La Corte di Giustizia di Istanbul ha ordinato, per un mese, la chiusura del quotidiano Ozgur Gundem, sostenendo che il quotidiano “promuove l’organizzazione terroristica”. Lo scorso 24 marzo, infatti, la Polizia ha fatto irruzione negli edifici del quotidiano di Istanbul ed ha sequestrato gli inserti del giornale previsti da distribuire in raccordo con il sito web della testata.
Il quotidiano, che con professionalità ha pubblicato reportage riguardanti il messo a bando Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), si è visto arrestare undici giornalisti che sono finiti in carcere accusati ingiustamente di avere legami con il Sindacato Kurdistan Communities (KCK), ala urbana del PKK.
Eren Keskin, il caporedattore del quotidiano Ozgur Gundem, ha detto che l’arresto è il primo passo di una “nuova strategia” contro il popolo curdo. Il collega ha sostenuto, inoltre, che il quotidiano era “l’unica risorsa del movimento e del popolo curdo” e che “l’arresto testimonia che c’è un intento di tagliare qualsiasi comunicazione tra i curdi”. Ercan Ipekci, rappresentante del Sindacato dei Giornalisti Turchi (TGS), ha duramente criticato il governo di Ankara sostenendo che l’esecutivo sta riducendo la libertà di espressione in Turchia nonostante ci sia stata una forte reazione internazionale contro queste decisioni liberticide. “C’è la volontà di condurre la Turchia nell’oscurità.” Ha sostenuto il leader del sindacato dei giornalisti. Il quotidiano Ozgur Gundem era ritornato nelle edicole nel 2011, 17 anni dopo che era stato obbligato a chiudere a seguito dell’uccisione di 76 impiegati e innumerevoli processi per la causa curda. La testata è stata originariamente fondata nel 1992 quando gli scontri tra il PKK e i militari turchi esplosero nell’Est e Sud est dell’Anatolia. Centinaia di persone furono le vittime di assassini senza colpevoli ufficiali e lo staff del quotidiano Ozgur Gundem divenne l’obiettivo di minacce ed intimidazioni per impedire la pubblicazione di verità scomode.