Associazione della Stampa Emilia Romagna, Associazione Stampa Modena e Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna hanno diffuso, martedì 12 agosto 2025, una nota congiunta dopo che la Procura di Modena ha dato conto, «solo 18 giorni dopo, del ritrovamento di un cadavere di un uomo che potrebbe essere stato ammazzato».
Ordine, Aser e Asm esprimono «profonda preoccupazione per l'ennesimo episodio che conferma una tendenza allarmante alla limitazione del diritto di cronaca da parte della Procura di Modena. Il recente caso del ritrovamento del corpo di un uomo, reso noto solo 18 giorni dopo e attraverso un comunicato estremamente sintetico - rilevano i rappresentanti regionali dei giornalisti - rappresenta un grave vulnus per la trasparenza e per il corretto rapporto tra istituzioni e cittadini. Il comunicato della Procura non riporta elementi essenziali per comprendere le circostanze del fatto. Tutto questo avviene mentre non si esclude l'ipotesi di omicidio. Una comunicazione lacunosa non solo alimenta incertezza e sfiducia nell'opinione pubblica, ma ostacola anche il lavoro dei giornalisti, che hanno il compito di garantire ai cittadini un'informazione completa, accurata e tempestiva».
Per sindacato e Ordine, «in un sistema democratico trasparenza e tempestività devono prevalere. Le Procure, soprattutto in casi di evidente rilevanza pubblica, hanno il dovere di informare tempestivamente e in modo esaustivo. Al contrario, da tempo si assiste a un progressivo deterioramento del rapporto tra stampa e inquirenti: le occasioni di confronto diretto sono pressoché scomparse, sostituite da comunicazioni tardive e frammentarie. Ribadiamo che il diritto a essere informati è un diritto fondamentale dei cittadini e chiediamo con forza un cambio di rotta: serve maggiore trasparenza, tempestività e disponibilità al confronto. Solo così sarà possibile garantire un'informazione responsabile, nel pieno rispetto dei diritti di tutti e della verità dei fatti. Siamo al fianco dei colleghi impegnati quotidianamente a svolgere il proprio lavoro con professionalità e rigore deontologico e continueremo a vigilare - concludono Aser, Asm e Odg - affinché il diritto a una corretta informazione non venga sacrificato». (mf)