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Cronaca 10 Dic 2005

"Anti Tav" in Val di Susa: saliti a sei i fotoreporters feriti. Danni anche alle attrezzature

L'accaduto, oltre a mettere in luce preoccupanti tentativi di ostacolare l'esercizio del diritto di cronaca, ripropone in parallelo l'alto rischio professionale dei giornalisti dell'informazione visiva e la necessità di fare chiarezza sulla legittimità e correttezza contrattuale delle regole d'ingaggio che legano i fotogiornalisti alle testate per le quali lavorano

L'accaduto, oltre a mettere in luce preoccupanti tentativi di ostacolare l'esercizio del diritto di cronaca, ripropone in parallelo l'alto rischio professionale dei giornalisti dell'informazione visiva e la necessità di fare chiarezza sulla legittimità e correttezza contrattuale delle regole d'ingaggio che legano i fotogiornalisti alle testate per le quali lavorano

E' salito a sei il numero dei fotoreporter malmenati e feriti in questi ultimi giorni durante i fatti "anti Tav" a Venaus in Val di Susa. Oltre alle botte, alcuni dei colleghi hanno subito anche danni alle attrezzature. Tra i feriti più gravi di ieri figura nuovamente un fotocronista di "Torino Cronaca". Questa volta è toccata a Giulio Lappone. E stato centrato da una manganellata mentre documentava lo sfondamento del cordone di carabinieri che impediva l'accesso al cantiere della Tav. E' finito in ospedale con un lungo taglio in piena testa. Nel blitz delle forze di polizia della notte tra lunedì e martedì era stato invece fratturato un piede ad un altro dei fotoreporter che collaborano con lo stesso quotidiano torinese, il collega Mario Solavaggione. Entrambi, come purtroppo accade ormai normalmente tra i fotogiornalisti, stavano lavorando senza alcun genere di copertura assicurativa da parte del giornale. Su ferimenti dei colleghi e sui danneggiamenti delle attrezzature è stato diramato un documento di protesta dal Sindacato dei giornalisti del Piemonte. " In attesa che tale grave vicenda si chiarisca - si dice, tra l'altro, nel comunicato - l'Associazione Stampa Subalpina esprime solidarietà ai colleghi fotoreporter e torna a stigmatizzare questa come tutte le iniziative che con la forza intendono limitare la libertà di informazione". Il Gsgiv dell'Alg , condividendo pienamente i contenuti del documento dei vertici dell'Assostampa del Piemonte, ricorda però che in questi casi sarebbe molto importante che gli organismi sindacali che ne hanno il potere, Cdr in prima linea, facciano chiarezza anche verificando legittimità e correttezza contrattuale delle regole d'ingaggio attraverso le quali i colleghi collaboratori di specifiche testate stavano lavorando al momento del loro ferimento. Anche questo, tra l'altro, rappresenta uno strumento per cominciare nel concreto ad applicare l'indiscussa volontà del Sindacato di dare finalmente uno stop agli editori sempre più propensi allo sfruttamento dei precari e dei giornalisti del lavoro autonomo.

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