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Ordine 25 Ago 2006

Capezzone torna alla carica contro l'Ordine: "Riconoscere chi fa davvero il giornalista" Del Boca: "Disponibili al dialogo ma solo per una riforma della legge istitutiva" Il segretario dei Radicali: "Reazione 'tassinara' contro di me"

Il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, torna sulla proposta di abolizione dell'Ortdine dei giornalisti con un intervento pubblicato da «il Giornale», sotto il titolo «L'equivoco della tessera da giornalista», nel quale rilancia la proposta di considerare «giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perchè a questo dedica la sua attività lavorativa e professionale», e ribatte al presidente dell'Ordine, Lorenzo Del Boca, che dalle pagine dello stesso quotidiano lunedì aveva rigettato la proposta di abolizione e fatto carico alla classe politica della mai avvenuta riforma della legge istitutiva dell'Ordine

Il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, torna sulla proposta di abolizione dell'Ortdine dei giornalisti con un intervento pubblicato da «il Giornale», sotto il titolo «L'equivoco della tessera da giornalista», nel quale rilancia la proposta di considerare «giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perchè a questo dedica la sua attività lavorativa e professionale», e ribatte al presidente dell'Ordine, Lorenzo Del Boca, che dalle pagine dello stesso quotidiano lunedì aveva rigettato la proposta di abolizione e fatto carico alla classe politica della mai avvenuta riforma della legge istitutiva dell'Ordine

