CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
La giornalista Enza Dell'Acqua
Libertà  di stampa 03 Gen 2017

Calabria: una raccolta di firme contro Enza Dell'Acqua, accusata di killeraggio giornalistico. Fnsi: «Non c'è pace per la libertà  di stampa»

I suoi articoli di denuncia non piacciono ai cittadini di Nicotera, che danno il via a una raccolta di firme da inviare al direttore del giornale con l'obiettivo di mandarla a casa. Succede alla cronista del Quotidiano del Sud, Enza Dell'Acqua. La Fnsi: «I media nazionali riprendano le sue inchieste». Parisi (Sindacato giornalisti Calabria): «Cosa dovremo aspettarci la prossima volta?»

La libertà di stampa non conosce pace. L’ultima storia di attacchi ai giornalisti che con il loro lavoro "illuminano" le storture della società arriva dalla Calabria, dove - come denunciato dall'Assostampa regionale - la collega Enza Dell'Acqua ha dovuto trascorrere il giorno di San Silvestro in una caserma dei carabinieri per sporgere denuncia.

Una vicenda sulla quale sono intervenuti anche il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, che condividono le preoccupazioni e le denunce del Sindacato giornalisti della Calabria e del responsabile per la legalità della Fnsi.

«La collega – dicono i vertici della Fnsi – ha sempre svolto con coraggio il suo lavoro di cronista e con le sue inchieste ha contribuito a svelare il malaffare nella città di Nicotera, Comune di recente commissariato per mafia. Ora contro di lei è stata addirittura promossa una raccolta di firme con lo scopo dichiarato di ridurla al silenzio. Questo è inaccettabile».

La Fnsi chiede dunque, in primo luogo ai media nazionali, non solo di illuminare questa triste vicenda, ma soprattutto di riprendere le inchieste di Enza Dell’Acqua che hanno provocato tale intollerabile aggressione, creando così una scorta mediatica a difesa della collega e di tutti i giornalisti finiti "nel mirino" per via del proprio lavoro.

Iniziamo riportando qui sotto l'ultima inchiesta pubblicata dalla collega Enza Dell’Acqua, i cui articoli sono online sul blog enzadellacqua.blogspot.it. A seguire gli interventi del Sindacato giornalisti della Calabria e del responsabile per i progetti di educazione alla legalità della Fnsi, Michele Albanese.

