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Internazionale 19 Gen 2007

Morto Art Buchwald, il celebre umorista americano, vincitore nel 1982 di un premio Pulitzer: il Paradiso stufo di aspettare, beffa la morte e va in vacanza, ultima column uscirà postuma

NEW YORK, 18 gennaio - Alla fine anche per Art Buchwald il Paradiso non ha più aspettato: il celebre umorista americano, vincitore nel 1982 di un premio Pulitzer, è morto a Washington: aveva 81 anni.

NEW YORK, 18 gennaio - Alla fine anche per Art Buchwald il Paradiso non ha più aspettato: il celebre umorista americano, vincitore nel 1982 di un premio Pulitzer, è morto a Washington: aveva 81 anni.

Buchwald, che era malato da tempo ai reni, è morto in casa del figlio Joel con cui aveva abitato negli ultimi otto anni. È stato dunque Joel a portare ai lettori del padre il suo ultimo saluto. Lo stesso Buchwald, che un anno fa di questi tempi aveva dato pubblicamente il suo estremo saluto al mondo decidendo di interrompere la dialisi, era poi stato costretto a tornare sui suoi passi quando, una volta fermate le terapie, non si era deciso a morire. La storia di Buchwald, famoso in tutto il mondo per il suo sarcasmo, e della sua estrema beffa alla morte, all'epoca era finita sulle prime pagine dei quotidiani. Ironizzando sul fatto che morire gli risultava la cosa più difficile del mondo, l'umorista in maggio era tornato a casa e poi, la scorsa estate, era addirittura partito per le vacanze a Martha's Vineyard, l'isola del Massachusetts in cui aveva una villa. Buchwald aveva passato il tempo scrivendo. Tra i suoi ospiti nella casa sul mare c'era stata Carly Simon, la cantante che aveva scelto per cantare al suo funerale e che invece si era esibita in una festa in suo onore. La sua ultima column verrà pubblicata postume, ha annunciato oggi Joel. Buchwald aveva scritto un libro sulle sue ultime esperienze: ''L'anno scorso ha avuto la possibilità di ballare un ultimo valzer'', ha spiegato Joel: ''Penso che ne fosse felice. Ha avuto la possibilità di scrivere questo libro sulla sua esperienza e se n'è poi andato esattamente come voleva, nei termini da lui decisi''. Poco meno di un anno fa Buchwald aveva subito l'amputazione di una gamba, sotto il ginocchio, a causa di problemi di circolazione, ma come di consueto aveva preso la cosa con umorismo. ''Morire è facile, trovare un parcheggio è difficile'', aveva poi scritto in uno degli inimitabili commenti umoristici dedicato ai suoi ultimi giorni di vita. Poi, Art aveva aggiunto: ''Basta, ho deciso di non torturare più il mio corpo. Non ho paura di morire. Ho avuto una vita meravigliosa. Ho deciso di andarmene alla mia maniera, di mia volontà ''.I fatti lo avevano parzialmente smentito: per andarsene c'è voluto un po' più di tempo del previsto. Buchwald aveva nel frattempo continuato a parlare serenamente della sua morte con i visitatori e nei suoi articoli umoristici. Per esempio, aveva spiegato di immaginare il suo viaggio nell'aldilà come un volo aereo in partenza dall'aeroporto di Washington. Prima di imbarcarsi avrebbe fatto il pieno di riviste - Vanity Fair, un giornale per cui aveva scritto da giovane da Parigi, ma anche Playboy - e di mentine, ma sarebbe stato informato che poteva portare con sé solo un bagaglio a mano e ammonito a non portare a bordo accendini e forbicine per ''motivi di sicurezza''. ''Questo è stupido'', aveva ribattuto nell'immaginazione: ''Chi può voler dirottare un aereo diretto in paradiso?''. (ANSA)

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