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Intercettazioni 31 Ago 2012

Segretario Generale: "No al bavaglio, sì a un Giurì" Presidente Fnsi: la vicenda del Colle non sia un pretesto

''Sulla vicenda Stato-mafia al Quirinale pare evidente che c'è chi ha interesse a ricattare addirittura la più alta carica dello Stato. Ciò è cosa diversa da una attività di piena e corretta informazione e appartiene perciò ad altri campi. Al Capo dello Stato, garante della coesione dell'unità nazionale e della sua Carta fondamentale, la Costituzione, non può mancare, per quanto penso e ritengo, la solidarietà della Fnsi''. A sottolinearlo, in una nota, è il segretario del sindacato dei giornalisti, Franco Siddi.

''Sulla vicenda Stato-mafia al Quirinale pare evidente che c'è chi ha interesse a ricattare addirittura la più alta carica dello Stato. Ciò è cosa diversa da una attività di piena e corretta informazione e appartiene perciò ad altri campi. Al Capo dello Stato, garante della coesione dell'unità nazionale e della sua Carta fondamentale, la Costituzione, non può mancare, per quanto penso e ritengo, la solidarietà della Fnsi''. A sottolinearlo, in una nota, è il segretario del sindacato dei giornalisti, Franco Siddi.

''Siamo in una condizione in cui è difficile, a questo punto, scoprire e definire i confini. La vicenda di Panorama e delle sue note di informazione - continua Siddi - paiono quasi voler spingere qualcuno a pubblicare testi riservati di intercettazioni che avrebbero riguardato anche il Capo dello Stato. Più che intercettazioni, infatti, siamo a ricostruzioni.
E purtroppo in una condizione come questa, ricostruendo la storia delle vicende editoriali italiane, diventa palese il problema del conflitto di interessi posto che, anche senza volerla a tutti i costi cercare, una certa attività appaia strumentale rispetto agli interessi politici del proprietario.
Detto questo, se il giornale ha davvero dei testi si assuma, se vuole, la responsabilità della pubblicazione. Nessuno però credo possa imporre ad alcun soggetto, neanche al Presidente della Repubblica, di ordinarne la pubblicazione stessa poiché c'è un codice che regola la materia, e le intercettazioni non sono proprietà privata quando sono disposte dalla magistratura''.
''Se si vuole fare una legge sul no alle intercettazioni sul Capo dello Stato lo si faccia - dice ancora Siddi - ma non si assuma questa vicenda a pretesto per leggi bavaglio, tentativo ricorrente che neanche il Presidente Napolitano ha mai condiviso, tanto chiare sono state le sue parole ferme a tutela dell'art. 21 della Costituzione. In materia di responsabilità dell'informazione è più che mai ora di dare ascolto alle posizioni più avanzate anche della categoria, per il giurì sulla lealtà dell'informazione e una seria riforma dell'ordinamento professionale. Le autonomie deontologiche possono e devono diventare garanzia e presidio verso ogni tentativo di scempiare la dignità dell'informazione''. (ROMA, 30 AGOSTO - ANSA). PANORAMA: SIDDI, NO LEGGI BAVAGLIO. ASSUMA RESPONSABILITÀ PUBBLICARE TESTI
''Non c'è ragione per 'leggi bavaglio'''. E 'Panorama' ''se ha i documenti delle intercettazioni abbia il coraggio di pubblicarle''. Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, nel giorno in cui il settimanale della Mondadori pubblica una ricostruzione delle telefonate tra il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino, in un'intervista all'Asca osserva che ''dopo le note informative di Panorama sulle intercettazioni, non acquisite dagli atti giudiziari e relative all'inchiesta Stato-Mafia, che avrebbero ripreso come persona terza anche il Capo dello Stato, puntualmente c'è chi ritorna a invocare leggi bavaglio''.