La manifestazione del Movimento 14 luglio a Vibo il 19 dicembre
di Enza Dell’Acqua
Nicotera. Punto di ritrovo e di partenza, per i militanti del Movimento 14 luglio, come sempre, Nicotera Marina, quartier generale del civico sodalizio. Si sono ritrovati di buon ora con striscioni, tamburi e fischietti. Poi, fatta la conta degli attivisti presenti, sono partiti. Destinazione Vibo Valentia, e precisamente Corso Vittorio Emanuele, dove vi sono le sedi di due importanti enti che, nelle intenzioni del comitato, sono tenuti a dare risposte ai cittadini: la prefettura e l’Asp. Tuttavia, è proprio nei confronti dell’Azienda sanitaria provinciale che i militanti hanno rivolto le loro rimostranze. Le ultime analisi pubblicate, il 7 novembre scorso, certificano che l’acqua di Marina è conforme ai parametri stabiliti dalla legge. Dato, questo, in netto contrasto con il colore del prezioso liquido: una tonalità cha va dal giallo al marrone che la rende completamente inutilizzabile. C’è poi la questione del manganese. Gli esami resi noti dall’Asp il 26 ottobre rilevano che nelle frazioni Preitoni e Marina  il livello del temibile metallo è rispettivamente, 53 mg/L e 62mg/L. Considerato che il valore limite è di 50 mg/L, sfora, anche se di poco, i parametri stabiliti dalla legge. Ma non solo. Nella lista delle analisi mancherebbero all’appello altri importantissimi parametri, ad esempio quello relativo  alla pseudomonas auriginosa, che pure risultava essere presente nell’acqua che arrivava nelle case dei cittadini di Marina già nel maggio del 2015 quando l’allora amministrazione in carica effettuò degli esami in autotutela, mentre già era in corso l’ordinanza diramata dal sindaco di divieto del consumo di acqua dell’ottobre del 2014. Nel corso di un tavolo tecnico, tenutosi presso gli uffici Asp lo scorso novembre, tra i relatori si parlò, in via ufficiosa, dell’eventualità di rimuovere i divieti di non potabilità in Marina e a Ricadi, dato che gli esami risultavano nella norma. Pochi giorni dopo sul sito dell’Asp furono pubblicati gli esiti dei controlli che sentenziavano la conformità dell’acqua, nei due centri sopracitati, tant’è vero che la sindaca di Ricadi, Giulia Russo, revocò l’ordinanza per le frazioni di Santa Maria e Santa Domenica, interessate alla criticità. Per quanto riguarda Nicotera Marina, invece, la commissaria Lucia Iannuzzi non ha inteso rimuovere il divieto di consumo forse perché a conoscenza della pessima colorazione dell’acqua e delle legittime lamentele dei cittadini. Ma il disappunto del comitato è rivolto anche alla Sorical. La famosa società calabrese per la gestione dell’acqua ormai da tempo è sottoaccusa da parte del Movimento. Le si addebitano le cause di una così critica condizione dell’approvvigionamento idrico, nonostante il notevole onorario pagato dal Comune di Nicotera (qualcosa come 300 mila euro annui), e nonostante i costosissimi lavori realizzati la scorsa estate presso l’acquedotto Medma (750 mila euro i soldi spesi). Per questi motivi il forte auspicio del comitato è il distaccamento dalla Sorical mediante la costruzione di due pozzi, precisamente in località Santa Barbara. Per queste ragioni ieri mattina il Movimento ha marciato sul corso principale di Vibo, un Movimento, c’è da dire, ormai sfilacciato: una quarantina di persone in tutto. Sicuramente decimato, rispetto alla scorsa estate quando ad occupare il Comune erano almeno trecento cittadini trasformatisi in agguerriti militanti. Forse qualcosa è cambiato, ora esiste un “direttorio” che dirama proclami: l’organizzazione è ormai verticistica, Arturo Lavorato e lo zio, Tonino D’Agostino, sono figure apicali; il Movimento ha assunto così una struttura familistica, nella migliore tradizione calabrese. D’altronde a zio e nipote vanno ascritte grandi doti strategiche e organizzative: «La manifestazione di oggi- ha dichiarato Lavorato- è un avvertimento: se non riprende un piano concreto di messa in opera di interventi calendarizzato, noi riprendiamo come questa estate e peggio di questa estate».

