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Internazionale 01 Feb 2007

Rapporto Rsf: "Numero record di reporter uccisi nel 2006"

Sono 110 i giornalisti e gli operatori dei media rimasti uccisi nel 2006, con un record di morti rispetto agli ultimi dieci anni, afferma oggi il rapporto annuale sulla libertà di stampa diffuso dall'organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf).

Sono 110 i giornalisti e gli operatori dei media rimasti uccisi nel 2006, con un record di morti rispetto agli ultimi dieci anni, afferma oggi il rapporto annuale sulla libertà di stampa diffuso dall'organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf).

In tutto il mondo altri 871 giornalisti sono stati arrestati e quasi 1500 sono stati vittime di aggressioni. Nel sottolineare il "deplorevolmente alto" numero di giornalisti uccisi o arrestati nel 2006, il segretario generale di Rsf, Robert Menard, ha tuttavia definito "ancora piu' deplorevole" la mancata difesa dei propri valori da parte delle democrazie. In particolare Menard ha parlato della vicenda delle vignette su Maometto, nella quale "le istituzioni europee non hanno difeso la Danimarca, le cui ambasciate sono state attaccate, o i giornalisti europei e arabi che sono stati minacciati e arrestati". È sembrato, ha aggiunto, che sia stato "scelto il silenzio per non offendere i regimi arabi". Il Paese dove vi sono state più vittime fra i giornalisti è stato l'Iraq, con 39 giornalisti e 26 operatori dei media uccisi, oltre il 90% di nazionalità irachena. All'Iraq va anche il triste record del maggior numero di addetti dei media rapiti, in tutto 17, di cui 7 sono stati uccisi. Gli stati "maggiormente colpevoli" di sopprimere la libertà di stampa sono Corea del nord, Eritrea, Cuba e Turkmenistan. Ma il rapporto sottolinea anche gli arresti di giornalisti in Cina, dove l'anno scorso sono finite in carcere 60 persone per articoli scritti su siti Web, e ricorda l'assassinio a Mosca di Anna Politovskaya, 21esima giornalista uccisa da quando è salito al potere il presidente Vladimir Putin. (ADNKRONOS)

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