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Il comunicato del Cdr in home page su espresso.repubblica.it
Editoria 07 Mar 2022

Gedi vende L'Espresso a Bfc Media. I giornalisti: «Sciopero delle firme, il prossimo numero non uscirà »

Il Cdr chiede «un incontro urgente con i rappresentanti dei due soggetti giuridici che da oggi avranno competenza sulla pubblicazione della testata». A seguito delle voci di cessione, Marco Damilano ha lasciato la direzione venerdì 4 marzo. Al suo posto il vicedirettore Lirio Abbate.

Il gruppo Gedi comunica «di aver ricevuto e accettato una proposta dalla società L'Espresso Media srl per l'acquisto da parte di quest'ultima dei rami d'azienda relativi al settimanale L'Espresso e alle Guide de L'Espresso».

In una nota, l'editore evidenzia che «sotto la nuova proprietà, che fa capo a BFC Media, un gruppo editoriale solido, che ha valorizzato economicamente la testata e che sta puntando sullo sviluppo di riviste periodiche, il settimanale L'Espresso potrà trovare maggiore allineamento nella strategia aziendale, rispetto alla direzione evolutiva che il Gruppo GEDI ha intrapreso e sta perseguendo da anni, centrata sull'informazione in real time per il grande pubblico e sullo sviluppo di contenuti digitali e multimediali per i quotidiani e le radio. Per accompagnare la fase di transizione, in base alle intese raggiunte, il settimanale – conclude Gedi – resterà abbinato all'edizione domenicale del quotidiano La Repubblica».

Dura risposta dell'assemblea di redazione alla notizia della vendita. «Dopo mesi di smentite e astratte rassicurazioni, il gruppo Gedi annuncia infine la vendita dell'Espresso. L'offerta che appena tre giorni fa "non era ancora stata formalizzata" e doveva per questo essere prima valutata, è invece stata formalizzata e accettata in tempi record», commentano i giornalisti.

«Si demolisce – incalzano – il castello eretto nei mesi scorsi dai vertici del gruppo Gedi, che così confermano la propria serietà e affidabilità. La stessa che ha portato nell'ultima settimana alle dimissioni del precedente direttore, arrecando un ulteriore pesantissimo danno d'immagine alla testata».

La redazione dell'Espresso, si legge in un documento del Cdr pubblicato anche sul sito web del settimanale, «esprime grande preoccupazione per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglie politiche, civili e culturali la propria ragion d'essere ed entra in un gruppo editoriale che finora si è concentrato su altri settori dell'informazione».

La redazione esprime «la propria ferma protesta per i modi in cui la trattativa sulla cessione della testata è stata condotta e per il risultato finale di un negoziato che per mesi metterà l'Espresso in una situazione che non ha precedenti nella storia dell'editoria italiana, di fatto una co-gestione sospesa tra due proprietà. Una vecchia proprietà che ha affermato la "non strategicità" della testata e un'altra società promessa acquirente di cui al momento non è dato sapere che tipo di obiettivi si pone per il giornale».

Una situazione «che rende impossibile il sereno lavoro dell'intero corpo redazionale. Per questo – concludono i rappresentanti sindacali – l'assemblea dell'Espresso proclama lo sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che online, e conferma l'astensione dal lavoro per impedire l'uscita del prossimo numero. Chiediamo inoltre un incontro urgente con i rappresentanti dei due soggetti giuridici che da oggi avranno competenza sulla pubblicazione della testata».

Le notizie sulla cessione del settimanale avevano già provocato la reazione dei giornalisti e del direttore dell'Espresso, Marco Damilano, che venerdì 4 marzo aveva presentato le dimissioni, contestando la decisione dell'editore di vendere lo storico giornale. Al suo posto Gedi ha nominato alla direzione della testata Lirio Abbate, già vicedirettore.

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