CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 09 Giu 2004

Iran: Un anno di detenzione arbitraria per Reza Alijani, vincitore del 10mo premio Reporters sans frontières-Fondation de France

Iran: Un anno di detenzione arbitraria per Reza Alijani, vincitore del 10mo premio Reporters sans frontières-Fondation de France

Iran: Un anno di detenzione arbitraria per Reza Alijani, vincitore del 10mo premio Reporters sans frontières-Fondation de France

Reporter senza frontiere chiede la liberazione di Reza Alijani, caporedattore del mensile Iran-e-Farda, e vincitore del premio Reporters sans frontières-Fondation de France 2001, detenuto dal 14 giugno 2003 insieme a Hoda Saber, uno dei direttori di Iran-e-Farda, e di Taghi Rahmani, del settimanale Omid-e-Zangan, per una vicenda caratterizzata dalla massima opacità possibile. Reza Alijani è attualmente l’unico vincitore in prigionia del premio Reporters sans frontières-Fondation de France. Detenuto inizialmente in regime di isolamento e poi trasferito nel carcere speciale di Evin, il giornalista sta per celebrare tristemente il suo primo anniversario di detenzione arbitraria insieme a Hoda Saber e Taghi Rahmani. Malgrado le dichiarazioni piene di buone intenzioni del capo dell’autorità giudiziaria, Mahmoud Hachemi Chahroudi, che annunciavano l’introduzione di misure mirate a far rispettare la legge in Iran, la detenzione di Reza Alijani dimostra invece quanto la Repubblica islamica ancora lontana dal soddisfare le condizioni minimali di rispetto dei diritti umani. "Nel momento in cui l'Unione europea sta per ravviare, per il quarto anno consecutivo, il suo "dialogo costruttivo" su questa questione, il 14 e15 giugno prossimo, Reporter senza frontiere ricorda che nel paese la libertà di stampa non fa che peggiorare e che è arrivato il momento che le istituzioni comunitarie tirino le dovute conseguenze e condannino fermamente questo regime ", dichiara l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. Riepilogo dei fatti Il 10 maggio 2003 al termine di un processo a porte chiuse, Reza Alijani viene condannato a sei mesi di carcere e a 10 anni di privazione dei diritti civili, mentre Taghi Rahmani è condannato a 11 anni di carcere e a 10 anni di sospensione dai suoi diritti civili, e Hoda Saber a 10 anni di carcere, più 10 anni di privazione dei diritti civili. I tre giornalisti sono condannati per le loro attività professionali. Come previsto dalla legge, dopo il pagamento di una forte cauzione, rimangono in libertà in attesa del processo d’appello. Il 14 giugno 2003, i tre uomini vengono arrestati senza motivo per ordine del procuratore di Teheran, Saïd Mortazavi. Il 15 ottobre, Golamhossein Elham, portavoce del potere giudiziario, conferma che i tre giornalisti stanno scontando la loro pena detentiva, ma non precisa i motivi della loro incarcerazione, né la data del loro processo. Fino al 30 ottobre, vengono tenuti in regime di isolamento. In seguito, possono condividere la stessa cella, ma gli avvocati non hanno accesso ai dossier dei loro clienti e le famiglie non ottengono il regolare diritto di visita. Il 1° maggio 2004, Reza Alijani apprende che avrà luogo il processo d’appello. Il giorno successivo, gli avvocati dei tre giornalisti dichiarano in una conferenza stampa: " Non abbiamo ricevuto nessuna informazione relativa alle condanne e non abbiamo accesso ai dossier dei nostri clienti". Fino al 7 giugno scorso, non è stato consegnata agli avvocati la documentazione relativa al processo e nessuna ragione ufficiale giustifica la detenzione dei tre uomini. Reza Alijani, elementi bibliografici. Nel 1992, Reza Alijani inizia a lavorare nella redazione di Iran-e-Farda. Diventato caporedattore, il mensile diventa per scelta editoriale di Reza Alijani il magazine di riferimento per i partigiani delle riforme e acquisisce una grande popolarità presso gli studenti. A quel punto, Reza Alijani viene convocato a diverse riprese dai tribunali rivoluzionari per i suoi articoli in difesa della libertà di espressione. Torturato e detenuto negli anni ’80 per la sua partecipazione a una pubblicazione clandestina, Reza Alijani era già noto alle autorità iraniane. Nel gennaio 1999, viene minacciato di morte dall’organizzazione integralista che aveva rivendicato l’assassinio di alcuni intellettuali nel 1998. Ma Reza Alijani non si fa ridurre al silenzio e in un’intervista al quotidiano Arya evoca, per la prima volta in Iran, gli assassinii di migliaia di prigionieri per mano delle autorità nel 1988. Il 24 febbraio 2001, ovvero 10 mesi dopo l’interdizione dalla pubblicazione della testata Iran-e-Farda, il giornalista viene arrestato dagli agenti di sicurezza e detenuto per 200 giorni in una cella singola prima di essere trasferito con i due giornalisti Hoda Saber e Taghi Rahmani. Il 16 dicembre 2001, viene liberato dietro il pagamento della cauzione. Il 10 maggio 2003 ha inizio il processo di primo grado dove viene liberato dietro il pagamento della cauzione per poi essere nuovamente imprigionato il 14 giugno 2003. Reza Alijani, 42 anni, è padre di due figli. Con 13 giornalisti dietro le sbarre, l'Iran è la più grande prigione del Medio-Oriente per i professionisti dell’informazione.

@fnsisocial

Articoli correlati