Fa discutere in Egitto la nomina dell'esponente dei Fratelli Musulmani, Salah Abdel Maqsood, alla guida del ministero dell'Informazione. Tra i giornalisti c'è un coro di richieste di abolizione del dicastero. Per Wael al-Abrashi, conduttore del seguito talk show el-Hakika (La Verita'), si tratta di una decisione che ''mette in pericolo la libertà di informazione''.
Così, afferma in un'intervista ad Aki - Adnkronos International, si ripetono gli errori del passato, ''ricorrendo agli stessi metodi del partito dell'ex presidente Hosni Mubarak''.
''Innanzitutto - dice al-Abrashi - non bisognava nominare un ministro dell'Informazione perché questo dicastero non esiste nei Paesi democratici, ma solo nei regimi dittatoriali. E il motivo è chiaro: viene utilizzato solo per diffondere il punto di vista del regime''. In ogni caso, prosegue, ''visto che si è deciso di mantenere il ministero allora sarebbe stato più saggio affidarlo a un indipendente'' e non a un ''esponente dello stesso partito del presidente''.
''Cosi' - ribadisce il conduttore televisivo, che teme un'ulteriore ''stretta sulla liberta' d'informazione'' - si torna indietro all'epoca di Mubarak''. D'accordo con al-Abrashi è il giornalista radiofonico Hussein al-Nazer. ''Il problema non è se il ministro sia dei Fratelli Musulmani o meno, il problema vero - dice in un colloquio con Aki - è che questo incarico non dovrebbe più esistere''. Per l'Egitto del dopo-Mubarak, conclude, ''ci vogliono media indipendenti''. (IL CAIRO, 2 AGOSTO - ADNKRONOS/AKI)