GINEVRA - Giornalisti a rischio, con 59 vittime nel mondo nel pieno esercizio delle loro funzioni nei primi sei mesi del 2010. È l'allarme lanciato dall'organizzazione non governativa Press Emblem Campaign che ha registrato un aumento rispetto allo scorso anno delle morti per l'informazione, pari a 53 nello stesso periodo del 2009.
Il Paese più pericoloso in assoluto per chi si occupa di informazione è risultato il Messico dove nei primi sei mesi dell'anno sono rimasti uccisi nove giornalisti, segue l'Honduras, con 8 vittime, il Pakistan con 6, la Nigeria con 4 e le Filippine con 4. Tre giornalisti sono stati poi uccisi in Russia e in Colombia, due in Iraq, Nepal, Thailandia e Venezuela. Mentre una sola vittima si registra in Afghanistan, Angola, Bangladesh, Brasile, Bulgaria, Camerun, Cipro, Ecuador, Israele, Repubblica democratica del Congo, Ruanda, Turchia,
Somalia e Yemen. "I governi e la comunita' internazionale – ha detto Blaise Lempen segretario generale della ong – devono agire con fermezza per porre fine a queste uccisioni e portare i responsabili davanti alla giustizia". Nel 2009 il numero delle vittime del mestiere è stato nel mondo di 122 persone, 91 nel 2008. (AGI/AFP)