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Unione Europea 07 Mar 2012

La giornalista Buthayna Kamel, candidata alle presidenziali"Sono contro i militari che non vogliono donne al potere"

La candidatura di una donna alle prossime elezioni presidenziali in Egitto "è di per sé stessa una vittoria per tutte le categorie emarginate" della società. Ne è convinta la giornalista egiziana , aspirante candidata alle prime presidenziali dell'epoca post-Mubarak. In un'intervista ad Aki-Adnkronos International in occasione della Giornata internazionale della donna, la Kamel spiega che "sotto il governo del Consiglio supremo delle forze armate (che ha preso il potere dopo la caduta di Mubarak, ndr) si è assistito a complotti contro la rivoluzione e i rivoluzionari, e la donna è stata in prima linea, mostrando grande coraggio. Per questo - precisa - l'hanno ostacolata come hanno ostacolato la rivoluzione".

La candidatura di una donna alle prossime elezioni presidenziali in Egitto "è di per sé stessa una vittoria per tutte le categorie emarginate" della società. Ne è convinta la giornalista egiziana , aspirante candidata alle prime presidenziali dell'epoca post-Mubarak. In un'intervista ad Aki-Adnkronos International in occasione della Giornata internazionale della donna, la Kamel spiega che "sotto il governo del Consiglio supremo delle forze armate (che ha preso il potere dopo la caduta di Mubarak, ndr) si è assistito a complotti contro la rivoluzione e i rivoluzionari, e la donna è stata in prima linea, mostrando grande coraggio. Per questo - precisa - l'hanno ostacolata come hanno ostacolato la rivoluzione".

Ciò è emerso chiaramente "dai primi emendamenti costituzionali, con una riduzione del numero delle donne ministro nel governo", ha sottolineato la possibile candidata, che è uno dei volti più noti tra i giornalisti della tv egiziana. "Questo è accaduto poiché i militari hanno una mentalità conservatrice - continua – non sono per le libertà e i diritti delle donne". Ma la rivoluzione esplosa in Egitto il 25 gennaio 2011 è servita anche a cambiare questo modo di pensare. "Se non fosse stato per la rivoluzione, non mi sarei mai potuta candidare", afferma.
"È la rivoluzione ad aver dato questo diritto alla donna", precisa la Kamel, la quale è convinta che le sue chance di vittoria "sono analoghe a quelle degli altri candidati, ossia nessuna. Oggi - spiega - si parla di un presidente di consenso, che di fatto è un piano per nominare un presidente, e non per eleggerlo".
Di conseguenza, "non penso alla vittoria, ma non intendo neanche ritirarmi come ha fatto l'ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohammed El Baradei", sottolinea la giornalista, che intende andare avanti "affinché le donne si riapproprino del diritto a candidarsi alla carica presidenziale".
In Egitto "la donna è considerata un cittadino di seconda categoria, come i copti o i nubiani, per questo la mia candidatura mira a sostenere gli emarginati", aggiunge la Kamel, la quale auspica che "la competenza (dei candidati) sia l'unico criterio di valutazione per tutti. Mi candido per tutti gli egiziani - conclude la Kamel - e mi occuperò dei diritti di tutti".(IL CAIRO, 7 MARZO - ADNKRONOS/AKI)

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