Petizione bavaglio contro la giornalista Dell’Acqua
di Francesco Cangemi per Giornalistitalia.it
La cronista della redazione di Vibo Valentia de “Il Quotidiano del Sud” è stata vittima di un episodio veramente sgradevole. Nel suo paese, Nicotera, un gruppo di persone si è unito sotto la sigla “Movimento 14 luglio” per raccogliere firme contro di lei e inviarle poi al direttore del suo giornale con l’obiettivo di mandarla a casa. Il motivo, secondo questo documento-petizione, è da ricercare nel fatto che la Dell’Acqua farebbe «scorretta informazione» sulla situazione idrica della città, denunciandone, nei suoi articoli, i problemi.
La giornalista è nel mirino già da un po’. È stata lei, infatti, a scrivere di un elicottero atterrato in paese per il matrimonio del nipote del boss e che ha portato gli sposi proprio in centro, in barba a tutte le procedure di legalità. Una vicenda che portò, nell’ottobre scorso, alle dimissioni del sindaco di Nicotera, Franco Pagano, che, nel recente passato, aveva denigrato la giornalista pubblicamente per la sua conformazione fisica.
Per Enza Dell’Acqua, però, i problemi legati alla sua attività di cronista non sono finiti qui. Un mesetto fa, infatti, la giornalista, insieme a Lia Staropoli, presidente dell’associazione antimafia ConDivisa, è stata vittima di attacchi molto pesanti all’interno di un gruppo Facebook denominato “Al di sopra della legge – Intoccabili autorizzati a delinquere” fondato da persone vicine ad alcune famiglie criminali del vibonese e poi chiuso dalla polizia postale. Tutte queste vicende sono state segnalate dalla giornalista alle forze dell’ordine.
«Come se non bastassero le querele temerarie e le minacce di morte, adesso ci troviamo a fare i conti persino con la raccolta di firme, che non esiterei a definire come una vera e propria petizione bavaglio, contro il giornalista, in questo caso la giornalista, che non piace al “potente” di turno: di questo passo cosa dovremo aspettarci la prossima volta?». Commenta così quanto sta accadendo ad Enza Dell’Acqua, Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, che, esprimendo «piena solidarietà alla collega», tiene a ribadire che «non basterà di certo un’improvvisata raccolta di firme per fermare il diritto di cronaca».
«A rendere ancor più grave e preoccupante la vicenda che vede la giornalista del Quotidiano come bersaglio – incalza Parisi – è il fatto che tutto ciò stia succedendo in Calabria, una regione, una terra in cui c’è bisogno più che altrove di informazione, di sapere, di conoscere, di portare alla luce quanto accade ogni giorno più e meno sommessamente. È in questo senso che i cittadini dovrebbero muoversi, organizzarsi e manifestare. Per rivendicare il sacrosanto diritto di essere informati. Sempre e comunque. Anche, anzi soprattutto quando la verità è amara»

Michele Albanese, responsabile legalità della Fnsi: «Si avvelena un clima già pesante in una zona ad alta densità mafiosa»
VIBO VALENTIA – In alcuni negozi di Nicotera, nel vibonese, è in atto una raccolta firme per una petizione promossa dal "Movimento 14 luglio" contro la giornalista del Quotidiano del Sud Enza Dell’Acqua accusata di fare "scorretta informazione". Accusa che si riferirebbe alla potabilità dell’acqua che a Nicotera sta provocando problemi da tempo e che è al centro di un’inchiesta della magistratura. Sulla vicenda è intervenuto Michele Albanese, delegato nazionale alla Legalità della Fnsi, il sindacato dei giornalisti.
«La replica ad un articolo è un diritto sancito dalla legge – afferma in una dichiarazione Albanese – ma arrivare ad avviare una petizione per accusare un giornalista, in questo caso una giornalista, di killeraggio e di diffamazione è violenza pura, verbale per il momento, ma di violenza si tratta. Un atto che crea sconcerto per il metodo usato che potrebbe creare pericoli alla collega Enza dell’Acqua, corrispondente del Quotidiano del Sud da Nicotera in provincia di Vibo Valentia, protagonista di questa triste ed inaccettabile vicenda. Avviare una petizione pubblica può portare qualcuno a gesti inconsulti e quindi esporre a rischi la collega. Mi auguro che il movimento civico che ha dato origine all’iniziativa recuperi il valore del confronto civile e democratico e abbandoni scelte ed iniziative che avvelenano il clima già di per sé pesante in una zona ad alta densità ‘ndranghetistica».
Nicotera, nei mesi scorsi, è stata teatro della vicenda dell’elicottero atterrato nella piazza del paese in occasione di un matrimonio. Vicenda su cui sta indagando la Procura della Repubblica e che ha contribuito allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose – per la terza volta in 15 anni – al termine di un’istruttoria avviata ben prima della vicenda degli sposi in elicottero. (Ansa)

@fnsisocial

Articoli correlati