Un «curioso intervento» afferma oggi Capezzone delle parole di Del Boca, che «rimproverava a me (che sto in Parlamento da tre mesi!) una riforma non fatta da circa quarantatrè anni... Ma lasciamo perdere, e veniamo al punto. Primo. Sa dirmi Del Boca come mai l'Italia è l'unico paese o quasi del mondo occidentale ad avere una struttura di questo genere? E sa dirmi -chiede oggi il presidente della commissione Attività produttive della Camera- come mai, nonostante questo 'gioiellò chiamato a garantire (se ben capisco) il diritto dei cittadini ad essere informati, l'Italia è (a torto o a ragione) in fondo a tutte le classifiche mondiali sulla libertà di stampa?». «Secondo. Sa dirmi qualche altro difensore dell'Ordine come mai, nel mondo anglosassone (dove non esiste questa corporazione, ma -com'è giusto - vivono libere associazioni di professionisti, accanto ad un forte sindacato), c'è una severità e un'attenzione alla deontologia che qui non abbiamo mai visto neppure con il cannocchiale? Quando, qualche mese fa, un redattore del New York Times è stato beccato a copiare un articolo, non è stato cacciato solo lui ma (giusto o sbagliato che fosse) si è dimessa l'intera direzione del giornale», ricorda Capezzone. «Terzo. Sa dirmi qualche rappresentante dell'Ordine come mai questa struttura, così solerte - cito a caso - nel sanzionare Enzo Tortora all'indomani dell'infame inchiesta contro di lui, o a prendersela con Alberto Castagna, o a polemizzare con Mara Venier (perchè, secondo l'Ordine, le interviste le potrebbero fare solo i giornalisti iscritti!), o a contestare a il Giornale la pubblicazione di una foto, come mai - dicevo - questa struttura così solerte in queste occasioni sia - invece - ancora pressochè immobile nei casi di 'calciopolì e 'spiopolì, dove la tutela del diritto dei lettori non sembra avere fatto esattamente una buona fine?», lamenta Capezzone. «E allora, caro Del Boca, non facciamo come i tassisti più rumorosi e prepotenti -ammonisce Capezzone- quelli pronti a bloccare le città se qualcuno osa mettere in discussione lo status quo. Semmai, ci si ponga nello spirito aperto di Paolo Serventi Longhi, leader del sindacato dei giornalisti, che - in modo serio e senza barricate - si è detto disponibile a discutere. Tra l'altro, com'è noto, da Luigi Einaudi in poi (fino ad arrivare a tante autorevolissime firme del giornalismo), moltissimi hanno posto e continuano a porre la questione, ben al di là dei radicali. Perchè non discuterne, allora?». «Il meccanismo che abbiamo proposto è quello adottato da quasi tutti i paesi del mondo, a partire dalla Francia: sia considerato giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perchè a questo dedica la sua attività lavorativa e professionale. A meno che qualche solone non voglia negare il titolo di giornalista a chi, come Antonio Russo, non aveva tessere, ma raccontò attraverso Radio Radicale (dall'Algeria alla Bosnia alla Cecenia, pagando di persona) quello che tanti illustri 'tesseratì non videro o finsero di non vedere», conclude Capezzone. (Adnkronos) PRESIDENTE ODG LAZIO, OBIETTIVO RESTA MODIFICA LEGGE ISTITUTIVA «Ho già detto una prima volta che con il signor Capezzone, del quale non conosco l'iter professionale, non intendo dialogare, in quanto i presidenti degli Ordini dei giornalisti casomai dialogano con chi dovrebbe modificare la legge del '63, che noi per primi vogliamo cambiare, non adeguata ai tempi». Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, ribatte così all'intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, nuovamente a sostegno della proposta di abolizione dell'Ordine, secondo la logica di considerare «giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perchè a questo dedica la sua attività lavorativa e professionale». Tucci rivendica comunque l'adempimento da parte dell'Ordine dei doveri di sorveglianza in campo deontologico, a fronte delle critiche in materia di Capezzone al quale ricorda poi che l'Ordine regionale dovette intervenire nei confronti di Radio Radicale per garantire ai redattori l'inquadramento professionale. Tucci chiarisce anche i meccanismi che portarono alla sospensione dall'ordine di Enzo Tortora, criticata da Capezzone. «Nello specifico vorrei render noto che l'Ordine è intervenuto sempre e comunque nei confronti dei colleghi che hanno violato le norme deontologiche», afferma Tucci che sottolinea come «a Radio Radicale, emittente che il signor Capezzone dovrebbe conoscere, intervenimmo noi dell'Ordine del Lazio perchè le persone che lavoravano all'interno della redazione non erano inquadrati nella legge professionale ed erano pagati come semplici impiegati». «Da allora anche il direttore Massimo Bordin -ricorda il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio- è divenuto giornalista professionista grazie a noi». Tucci spiega infine che, «il collega Enzo Tortora fu sospeso dall'Ordine dei giornalisti perchè la legge prevede che quando un iscritto viene condotto in carcere, lo stesso venga sospeso per tutto il tempo della detenzione, per poi essere in caso reiscritto a reclusione finita». (Adnkronos) DEL BOCA: 'DISPONIBILI AL DIALOGO SOLO PER RIFORMARE LEGGE ISTITUTIVA' «Nessuno si esime dalla discussione, ma se la discussione vuole puntare all'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti è un dialogo suicida, nessuno