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La sede Rai di viale Mazzini a Roma (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Servizio pubblico 28 Giu 2023

Rai, Usigrai: «Palinsesti a esterni e agenti, il prezzo lo pagano i dipendenti»

I rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico: «Nel contratto di servizio l'azienda diventa vetrina del governo».

«Una nuova imbarcata di esterni per i palinsesti estivi. Una Rai che, ancora una volta, dimostra nei fatti di non voler, o non saper, promuovere le professionalità interne. Ma c'è un'aggravante rispetto al passato. Senza certezza sulle risorse aziendali, il prezzo delle nuove chiamate di esterni lo pagheranno i dipendenti. È sul loro lavoro che cadrà il taglio dei costi necessario a contenere il debito della Rai». È quanto scrive in una nota l'Esecutivo Usigrai. Ed aggiunge: «Un'azienda che alla produzione di idee preferisce l'acquisto di format e ai produttori interni preferisce gli agenti».

«E non arrivano buone notizie nemmeno dal contratto di servizio - scrive l'Esecutivo Usigrai - con una Rai ridotta a vetrina del made in Italy e obblighi di servizio piegati sull'orizzonte del programma di governo e non alle istanze di un Paese la cui complessità non va ridotta ma valorizzata nei suoi aspetti sociali e culturali. Dalla bozza presentata in cda e ancora non condivisa con le parti sociali, emerge che nel documento trova spazio la promozione della dieta mediterranea, piuttosto che valori come l'accoglienza. Non basta inoltre inserire un articolo sulla parità di genere per promuovere le politiche che la stessa azienda disapplica, vista l'infornata di direzioni tutte al maschile avallate da questo vertice».

«E anche i richiami alla genitorialità e alla promozione della natalità non chiariscono se su tematiche così complesse si guarda al loro significato universale ed inclusivo di tutti i 'cittadini utenti' - continua la nota - Insomma più che a un contratto di servizio, siamo di fronte a un manifesto programmatico di governo, che dimentica sullo sfondo la promozione delle politiche sociali, tutte, votate dal Parlamento».

«Dal capitolo "informazione sulle istituzioni" sparisce il riferimento al racconto delle istituzioni europee, ristretto al made in Italy, e resta solo l'impegno per quelle nazionali - accusa l'Usigrai - Sul fronte dell'informazione nessuna traccia della valorizzazione della tradizione giornalismo di inchiesta del servizio pubblico. E su questo punto a pensare male si fa peccato ma a volte ci si prende. Evidentemente certe inchieste danno fastidio al manovratore. Viste le premesse ci auguriamo che il testo appena presentato abbia la massima diffusione tra i cittadini e che alla sua stesura definitiva si arrivi attraverso il più ampio confronto - conclude la nota - per evitare che le scelte adottate siano solo espressione dei decisori politici o aziendali». (Adnkronos, 27 giugno 2023)

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