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Fnsi 10 Mag 2002

Il Segretario Generale replica a Panorama: A Rondolino non piace l’unità della Fnsi

Il Segretario Generale replica a Panorama: A Rondolino non piace l’unità della Fnsi

Il Segretario Generale
replica a Panorama:
A Rondolino non piace
l’unità della Fnsi

Egregio direttore, leggo sul n. 20 del 16 maggio 2002 del Tuo settimanale un editoriale di Fabrizio Rondolino che mi riguarda. Ringrazio Te e Rondolino per l’attenzione alle prese di posizione che provengono dal sindacato dei giornalisti. Una piacevole novità dopo anni di silenzio. Però alcune affermazioni, inutilmente velenose, meritano una risposta. Rondolino mi accusa di fare politica, di brandire l’ideologia, di parlare solo di assetti proprietari invece di occuparmi di contratti, di aumenti e di qualifiche. Non so dove sia vissuto in questi anni questo nostro collega. Per ben ventiquattro mesi abbiamo battagliato con gli editori per avere un contratto che ha difeso la professione, ha allargato i diritti ai colleghi dell’on line e aperto tutele contrattuali ai giornalisti freelance. Per non parlare poi del non insignificante aumento in busta paga. Oltre a fare questo abbiamo difeso in questi anni la professione nelle redazioni e nel Paese da svariati attacchi da parte di editori, di magistrati e di alcuni politici con cui Rondolino ha avuto diverse frequentazioni. Ho espresso dunque nel passato ed oggi, come segretario della FNSI e come cittadino, preoccupazioni per la situazione del settore dell’informazione ampiamente condivise dalla categoria. Queste preoccupazioni e la linea del sindacato dei giornalisti sono contenute nei documenti approvati a larghissima maggioranza dal Congresso della FNSI dello scorso novembre. Mi sono, quindi, limitato a proseguire in una battaglia storica del nostro sindacato per la libertà dell’informazione e per i diritti dei giornalisti. Ricordo, inoltre, a Rondolino che i suoi auspici a spaccare la Fnsi e a moltiplicare i sindacati dei giornalisti per uniformarci alla litigiosa e pletorica realtà politica italiana non sono proprio nuovi. Sono gli stessi che il ministro Gasparri ha espresso nel nostro recente congresso di Montesilvano e che ha ricevuto, negli atti successivi e nelle contestazioni al momento (anche da parte di colleghi politicamente collocati nel centro destra) una sonora disapprovazione. Sul fatto, poi, che chi fa sindacato non lavora ed è lontano dalle redazioni lo lascio al peggiore armamentario di tipo qualunquista-leghista. Sarebbe bastato, per ciò che mi riguarda, che si informasse meglio. Ma veniamo alla sostanza. Rondolino non vede problemi seri, ma solo necessità di chiarimenti, per l’accrescimento della presenza di Ligresti, buon amico di Silvio Berlusconi, nella proprietà di Hdp. Sono contento che mi abbia chiarito questo dubbio. Ero convinto che un Primo Ministro che possedesse tre reti televisive, ne controllasse altre tre pubbliche inserendo un altro suo buon amico (Datamedia) a capo dei sondaggi, che avesse il controllo del più grande settimanale di questo Paese e della maggiore rete di periodici italiani, di due quotidiani e che vedesse avere più peso nella proprietà del primo e prestigioso quotidiano nazionale, leggasi Corriere della Sera, di un altro suo buon amico, fosse un problema serio di democrazia e una forte minaccia per l’autonomia dell’informazione. Scopro che tutto questo non sarebbe vero. Mi compiaccio di questa serena e disinteressata analisi di Rondolino. I giornalisti italiani, sono certo, non la pensano come lui. Sono, invece, fortemente preoccupati. Sarà forse per questo motivo che, credo, rimarrò segretario di un sindacato unitario dei giornalisti e che non sarò l’ultimo di questa schiera. Fatte queste precisazioni mi auguro che sia possibile ragionare seriamente dei problemi della comunicazione evitando anatemi, attacchi personali e inutili pregiudizi. Distinti saluti. Paolo Serventi Longhi P.S. Serpenti Lunghi mi chiamavano da bambino a scuola

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