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Cronaca 07 Nov 2005

Paolo Bonolis, lungo monologo e molte critiche alla stampa; chi è 'Il penombra'?

Fedele alle promesse, Bonolis ha rivelato le sue intenzioni solo in diretta stasera durante 'Serie A': resta alla trasmissione ma questa è spostata a Roma e la sua ''collocazione temporale'' sara ''leggermente diversa''. Motivi: la famiglia a Roma, l'avvio del programma in seconda serata 'Il senso della vita', un altro in prima serata, l'impossibilità di restare a Milano.

Fedele alle promesse, Bonolis ha rivelato le sue intenzioni solo in diretta stasera durante 'Serie A': resta alla trasmissione ma questa è spostata a Roma e la sua ''collocazione temporale'' sara ''leggermente diversa''. Motivi: la famiglia a Roma, l'avvio del programma in seconda serata 'Il senso della vita', un altro in prima serata, l'impossibilità di restare a Milano.

Bonolis, nel suo lungo monologo che è durato quasi tutta la parte finale della trasmissione, ha più volte criticato la stampa per come ha raccontato l'intera vicenda. ''Se io dovessi dirvi tre, faccio così - ha detto rivolto ai telespettatori alzando tre dita di una mano – ma domani, secondo voi, sui giornali che esce: che vi ho detto tre o che mi mancano due dita?''. ''Se andate a leggere i giornali – ha incalzato - leggete titoli allarmistici: 'Disastro serie a', 'Bonolis se ne và, 'Gli ascolti crollano, miliardi in fumo'. Che titoli! Ed e questo e se era una cosa serie che facevano...?''. E invece, a dispetto di quello che scrivono i giornali, 'Serie A' è una trasmissione che va bene: ''Ha un obiettivo commerciale del 24% di share e una media del 26-27%. Una media eccellente che è di tre punti oltre il necessario''. E a chi ha fatto osservare nelle settimane precedenti che dal binomio Bonolis-calcio ci si aspettava di più, almeno il 40% di share, il conduttore ha obiettato: ''non si sommano le mele con le pere e non si fanno le somme in questo modo. Così si ingenerano aspettative che sono assolutamente fasulle''. A questo proposito ha paragonato il numero degli italiani con la quantità di quotidiani venduti: ''Siamo 58 milioni il miglior quotidiano dovrebbe vendere almeno vendere il 10%, ovvero, circa 5 milioni di copie, e mi tengo basso. Eppure vendono 550.000 copie, ovvero l'1%. Qui al 10% ci chiudono, all'1% ci impiccano. E' normale''. Per questo ha definito assurde le aspettative, ricordando che, come per i giornali, ci sono ''tante offerte anche nel mondo delle trasmissioni sul calcio, alcune che arrivano anche prima di noi. Per cui l'ascolto è difficilissimo da gestire...''. ''E' anche un appuntamento quello con il calcio - ha proseguito - che ha visto calare gli ascolti anche precedentemente. Sono cose che accadono. Qui peraltro abbiamo una televisione commerciale che non vi chiede un abbonamento e che deve avere degli spazi pubblicitari...''. Bonolis ha insistito nelle critiche alla stampa: ''è un piacere talvolta vedere sui giornali con quale accanimento si lanciano su questa trasmissione. Ma perché? Ti hanno dato i soldi, sì mi hanno dato i soldi. Però c'è una volontà di volerne parlare a tutti i costi in un certo modo e mi dispiace perché in realtà qui si lavora bene...''. Il conduttore è poi tornato sull'episodio di domenica scorsa quando non ha partecipato alla trasmissione perché era ammalato:''C'è poi un tipo di giornalismo, molto particolare...alcuni giornalisti si sono divertiti ad inventare che non fossi stato veramente male. Mi sembra un giornalismo un po’ bislacco. Più che un giornalismo mi sembra un atteggiamento da fumetto. Se uno deve scrivere quelle cose, tanto vale che in edicola invece di comprarsi un giornale, si comprano i fumetti..''. Quegli stessi giornalisti che la settimana scorsa non si sono accorti dell'appello lanciato da Bonolis a favore di una signora romana alla quale serviva sangue per una complicazione post parto.''Se qualche giornale avesse dato conto di questa cosa forse si sarebbe potuto riuscire ancora meglio'', ha detto prima di dare la linea al professore dell'ospedale che ha ringraziato, oltre Bonolis e la trasmissione, tutti quelli che sono andati a donare il sangue per la signora. Bonolis infine non ha sottaciuto i problemi avuti per la trasmissione anche se ha denunciato ''la volontà di volerla dipingere in toni foschi, almeno da alcuni giornali, da una certa stampa''. Nei giorni scorsi molti organi di stampa avevano parlato di dissidi con il direttore dei programmi sportivi di Mediaset Ettore Rognoni. ''Non ho chiesto io - ha sottolineato - di fare questa trasmissione, mi è stato chiesto. E l'ho fatto con piacere, perché si collabora con un'azienda, si cerca di regalare un sorriso e di fare un racconto giornalistico eccellente come è stato fatto''. ''E allora? non c'è nessun disaccordo? non ci sono disaccordi - ha detto - ci sono talvolta persone con le quali ti trovi meglio o peggio''. Bonolis non ha fatto nomi (''anche se sono stati fatti''), ma ha usato un soprannome: ''Il penombra''. ''Noi chiamiamo così, non è una persona malsana. Ha un carattere suo, particolare e qualche volta può essere difficile. Diciamo che lui ha anche difficoltà ad andare d'accordo con se stesso e si comprende che qualche volta ci possano essere delle piccole cose. Ma questo può accadere dappertutto. E allora che faccio me ne vado?''