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Internazionale 12 Dic 2006

Cile, Rsf rende omaggio ai giornalisti scomparsi

Dopo la morte di Augusto Pinochet, Reporter senza Frontiere rende omaggio ai 68 giornalisti assassinati o scomparsi durante la sua dittatura. “Sessantotto professionisti della comunicazione - giornalisti, fotografi, grafici, tipografi - figurano nell’elenco degli oltre 4.000 individui assassinati o scomparsi sotto la dittatura del generale deceduto lo scorso 10 dicembre.

Dopo la morte di Augusto Pinochet, Reporter senza Frontiere rende omaggio ai 68 giornalisti assassinati o scomparsi durante la sua dittatura. “Sessantotto professionisti della comunicazione - giornalisti, fotografi, grafici, tipografi - figurano nell’elenco degli oltre 4.000 individui assassinati o scomparsi sotto la dittatura del generale deceduto lo scorso 10 dicembre.

La morte di Pinochet impedisce di fatto che giustizia sia completamente resa alle vittime e ai loro familiari. Ma la morte del dittatore non deve significare automaticamente impunità”, sottolinea Reporter Senza Frontiere. “Siamo amareggiati, come molti, che il generale sia morto senza essere mai comparso di fronte a un tribunale. Chiediamo che si giudichino e condannino i responsabili delle violazioni dei diritti umani commessi tra il 1973 e il 1986. Rendiamo omaggio alle vittime del sanguinoso regime, che ha tratto beneficio dalla scandalosa compiacenza dei potenti occidentali e dal sostegno degli Stati Uniti. Il nostro pensiero - continua RSF - va in particolare ai 68 professionisti dei media e alle loro famiglie”. Dal colpo di Stato dell’11 settembre 1973 al 1986, la dittatura di Pinochet ha causato la morte o la misteriosa sparizione di 68 professionisti, di cui 21 redattori, 20 fotografi, cameraman o tecnici e 27 operai addetti alla stampa. La maggior parte è stata arrestata, torturata e assassinata nelle settimane che hanno seguito il golpe, ma una legge promulgata dalla giunta nel 1978 ha reso possibile l’amnistia per tutti i crimini commessi. Il 21 marzo del 2006, tredici militari sono stati accusati per la loro partecipazione alla “Carovana della morte”, un commando itinerante incaricato di eliminare gli oppositori. Il processo, tuttavia, non è ancora iniziato. La “Carovana della morte” ha eliminato almeno 75 prigionieri politici, tra i quali il direttore dell’emittente Radio Loa, Carlos Berger Guralnik, ucciso il19 ottobre 1973. L’ultimo giornalista in ordine di tempo ad essere stato ucciso dal regime, l’8 settembre 1986, è stato il direttore del periodico “Análisis”, José Carrasco Tapia. Nel luogo del ritrovamento del corpo è stato inaugurato - l’8 settembre 1999 - un monumento alla memoria dei giornalisti uccisi sotto il regime di Pinochet. (9Colonne)

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