Dunque per il segretario del sindacato dei giornalisti ''se si vuole fare una legge a tutela delle garanzie della funzione della massima carica della Stato la si faccia anche per il prestigio e le giusta guarentigie del garante dell'unità, della coesione nazionale e della Carta Costituzionale. Se si vuole invece davvero - e qualcuno ci tiene davvero - pensare alle tutele dei cittadini e dei loro diritti umani e civili, per quanto riguarda la stampa, non pensi a 'bavagli' ma prenda in carico le proposte responsabili del sindacato unitario dei giornalisti per l'istituzione del garante per la lealtà e la correttezza dell'informazione e per la riforma dell'ordinamento professionale''.
''Al Capo dello Stato, in questa situazione, esprimiamo la solidarietà e il sostegno della Fnsi. Le sue continue parole forti a tutela dell'articolo 21 della Costituzione non possono essere scalfite neanche in un momento come questo in cui, purtroppo, - anche senza volerlo cercare - riemerge il pensiero del conflitto di interessi, posto da un giornale, come Panorama, che è di proprietà del leader politico che più è impegnato a ricercare le ragioni per far passare come giusta una legge bavaglio che invece è ingiusta''.
''Quanto alle informazioni pubblicate oggi da Panorama una cosa specifica va detta: se ha i documenti delle intercettazioni - incalza Siddi - ancorché riservate e coperti da segreto giudiziario, abbia il coraggo e se ne assuma tutta la responsabilità di pubblicarle, piuttosto che restare tra il detto e il non detto, alimentando sconcerto ingiusto sulle istituzioni. Ma è bene ricordare che le intercettazioni non sono proprietà privata di alcuno, e che gli ascoltati, fosse anche per via indiretta, non hanno il potere di ordinarne la pubblicazione''.
''È evidente - conclude Siddi - che è in atto sul piano politico un conflitto, anche istituzionale, ma questo deve appartenere ad altri campi e non a quello dell'informazione chiamata ad offrire strumenti consapevoli e documentati''. ceg/vlm (ROMA, 30 AGOSTO - ASCA) INTERCETTAZIONI: MULÈ, GIUSTIZIALISTI ORA NON FACCIANO MAESTRINI
''La coscienza, grazie a Dio, è serena perchè il lavoro, come al solito a 'Panorama', è stato fatto con coscienza seguendo i canoni del buon giornalismo d'approfondimento''. In una intervista a 'Il Giornale' il direttore di 'Panorama' Giorgio Mulè difende l'articolo sulle intercettazioni Napolitano-Mancino, respingendo al mittente ogni critica. ''Siamo alla fiera dell'ipocrisia -dice- vedere giornali, come 'il Fatto', che salgono in cattedra, vedere i maestrini del 'Fatto' invocare l'intervento dell'Ordine dei giornalisti e scoprire, pensate un po', proprio da loro che un giornalista non può avere fonti anonime, suscita, una certa reazione di rigetto, se mi permettete''.
''Quanto al sindacato dei giornalisti, il segretario della Fnsi, Siddi -spiega Mulè- da quanto leggo dalle sue dichiarazioni, mi sembra in preda al delirio. È il partito dei giustizialisti. Il partito dei Padellaro, dei Di Pietro, dei Grillo ma anche degli Ingroia, che fa intendere che scenderebbe in politica, non sotto l'emblema di un partito ma per conto proprio o, meglio, con un blocco di cui magari prendere le redini - spiega il direttore - Obiettivo del partito dei giustizialisti, sostenuto anche dalla Fiom, quello di abbattere l'ultimo simbolo di credibilità: il capo dello Stato. Tolto dimezzo Berlusconi ora bisogna togliere di mezzo Napolitano''.
Secondo Mulè le parole dure di Napolitano -che ha parlato di "risibile tentativo di ricatto" e di "torbida manovra"- ''non fanno altro che confermare la nostra tesi: e cioè che è in atto da mesi un tentativo di destabilizzare e delegittimare il capo dello Stato. Se non avessimo deciso noi di sgombrare il campo dagli equivoci, denunciando questo tentativo di ricatto, lo stillicidio delle indiscrezioni, delle rivelazioni e degli ammiccamenti sarebbe andato avanti ancora per chissà quanto tempo. Le parole di Napolitano sono la migliore conferma di come noi abbiamo visto giusto. Il tentativo di ricatto nei suoi confronti c'è, è in atto, ma non è stato architettato certamente da noi''. (ROMA, 31 AGOSTO - ADNKRONOS) INTERCETTAZIONI: SIDDI (FNSI), NO AL BAVAGLIO E SÌ A UN GIURÌ
