assassinio e chiede al Governo italiano di dare ascolto alle voci di chi chiede un intervento finalmente deciso per garantire la pace nella tormentata regione Medio Orientale e la sicurezza degli operatori dell’informazione." Associazione Ligure dei giornalisti Palestina, sangue sull'informazione Ucciso fotogiornalista free lance Ancora sangue sull'informazione. Cecenia, Kossovo, Somalia, Afganistan, Palestina: continua il pesante tributo di vite pagate dal mondo dell'informazione per essere sempre testimoni dei fatti. A pagare con la vita la voglia e l"'interpretazione" di una professione da testimoni è stato un collega fotogiornalista free lance, categoria da anni in prima linea nel consentire di fare e di ricevere informazione. Al giusto cordoglio per la morte del collega Raffaele Ciriello e perché questo cordoglio non resti una vuota e retorica espressione di sentimenti, non può non unirsi la denuncia e la riconferma dei rischi che caratterizzano il lavoro dei giornalisti di tutti i giornalismi in situazioni di pericolo come quella che ha caratterizzato l'uccisione di Ciriello. Una denuncia che non è strumentale, né sulla pelle di un collega. I free lance ancora una volta hanno pagato un prezzo pesantissimo per il loro lavoro. Un lavoro di grande qualità come dimostrato anche dalle vicende del G8, ma poco apprezzato dagli editori che anche nella trattativa per l'ultimo rinnovo contrattuale, hanno espresso una pesante opposizione alla regolamentazione con maggiori garanzie per questo tipo di giornalismo. Nonostante l'impegno espresso dal sindacato. Ecco perché, con la morte di Raffaele, ritorna di estrema attualità la proposta della Ligure di aprire una vertenza nazionale con Fnsi, Associazioni regionali e dipartimento del lavoro autonomo, sul tema del fotogiornalismo e dei suoi diritti. Perché la dignità i colleghi del giornalismo per immagini l'hanno conquistata, da molto tempo, sul campo.

@fnsisocial

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