La Cina ha lanciato una campagna mediatica per rispondere alle critiche internazionali alla decisione di mettere il veto all'Onu sulla risoluzione di condanna del regime siriano. "L'ambasciatrice americana e' 'disgustata' della decisione di Russia e Cina? Bene. Io trovo disgustoso che un diplomatico adoperi questa terminologia", ha commentato con un tweet il direttore del quotidiano ultranazionalista "Global Times" Hu Xijin. I media tradizionali non sono stati da meno, come si legge su Agichina24 (www.agichina24.it).
E' sceso in campo "Zhong Sheng", la voce della Cina, lo pseudonimo che sul "People's Daily" esprime la voce piu' pura del governo di Pechino: "Noi stiamo agendo responsabilmente, a differenza delle nazioni occidentali, che attaccano la nostra decisione. La situazione in Siria e' molto complessa. Sostenere una fazione per abbattere l'altra puo' sembrare un metodo utile per gestire la crisi, e invece gettera' le basi per un nuovo disastro". La linea cinese emerge ancora piu' esplicitamente nell'editoriale pubblicato domenica sera dall'agenzia di stampa di Stato Xinhua: i ribelli di Damasco non cercano "la democrazia", la crisi siriana e' dovuta a "fattori religiosi", e -soprattutto- le nazioni occidentali non si mobilitano per ragioni altruistiche. "E' l'Iran il vero obiettivo dell'iniziativa dell'Occidente contro la Siria", sostiene l'articolo, e il quotidiano "China Youth Daily" accusa: "Il principio di umanitario sbandierato da Usa e Ue e' solo una scusa per interferire negli affari interni delle nazioni del Medio Oriente". (AGI), 6 feb.