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Nomine Rai, Usigrai: «Ogni cambio deve essere motivato da esigenze editoriali e organizzative»
Servizio pubblico 13 Mag 2020

Nomine Rai, Usigrai: «Ogni cambio di direzione deve essere motivato da esigenze editoriali e organizzative»

«Al momento invece le uniche spiegazioni che leggiamo sono legate a ordini di partito. Nessuna motivazione legata ai risultati, nessuna legata al rispetto del Contratto di Servizio», rilevano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico. Le Cpo di Fnsi, Usigrai e Cnog e Giulia Giornaliste: «Ancora una volta le donne sacrificate sull'altare della lottizzazione».

«La fase 2 della Rai non è ancora partita. Eppure subito si rimette in moto la macchina delle nomine. Qual è il criterio? Per di più senza un piano adeguato a fronteggiare le ricadute dell'emergenza che ancora stiamo vivendo?». È quanto rileva l'Esecutivo Usigrai dopo le anticipazioni di stampa relative alla prossima riunione del Cda Rai prevista per venerdì 15 maggio.

«Al solito – incalzano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico – il totonomine mette nel frullatore nomi su nomi. Con accanto le casacche, di partito o anche solo correnti. Lo diciamo con chiarezza: il nodo non è nei nomi, tutte professionalità di primo livello. Il nodo è che in una azienda sana, che guarda al futuro anche più prossimo, i cambi e le nomine si fanno secondo esigenze editoriali, e non con logiche di equilibrismi tra partiti, da decenni inquinanti per l'informazione di Servizio Pubblico. Quindi diciamo all'Ad e al Cda che ogni cambio di direzione deve essere spiegato e motivato da esigenze editoriali e organizzative».

Al momento, conclude l'Usigrai, «le uniche spiegazioni che leggiamo sono legate a ordini di partito. Nessuna motivazione legata ai risultati, nessuna legata al rispetto del Contratto di Servizio, nessuna ai valori del Servizio Pubblico. E, a proposito di valori, ancora una volta sembra che a pagare saranno le donne. Altro che Fase 2, torniamo alla Fase 0!».

Le Cpo di Fnsi, Usigrai e Cnog e Giulia Giornaliste: «Ancora una volta le donne sacrificate sull'altare della lottizzazione»
Una questione, quella del rispetto della parità di genere, ripresa anche in un intervento firmato dalle Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell'Usigrai e del Cnog e dall'associazione Giulia Giornaliste. «Ancora una volta – scrivono – sono le donne a essere sacrificate sull'altare della lottizzazione politica. È ora di dire basta. Non accettiamo che, in piena fase di emergenza Covid, oltretutto, la preoccupazione dei partiti sia quella di spartirsi posti nella tolda di comando del servizio pubblico, dove già la rappresentanza di genere è vergognosamente ridotta al lumicino».
Con indignazione, proseguono le Cpo, «apprendiamo che il Cda della Rai si appresta in queste ore a cambiare alcuni direttori di rete e di testata e respingiamo con fermezza l'idea che a farne le spese siano le uniche due donne ai vertici di una rete, Rai 3, Silvia Calandrelli, e di un Tg, il Tg3, Giuseppina Paterniti, tg premiato dagli ascolti e apprezzato per equilibrio e qualità. Si vuole una Rai monocolore dal punto di vista del genere? L'amministratore delegato si vuole assumere la responsabilità di violare lo spirito del Contratto di servizio e la Policy di genere adottata dalla Rai? Le Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell'Usigrai e del Cnog e l'associazione Giulia Giornaliste, nel respingere in modo netto queste manovre, sono al fianco delle due professioniste. Pronte – conclude la nota – ad agire in ogni sede se fosse attuato un tale disegno discriminatorio».

@fnsisocial

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