A far schizzare il numero di quella che assume le proporzioni di una mattanza, è stato il ritrovamento oggi (nella Giornata mondiale per la libertà di stampa), nel canale della Zamorana, nel nord del porto di Veracruz, di quattro cadaveri con segni di tortura e fatti a pezzi, chiusi dentro dei sacchi di plastica. Secondo quanto riporta la stampa locale si tratta del reporter Gabriel Huge; di suo cugino, il cronista Guillermo Luna. Gli altri due corpi trovati potrebbero essere quelli di un altro giornalista, del periodico Dictamen, e della sua compagna, impiegata amministrativa della stessa rivista.
I resti di questi ultimi sono ancora in corso di identificazione. Huge e Luna avevano lavorato entrambi per il quotidiano Notiver. Luna di recente era passato al Vercruz News, mentre Huge si era allontanato dalla città dopo l'assassinio della sua compagna, la reporter Yolanda Ortiz (anch'ella cronista di Notiver), la scorso anno. L'uomo, specializzato in cronaca giudiziaria, era tornato in città solo di recente. Il sospetto è che dietro l'offensiva contro la stampa ci sia la mano del cartello dei Los Zetas e potrebbe non essere un caso che gli omicidi si vadano intensificando man mano che si avvicina la scadenza delle presidenziali, il primo luglio. E proprio mentre avveniva il macabro ritrovamento il Congresso di Veracruz stava rendendo omaggio, con un minuto di silenzio, a Regina Martinez, la corrispondente del settimanale Proceso strangolata sabato nella sua abitazione di Xalapa. Lo stato di Veracruz è ritenuto il più pericoloso in Messico per la professione: secondo la Fondazione per la libertà di espressione, 13 dei 76 giornalisti morti nel Paese negli ultimi dieci anni, sono stati uccisi in questo stato e per nessuno dei delitti è stato mai individuato un colpevole. Intanto due giorni fa, nello stato di Michoacan, erano stati trovati i cadaveri di cinque uomini, con un messaggio firmato dai Los Zetas in cui venivano rivolte minacce contro i media ed un invito ad "abbassare la cresta".
Venerdì 04 maggio 2012 07:05