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Un momento dell'incontro nella sede della Fnsi
Un momento dell'incontro nella sede della Fnsi
Un momento dell'incontro nella sede della Fnsi
Iniziative 30 Mag 2025

Libertà di informazione, parlamentari Ue in missione a Roma sul caso Paragon

La delegazione ha ascoltato nella sede della Fnsi Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, direttore e redattore di Fanpage che hanno denunciato di essere stati spiati attraverso spyware, prima di incontrare i vertici del sindacato e dell'Ordine dei giornalisti per un confronto a tutto campo sui temi della tutela del giornalismo in Italia.

La sede della Federazione nazionale della Stampa ha ospitato questa mattina, venerdì 30 maggio 2025, una delegazione di europarlamentari del Gruppo S&D in missione a Roma in relazione al caso Paragon. La delegazione, composta dai deputati Ana Catarina Mendes (vicepresidente S&D), Birgit Sippel e Sandro Ruotolo (S&D) e Leoluca Orlando e Saskia Bricmont (Greens), ha prima ascoltato le testimonianze di Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, direttore e redattore di Fanpage che hanno denunciato di essere stati spiati attraverso spyware.

Gli europarlamentari hanno quindi incontrato i vertici della Fnsi, la segretaria generale Alessandra Costante e il presidente Vittorio di Trapani, il presidente dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, il giornalista Pasquale Notargiacomo, per l'Usigrai, e - a seguire - rappresentanti di Amnesty International Italia.

Presente all'incontro anche l'avvocato Giulio Vasaturo, che ha assistito sindacato e Ordine nella presentazione di un esposto alla procura della Repubblica di Roma sulla base del quale è poi stato aperto un fascicolo per indagare sul caso dei giornalisti spiati.

«Quello che chiediamo è di sapere quanti sono i cronisti italiani spiati, da chi e perché sono stati spiati», ha esordito Costante, aggiungendo: «La nostra sensazione è che siano più di due, il timore è che ci siano alcune parti di questo Stato che vogliono sapere in anticipo su cosa lavorano i giornalisti. È così? Vogliamo saperlo».

Al centro dell'intervento della segretaria generale Fnsi anche i temi del Media Freedom Act, «che ha un problema, e cioè - ha osservato - la deroga rappresentata dalle 'questioni di sicurezza nazionale' voluta proprio da Italia e Francia in primis». Del recepimento in Italia della direttiva sulla presunzione di non colpevolezza, trasformatosi nei fatti in un doppio bavaglio alla stampa con la riforma Cartabia e con la norma Costa.

E la questione dell'indipendenza, anche economica, del sistema dell'informazione. «Gli over the top fanno di fatto gli editori senza esserlo, utilizzano i contenuti prodotti da giornalisti senza pagarli. Servono norme a livello della Ue che facciano chiarezza su ciò che gli Ott possono fare con i contenuti e su come remunerare i giornalisti per lo sfruttamento del loro lavoro».

Temi rispetto ai quali il presidente Fnsi, Di Trapani, ha evidenziato la necessità che «l'Europa intervenga in fretta con una pressione forte su quello che è uno dei Paesi fondatori dell'Unione, affinché dia seguito a quanto già scritto nella relazione sullo stato di diritto, nel Media Freedom Act e nella direttiva anti-Slapp» e ammonendo che «non possiamo aspettare i tempi delle procedure di infrazione, perché si rischia di arrivare tardi, a danni ormai fatti».

Di Trapani ha poi posto l'accendo sulle criticità che riguardano il servizio pubblico «nelle mani del governo» e la riforma della diffamazione a mezzo stampa, auspicando un intervento anche sulla tragedia a Gaza e il massacro di giornalisti nella Striscia.

Il presidente dell'Ordine Bartoli ha rimarcato la forte preoccupazione per quanto accaduto. «Le intercettazioni di cui parliamo si inseriscono nel rapporto fra giornalista e fonte e rappresentano un attacco al giornalismo di inchiesta, che è un caposaldo della democrazia». È una questione che «riguarda tutto il Parlamento Europeo poiché è una questione di democrazia - ha proseguito - Dobbiamo rompere il muro di gomma su questa vicenda di enorme gravità che si situa in un contesto di grave compressione della libertà di stampa in Italia». (mf)

@fnsisocial

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