«La Federazione nazionale della Stampa italiana è d'accordo che la web tax dovrebbe essere in parte destinata all'editoria: il traffico e i profitti dei giganti del web vengono fatti proprio grazie ai contenuti giornalistici saccheggiati dalle piattaforme a scapito del fatturato degli editori tradizionali e della professionalità di migliaia di giornalisti». Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, commentando la proposta formulata dal presidente di Confindustria Radio Tv, Antonio Marano, di destinare una parte del gettito della tassa a riequilibrare un sistema pesantemente sbilanciato a favore degli over the top.
La proposta è stata accolta con favore anche dal presidente della Fieg, Andrea Monti Riffeser, che su questi temi ha annunciato giovedì 29 maggio 2025 di voler scrivere a tutti i parlamentari della Repubblica per chiedere una nuova legge sull'editoria.
«Ma se si vuole una nuova legge dell'editoria, che contenga elementi di ridistribuzione rispetto alle piattaforme online - nota ancora la segretaria generale Costante - gli editori italiani non possono pensare ad un lavoro giornalistico senza tutele, a retribuzioni più simili a quelle di un barista dell'autogrill (con tutto il rispetto per chi fa quel mestiere) e a CoCoCo che, con compensi che sono sotto la soglia di povertà, rappresentano la nuova frontiera della schiavitù. Così come al tavolo per il rinnovo contrattuale, che manca dal 2014, con stipendi che hanno perso il 19,3% del potere di acquisto, non è pensabile chiudere a qualsiasi proposta sull'equo compenso degli over the top anche ai giornalisti e per limitazioni all'uso dell'intelligenza artificiale per evitare la sostituzione del giornalista in carne e ossa con i chatbot».