"Non c'è e non ci sarà, in un Paese che voglia essere democratico, un tempo buono o un'occasione giusta per i bavagli alla stampa. Sulla libertà di stampa si deve operare non per reprimere o 'chiamare' l'autocensura ma perché ce ne sia di più. È così difficile e impossibile che per i giornalisti si ponga mano alla riforma dell'Ordine? In Senato c'è una proposta di legge parziale, già votata dalla Camera, che pone argine a un organismo nazionale pletorico. Si tolga questa lega dal cassetto s'introduca un bell'emendamento sul Giurì per la lealtà dell'informazione, a tutela dei diritti dei cittadini a essere informati con correttezza e senza omissioni e la si approvi". A dirlo in un editoriale sul sito di Articolo21 è il segretario Fnsi Franco Siddi.
Spiega Siddi: "Gli aspiranti censori di ieri e di oggi paiono per ora soddisfatti di avere dato l'idea di potere allargare il fronte di coloro che vogliono imbavagliare la stampa. Ma il colpo in canna lo hanno inserito, ancora una volta e, stavolta, aiutati dalle parole del premier Monti, il neo politico supertecnico che ha parlato di 'abusi' e annunciato intenzioni interventiste del governo sulla materia, sperano di riuscire a mandarlo a segno. Sbagliano e non solo perché 'non è tempo' per una nuova legge delle nebbie e dei silenzi di Stato. Non c'è un tempo buono per leggi simili".
Sul fronte del Giurì, Siddi sottolinea il "rispetto del principio che sui fatti, che non possono essere manipolati a proprio piacimento, ci sia pluralità di opinioni, di atteggiamenti, di comportamenti. È Il pluralismo dell'informazione. Questa è una riforma da fare. È semplice e si può fare presto. Il tempo per le riforme di tutti c'è".
Una posizione, afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti, "che condividiamo totalmente. Non si tratta di restringere il diritto alla libertà di informazione semmai di estenderlo". (ROMA, 26 AGOSTO - AGI) PRESIDENTE FNSI: LA VICENDA DEL COLLE NON SIA UN PRETESTO
La specifica vicenda delle intercettazioni che hanno coinvolto il Presidente della Repubblica non può essere usata come pretesto per varare una legge che restringa gli spazi della cronaca giudiziaria. E’ bene ricordarlo al Presidente del Consiglio, ora che anche la sua voce si unisce alla campagna contro le intercettazioni. Eppure Monti aveva a disposizione evidentissimi spunti di cronaca per affrontare la questione in modo meno univoco: per l’opinione pubblica, infatti, le intercettazioni (e la loro pubblicazione) sono in questi giorni lo strumento prezioso che permette di sapere cosa sia successo all’Ilva di Taranto, quali oscure manovre siano state messe in atto a danno della salute dei cittadini, come si siano comportati dirigenti di azienda e funzionari pubblici.
Parlare di intercettazioni solo in termini di abuso - come fa anche Monti - rivela tutta la strumentalità dell’approccio al tema. Valuti il Presidente del Consiglio se tra le urgenze di questi ultimi mesi di legislatura debba proprio essere inserito un provvedimento che assumerebbe inevitabilmente l’aspetto della punizione per magistrati e giornalisti che fanno il loro dovere. Se necessario, la Fnsi concorrerà ad attivare rapidamente nelle prossime settimane quella stessa grande mobilitazione di cittadini e giornalisti che già negli anni scorsi ha consentito di respingere ogni restrizione al corretto esercizio del diritto-dovere di cronaca. Politico o tecnico che sia, il bavaglio non è accettabile. Roma, 17 agosto 2012

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