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Unione Europea 10 Mag 2012

La Nigeria è il paese africano più pericoloso per i giornalisti

La Nigeria è tra le nazioni africane più pericolose per i giornalisti. Il riconoscimento arriva da chi se ne intende, ovvero dall'associazione di Reporters sans frontieres (Rsf) che ha compiuto uno studio sul mondo dell'informazione nigeriana nel primo trimestre 2012. In questo arco di tempo - si legge nel rapporto di Rsf - è stato possibile analizzare abusi quotidiani contro la libertà di stampa, pratiche ostruzionistiche all'accesso all'informazione, arresti arbitrati e minacce di nuovo tipo, come quelle arrivate ultimamente da Boko Haram, il gruppo terroristico di matrice islamica.

La Nigeria è tra le nazioni africane più pericolose per i giornalisti. Il riconoscimento arriva da chi se ne intende, ovvero dall'associazione di Reporters sans frontieres (Rsf) che ha compiuto uno studio sul mondo dell'informazione nigeriana nel primo trimestre 2012. In questo arco di tempo - si legge nel rapporto di Rsf - è stato possibile analizzare abusi quotidiani contro la libertà di stampa, pratiche ostruzionistiche all'accesso all'informazione, arresti arbitrati e minacce di nuovo tipo, come quelle arrivate ultimamente da Boko Haram, il gruppo terroristico di matrice islamica.

In effetti dalle minacce si è passati ai fatti: il 27 aprile, mese non compreso nel rapporto di Rsf, Boko Haram ha rivendicato gli attentati compiuti in due città, tra cui la capitale Abuja, contro quattro redazioni di tre quotidiani di rilevanza nazionale (9 morti, nessun giornalista). Nel periodo esaminato dallo studio, Rps ha invece registrato l'uccisione di un giornalista, la morte di un altro collega ma probabilmente per cause non riconducibili alla professione, nove assalti di vario genere, sette arresti, quattro sequestri di attrezzature, tre citazioni in tribunale, la chiusura di una tipografia, più altri episodi minori. Una somma che ha portato l'associazione francese a dichiarare che senza dubbio "la Nigeria è una delle nazioni africane più pericolose per i giornalisti". Sempre ad aprile sono morti tre professionisti in un incidente stradale che ha coinvolto il convoglio in cui viaggiava il governatore dello stato federale di Edo, una delle cariche più importanti del Paese che, tra l'altro, dovrà essere rinnovata a luglio.
Il governatore ha denunciato che in realtà si sarebbe trattato non di incidente ma di un attentato organizzato per ucciderlo.
Pochi giorni dopo la denuncia è stata assassinata la sua assistente personale. L'associazione dei giornalisti nigeriani (Nuj) proprio oggi ha diffuso un comunicato di condanna agli "episodi sempre più frequenti di uccisioni, assalti, intimidazioni" chiedendo al governo azioni concrete per "proteggere gli operatori dell'informazione e la libertà di stampa come prevede la Costituzione". La radio e i quotidiani rimangono in Nigeria (un Paese dove circa l'80 per cento della popolazione vive con meno di 1,5 euro al giorno) le principali fonti di informazione per i cittadini. La condizione dei giornalisti nigeriani in effetti non è migliorata di molto dal 1999 a oggi, ovvero dall'anno del passaggio dalla dittatura militare alla democrazia. I giornalisti ancora oggi sono sottopagati, spesso ricevono i propri stipendi a distanza di mesi, fattori che alimentano la corruzione nella categoria e la sottomissione a politici e imprenditori. La scarsità di mezzi degli editori nigeriani espone i giornalisti a ulteriori rischi, in palese contrasto con i colleghi internazionali che spesso sfoggiano giubbotti antiproiettili e elmetti persino in contesti del tutto inappropriati e inutili. In Nigeria negli ultimi venti anni sono stati uccisi venti giornalisti, ma la minaccia dei terroristi di Boko Haram è una novità delle ultime settimane. Il primo giornalista a essere ucciso da un commando di questo gruppo terroristico fu, nell'ottobre scorso, Zakarya Isa, reporter della televisione di Stato Nta, caduto proprio a Maiduguri, la città nord-orientale del Paese dove Boko Haram è nato e si è formato. Il 21 gennaio mori' a Kano, la principale metropoli del nord, Enenche Akogwu, un giornalista televisivo che era accorso sul luogo del più grave attentato 'firmato' Boko Haram (almeno 200 morti). (ABUJA, 10 MAGGIO - AGIAFRO)

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