. E subito dopo ha annunciato la decisione di restare nel programma e lo spostamento a Roma della trasmissione e la sua collocazione temporale ''leggermente differente''. Non prima di aver invitato Monica Vanali a Roma e tutta la redazione della trasmissione. ''Ci vediamo - ha detto al pubblico - tra due settimane...''. Domenica prossima il campionato si ferma per la nazionale. (ANSA – 6 novembre 2005) MI DOMANDO PERCHE' LA STAMPA INGIGANTISCA ''Mi sembrava giusto rivolgermi a voi - ha detto Bonolis diretto ai telespettatori dopo aver criticato la stampa per come aveva raccontato i fatti delle ultime settimane - per spiegarvi cosa accade. Accade semplicemente che questo non è il mio lavoro. Mi hanno chiesto di farlo e lo faccio con grande entusiasmo, però i miei impegni con Mediaset prevedono che io torni a fare il mio lavoro ed è quello di lavorare nello spettacolo''. '' Sta partendo - ha spiegato - una produzione nella quale io credo moltissimo, dal 24 di novembre, a Roma che si chiama 'Il senso della vita', in seconda serata, il giovedì. Probabilmente ci sarà un impegno importante in prima serata. E quindi inizia a diventare tutto molto complesso. Io come tutti voi ho sette giorni alla settimana e 24 ore al giorno. Ho anche una famiglia e quindi devo stare a Roma e non posso venire a Milano. Però l'insistenza è forte. 'Paolo, mi hanno detto, ci piace che tu resti' e a me piace lavorare con questa redazione''. ''E allora - ha detto il presentatore - succede una cosa molto semplice, abbastanza elementare. 'Serie A' continuerà con me con la redazione sportiva, con Monica Vanali che avrei un immenso piacere continuasse a lavorare con me. Si trasferirà a Roma e avrà una collocazione temporale leggermente diversa. Sto dicendo queste cose in accordo con Mediaset che me lo chiesto e molto volentieri continueremo a raccontare il calcio con gioia e in allegria''. ''Quello che viene ingigantito talvolta dalla stampa io mi domando perché lo si faccia. Perché viene ingigantito in questo modo. E' una sensazione strana, un po' bizzarra - ha detto il conduttore - Ho la sensazione che si voglia in qualche modo per forza travisare quello che si sta facendo che è solamente lavorare bene per voi, in serenità e in allegria. Poi se ogni cosa che uno dice viene raccontato in altro modo, diventa complicato''. (ANSA – 6 novembre 2005) MA PRENDE DISTANZE DA ALTRE DICHIARAZIONI A ‘CARATTERE PERSONALE' Mediaset, in serata, con un comunicato stampa, ha confermato che 'Serie A' ''prosegue con la conduzione di Paolo Bonolis e con il prezioso lavoro giornalistico di Sport Mediaset. Continua il lavoro di messa a punto del programma: Bonolis ha chiesto di poter trasferire lo studio da Milano a Roma per un'ottimizzazione dei propri impegni professionali. L'artista infatti, oltre a Serie A, condurrà- prosegue ancora la nota dell'azienda - per Canale 5 da Roma un programma di seconda serata già da fine novembre più uno show di prima serata nei mesi successivi''. Mediaset, invece, precisa che in ''quanto alle dichiarazioni avvenute oggi nel corso di Serie A, Mediaset prende le distanze da tutti i riferimenti indiretti alle persone che restano quindi opinioni personali''. (ANSA – 6 novembre 2005) TV: BONOLIS RESTA A 'SERIE A', MA... DELLE 20 Stato di agitazione e assemblea di tutti i giornalisti per domani sono stati indetti dal Cdr di Sport Mediaset in seguito alla vicenda Bonolis. Nell'edizione di questa sera di Controcampo, Matteo Dutto ha letto un comunicato del Cdr nel quale si afferma: ''A tre ore dalle esternazione del conduttore di 'Serie A' secondo le quali la produzione del programma verra' spostata dalla prossima puntata a Roma, non siamo a conoscenza di alcun comunicato dell'azienda che confermi o smentisca tale affermazione, nè ci risulta siano state prese le difese di un suo dirigente e nostro referente insultato in diretta''. ''Essendo 'Serie A' un programma giornalistico della testata Sport Mediaset - prosegue il comunicato -, il contratto di lavoro prevede che qualsiasi modifica del lavoro redazionale sia concordata con l'organismo sindacale in rappresentanza dei giornalisti. Non essendo ciò avvenuto, valuteremo domani con l'azienda se le esternazioni del conduttore di 'Serie A' corrispondono al vero. In tal caso la redazione si riserva di tutelare i propri diritti contro un comportamento contrario al contratto di lavoro e di denunciare eventualmente in tutte le sedi atteggiamenti che non corrispondono ad un'azienda grande e seria come Mediaset, che non può farsi umiliare e ricattare da un suo collaboratore''. (ANSA – 6 novembre 2005)

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