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La conferenza stampa della Ifj dopo l'attacco dei militari al corteo
Il corteo di giornalisti per le strade di Ramallah
Il lancio di lacrimogeni contro il corteo di giornalisti
Il presidente Ifj Philippe Leruth alla conferenza stampa dopo l'attacco dei militari
Internazionale 19 Nov 2018

Ramallah, lacrimogeni contro la manifestazione Ifj di solidarietà  ai giornalisti palestinesi

L'esercito israeliano blocca la marcia pacifica della delegazione internazionale a sostegno della libertà  di movimento e di espressione in Palestina. Il comitato esecutivo del sindacato mondiale di categoria ricevuto da Abu Mazen. Nel corso dei lavori approvata una mozione di sostegno alla Fnsi e di condanna a Di Maio per gli attacchi ai cronisti.

Gas lacrimogeni contro la manifestazione di solidarietà ai giornalisti palestinesi. La marcia pacifica, promossa a Ramallah dall'Ifj durante la riunione del comitato esecutivo, viene interrotta dall'esercito israeliano che impedisce ai giornalisti di avvicinarsi al checkpoint di Qalandia, il più importante per l'accesso a Gerusalemme. L'episodio viene stigmatizzato in una nota ufficiale che la Federazione internazionale dei giornalisti invia al capo del governo israeliano. La manifestazione pacifica è il modo con cui il comitato esecutivo dell'Ifj, riunito a Ramallah nelle giornate di sabato e domenica, intende esprimere solidarietà ai colleghi palestinesi ai quali, anche nella giornata di sabato scorso, è stato negato l'accesso a Gerusalemme insieme con la delegazione della Federazione internazionale dei giornalisti.

«Abbiamo deciso di marciare pacificamente fino al check point mostrando le press card internazionali, scandendo che siano giornalisti, non terroristi – racconta Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI e componente del comitato esecutivo dell'Ifj –. Indossavano tutti un gilet con su scritto 'press' e ci dirigevano verso il checkpoint. In prossimità della linea di confine, siamo stati raggiunti dai gas lacrimogeni sparati dall'esercito israeliano per disperdere i manifestanti e impedire al corteo di avvicinarsi al checkpoint. Sono stati attimi concitati, una delle dieci bomba ha colpito ad una spalla il presidente del sindacato dei giornalisti palestinesi, Nasser Abubaker, che è rimasto contuso».

L'attacco dell'esercito israeliano, che ha agito senza alcun preavviso, viene stigmatizzato in una lettera aperta della Ifj al premier Netanyahu. Unendosi in corteo con i colleghi palestinesi, i dirigenti dell'Ifj hanno voluto condividere con loro, come sottolineato anche in conferenza stampa, il disappunto per la costante negazione della libertà di movimento e della libertà di espressione. Nella lettera a Netanyahu, l'Ifj chiede anche che Israele riconosca l'international press card, attualmente valida in 145 Paesi del mondo.

Le condizioni dei giornalisti in Palestina, il difficile rapporto con Israele e gli sforzi per giungere ad una pace duratura sono anche al centro dell'incontro con il presidente dell'autorità palestinese, Abu Mazen, che riceve i dirigenti dell'Ifj nel palazzo presidenziale.

I lavori del comitato esecutivo proseguono anche nella giornata di domenica. Fra le mozioni approvate, anche quella che «condanna la grave campagna di insulti e di minacce contro i giornalisti messa in atto in Italia dal vicepremier Luigi Di Maio e da alcuni esponenti del movimento Cinque Stelle». L'Ifj esprime solidarietà ai giornalisti italiani e sostegno alle azioni di lotta organizzate dalla Fnsi, ribadendo che «una stampa libera, indipendente e pluralista è il fondamento di ogni democrazia. Gli attacchi alla stampa e ai giornalisti, in numerosi Paesi del mondo, sono il tentativo di indebolire la democrazia cancellando le voci critiche e impedendo ai cittadini di essere informati».

Per questo, l'Ifj, insieme con la Fnsi e gli altri sindacati affiliati, «promuoverà iniziative presso le istituzioni competenti per far sì che vengano messe in atto misure per proteggere il lavoro dei giornalisti e per rafforzare il pluralismo dell’informazione».

@fnsisocial

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