può chiederci di ucciderci da soli». A parlare è Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti, che ribatte così all'intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, oggi su «il Giornale». Capezzone rispondeva a sua volta ad un precedente intervento, sullo stesso quotidiano, di Del Boca in merito alla proposta di legge dei Radicali per l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti. «Se invece si dovesse trattare -aggiunge Del Boca- di un dialogo per una riforma credibile dell'Ordine, saremmo disponibili, perchè siamo proprio noi che l'abbiamo sollecitata, anche se non abbiamo trovato ancora una risposta in Parlamento». Il presidente dell'Ordine ribadisce infine che «l'Ordine potrebbe funzionare meglio solo se ci fosse una riforma della legge attualmente in vigore». (Adnkronos) PRESIDENTE ODG MILANO, PER CATEGORIA CONSEGUENZE DEVASTANTI «Abolire l'Ordine dei Giornalisti avrebbe soltanto conseguenze devastanti, perchè la categoria non sarebbe più tutelata». A parlare è Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, che ribatte così All'intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani a sostegno della propria proposta di abolizione dell'Ordine. «Mi batto da trent'anni -afferma Abruzzo- per ottenere un assetto innovativo, per avere una riforma della legge '63 dell'Ordine professionale» il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia spiega inoltre che sarebbe d'accordo «soltanto con l'abolizione di tutti gli Ordini professionali, ovvero di tutte le categorie. Sarebbe necessaria, dunque, una riforma totale, dove tutti gli albi dovrebbero essere gestiti direttamente dal Parlamento, e dipendere soltanto da esso». (Adnkronos) SEGRETARIO RADICALI REPLICA A DEL BOCA, ABRUZZO E TUCCI «Mi pare che la reazione di Del Boca, Abruzzo e Tucci sia come dire un pò 'tassinarA'. Mi pare cioè che anzichè rendersi disponibili ad aprire un dibattito su un'anomalia italiana, come gli sto chiedendo, non solo io ma anche la Federazione Nazionale della Stampa e decine e decine di giornalisti, direttori ed editorialisti, si stiano muovendo come tre 'tassistì che si oppongono, in modo insieme prepotente nelle modalità e debole negli argomenti a qualunque discussione». Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, controreplica così alle reazioni di Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti, Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, sul suo intervento per l'abrogazione dell'Ordine. «La verità -aggiunge Capezzone- è che c'è una domanda a cui non vogliono, non sanno e non possono rispondere e cioè: perchè l'Italia è quasi l'unico paese del mondo ad avere una corporazione del genere? E non lo ripeto soltanto io, in modo ben più rilevante lo chiese Einaudi, ben 60 anni fa, e oggi lo chiedono anche alcuni tra i massimi giornalisti italiani». (Adnkronos) PRESIDENTE ODG LAZIO, DISCUTEREMO SOLO ATTORNO A TAVOLO ISTITUZIONALE «Il signor Capezzone pensi ai problemi del suo partito. Ai problemi dell'Ordine dei Giornalisti ci pensiamo noi. Intendiamo discutere soltanto attorno ad un tavolo istituzionale per la modifica della nostra legge istitutiva, che da tanto tempo chiediamo». Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, controreplica così a Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, che ha definito le repliche al suo ritorno sulla proposta di abolizione dell'Ordine, come dettate da spirito 'tassinarò, riferendosi alle recenti proteste dei tassisti italiani contro la liberalizzazione del loro settore. (Adnkronos) STORACE: CAPEZZONE NON USI I TASSISTI PER INSULTI «Il carissimo amico Bruno Tucci eccede nella sua polemica con Capezzone. L'Ordine dei giornalisti non riguarda solo chi vi è iscritto, ma tutti i cittadini che hanno diritto ad essere rispettati e tutelati proprio nel nome della deontologia professionale». A parlare è il senatore di Alleanza nazionale, Francesco Storace. «Del resto, come insegna il caso de 'l'Unita» che mi riguardò -aggiunge- l'Ordine dei giornalisti ha soltanto tutelato l'amor di casta. A Capezzone -conclude- dico invece che anche lui deve rispettare le categorie, a cominciare dai tassisti che usa come insulto». (Adnkronos) PRESIDENTE NAZIONALE ODG, NON SI VEDE PERCHÈ BUTTARLO VIA «A me non interessa quello che avviene in Europa, ma ciò che avviene in Italia: l'Ordine nel nostro paese c'è, ed è un patrimonio professionale, non si vede perchè buttarlo via. L'ordine deve essere riformato, ma non può farcela da solo, ha bisogno dell'aiuto del Parlamento». Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti, controreplica così a Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, nella 'querelle' sull'abolizione dell'Ordine. «Ho tentato -aggiunge Del Boca- di dimostrare che l'anomalia italiana non è l'Ordine, ma semmai il sindacato. In giro per il mondo ci sono organizzazioni di giornalisti che si autodefiniscono un sindacato ma non sono titolari di un contratto di lavoro, nè di qualunque iniziativa che abbia carattere sindacale, quindi non un sindacato ma un ordine». Il presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti conclude affermando che «se Capezzone volesse mettersi a capo di un movimento per la realizzazione della riforma dell'Ordine, non può che essere il benvenuto». (Adnkronos)

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