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Repubblica, l'assemblea dei giornalisti chiede un confronto più serrato per il rilancio del giornale
Editoria 21 Ott 2022

Repubblica, i giornalisti a direttore e azienda: «Serve un più serrato confronto per il rilancio del giornale»

La presa di posizione dopo «l'irrituale comunicazione della riorganizzazione del lavoro», questione che «non deve tramutarsi nell'ennesimo aumento dei carichi e deve essere parte di una dettagliata strategia», rimarcano i lavoratori, che elencano le criticità  e ammoniscono: «Non c'è più tempo. Siamo stanchi di promesse vaghe su risultati che non arrivano».

«Un più serrato confronto con direzione e azienda, seriamente mirato al rilancio del giornale su carta e sul digitale». È la richiesta dei giornalisti di Repubblica, contenuta in un documento votato dall'assemblea, dopo la comunicazione «irrituale» della riorganizzazione del lavoro, le mancate risposte sull'assunzione di «precari storici e jobs act», le deludenti risposte in merito a «problemi specifici».

Carenze d'organico, mancate sostituzioni maternità, inadeguate assunzioni di precari alla fine dei loro contratti e tagli di budget, «minano l'equilibrio produttivo della redazione e la fiducia in un progetto a più lunga scadenza», lamentano i giornalisti, che nel documento elencano i problemi irrisolti: dalla questione del marketing al calo delle copie in edicola, dal prezzo del quotidiano alle nuove iniziative editoriali solo annunciate.

«Stanchi di promesse vaghe su risultati che non arrivano» anche sul fronte degli investimenti e dei miglioramenti tecnologici, disponibili «a farci carico di nuovi progetti, tecnologie e modelli di business», i giornalisti di Repubblica chiedono quindi all'azienda di presentare un piano all'assemblea di redazione che lo sottoporrà a voto. «La questione non più rinviabile dell'organizzazione del lavoro non deve tramutarsi nell'ennesimo aumento dei carichi e deve essere parte di una dettagliata strategia», ammoniscono, determinati «ad alzare il livello dello scontro in mancanza di risposte adeguate».

PER APPROFONDIRE
Ecco di seguito il documento votato dall'assemblea dei giornalisti di Repubblica e pubblicato anche sul numero di venerdì 21 ottobre 2022 del quotidiano diretto da Maurizio Molinari. In calce il comunicato del Cdr che, dopo il voto, ha rassegnato le dimissioni.

L'irrituale comunicazione della riorganizzazione del lavoro, la riassunzione di un collega che pure aveva preso una buonuscita aziendale - a dispetto della richiesta di dare priorità all'assunzione di precari storici e jobs act - e le deludenti risposte in merito a problemi specifici, costringono l'assemblea dei giornalisti di Repubblica a chiedere un più serrato confronto con direzione e azienda, seriamente mirato al rilancio del giornale su carta e sul digitale.
Ci definiamo "giornale dei diritti", ma al nostro interno carenze d'organico, mancate sostituzioni maternità, inadeguate assunzioni di precari alla fine dei loro contratti e tagli di budget, minano l'equilibrio produttivo della redazione e la fiducia in un progetto a più lunga scadenza.
A fronte di uno stato di crisi e di un patto per l'innovazione firmato, molti problemi restano irrisolti e si accumulano ritardi inaccettabili. Le nuove iniziative editoriali annunciate nei mesi scorsi non hanno riscontro nei fatti. Va affrontata la questione del marketing e del prezzo del quotidiano, esageratamente superiore a quello di altri. Servono inoltre risposte circostanziate sul calo di copie in edicola. E sul perché si stia rinunciando a un rilancio della carta, che i nostri competitor non ritengono affatto residuale.
Vogliamo poi denunciare i disservizi all'offerta digitale che vanificano parte del nostro lavoro. L'edizione digitale, focus del rinnovamento, non gode di investimenti concreti. E la strumentazione tecnica è incompatibile con le esigenze di un giornale che sostiene di scommettere sull'innovazione. Chiediamo dunque un dettagliato programma d'investimenti e miglioramenti tecnologici.
La nostra disponibilità a farci carico di nuovi progetti, tecnologie e modelli di business non è in discussione. Eppure la nostra offerta di collaborazione non trova il sostegno concreto dell'azienda. La questione non più rinviabile dell'organizzazione del lavoro non deve tramutarsi nell'ennesimo aumento dei carichi e deve essere parte di una dettagliata strategia. Chiediamo dunque di presentare un piano all'assemblea di redazione che lo sottoporrà a voto.
Non c'è più tempo. I giornalisti di Repubblica sono stanchi di promesse vaghe su risultati che non arrivano. Gli incontri estivi non hanno aperto strade da intraprendere insieme. Eppure il momento storico è tale da richiedere impegni concreti immediati. Siamo determinati ad alzare il livello dello scontro in mancanza di risposte adeguate. Ne va della nostra reputazione ed è nell'interesse dei lettori che ci danno fiducia.

Il Comunicato del Cdr di Repubblica
Il Comitato di redazione, preso atto dell'esito della votazione, rassegna le proprie dimissioni con effetto immediato. Il Cdr coglie l'occasione per ringraziare tutti coloro che in questi mesi, pur nei diversi ruoli, hanno collaborato con noi. Il Cdr si attiverà per arrivare a una rapida successione.

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