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Cumhuriyet, nuovo appello delle organizzazioni internazionali
Internazionale 08 Mar 2018

Cumhuriyet, nuovo appello delle organizzazioni internazionali alla vigilia della sesta udienza del processo

«Questo procedimento è la dimostrazione agghiacciante del deterioramento della libertà  di espressione e dello stato di diritto in Turchia», dicono Amnesty International, Articolo 19, Centro europeo per la libertà  di stampa e media, Pen International e Rsf. Anche domani, 9 marzo, una delegazione di osservatori di tutto il mondo sarà  presente in tribunale.

Amnesty International, Articolo 19, Centro europeo per la libertà di stampa e media, Pen International e Reporter senza frontiere continuano a seguire con grande preoccupazione i procedimenti penali contro i giornalisti e gli altri lavoratori del giornale Cumhuriyet. È quanto affermano le organizzazioni internazionali anticipando, in una nota, che una delegazione di osservatori di tutto il mondo sarà presente alla prossima udienza del processo, la sesta, in programma domani, venerdì 9 marzo.

«Questo processo è la dimostrazione agghiacciante del forte deterioramento della libertà di espressione e dello stato di diritto in Turchia dopo il tentato colpo di stato del luglio 2016», afferma Gauri van Gulik, direttore di Amnesty International Europa. «Murat Sabuncu, Ahmet Sik e Akın Atalay – prosegue – si trovano in custodia cautelare da oltre un anno con accuse infondate e senza che sia stato fornito un briciolo di prove credibili per dimostrare la loro colpevolezza. Qui è sotto accusa l'essenza stessa del giornalismo».

I lavoratori di Cumhuriyet, non solo giornalisti, si trovano ad affrontare accuse di sostegno a organizzazioni terroristiche basate principalmente sulla lettura errata di articoli apparsi sul giornale e sui contatti tra i giornalisti e le fonti.

«La testimonianze poco convincenti prodotte dall'accusa e la mancanza di qualsiasi prova credibile presentata nelle precedenti udienze hanno sottolineato l'assurdità delle accuse. Continuiamo a chiedere il rilascio immediato e incondizionato di Murat Sabuncu, Ahmet Şık e Akın Atalay e che le tutte accuse siano ritirate», incalza Erol Onderoglu, rappresentante in Turchia di Reporter senza frontiere.

Gli osservatori internazionali tornano, inoltre, a denunciare la mancanza di indipendenza e imparzialità del tribunale e a lamentare ripetute violazioni del diritto a un equo processo. Intanto il ricorso di Ahmet Sik alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro la sua prolungata detenzione preventiva è tra i casi dei giornalisti che hanno ricevuto lo status prioritario, nell'aprile 2017, ma è ancora in sospeso.

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