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Unione Europea 02 Ott 2012

Quando la libertà di stampa diventa reato Turchia, popolo curdo e diritto all’informazione

Il sindacato unitario dei giornalisti italiani, insieme alla Federazione Europea, ha da tempo lanciato l’allarme per la durissima pressione alla quale è sottoposta la libertà d’informazione in Turchia. La Fnsi ha fatto appello recentemente alle testate italiane perché incrementino la loro attenzione e facciano sentire forte la voce dell’opinione pubblica internazionale in favore della libera informazione. Al governo del nostro Paese il sindacato ha chiesto una volta di più di sollecitare le istituzioni europee ad una iniziativa unitaria e incisiva.

Il sindacato unitario dei giornalisti italiani, insieme alla Federazione Europea, ha da tempo lanciato l’allarme per la durissima pressione alla quale è sottoposta la libertà d’informazione in Turchia. La Fnsi ha fatto appello recentemente alle testate italiane perché incrementino la loro attenzione e facciano sentire forte la voce dell’opinione pubblica internazionale in favore della libera informazione. Al governo del nostro Paese il sindacato ha chiesto una volta di più di sollecitare le istituzioni europee ad una iniziativa unitaria e incisiva.

Sono infatti  quarantaquattro giornalisti, in gran parte di origine curda, in carcere da dicembre con l’accusa di terrorismo. Sono per lo più giornalisti di “Ozgur Gundem”, il quotidiano curdo che a marzo si era visto bloccare la pubblicazione per un mese e che negli Anni Novanta era stato costretto a chiudere dopo l’uccisione di molti dei suoi redattori. Per questi motivi nella sala Tobagi della Fnsi, in collaborazione con l’Associazione Europa Levante si è svolta una iniziativa dal titolo: Quando la libertà di stampa diventa reato -Turchia, popolo curdo e diritto all’informazione  a cui hanno partecipato  Gian Antonio Stella (Giornalista Corriere della sera), Alberto La Volpe (Giornalista, scrittore, già direttore del Tg2), Ennio Remondino (giornalista, già corrispondente dalla sede Rai inTurchia), Hevi Dilara  (Direttore Ass. Europa Levante), Hüseyin Aykol  Editor-in Chiefs of Özgür Gündem, Anna Pizzo, giornalista 'Carta', Adele Cambria, giornalista e scrittrice e Roberto Natale (Presidente Fnsi).
E' stato anche proiettato il film Press che racconta l’attacco militare delle forze turche contro il giornale Özgür Gundem.

IL PROGRAMMA

Quando la libertà di stampa diventa reato
Turchia, popolo curdo e diritto all’informazione

Martedì 2 ottobre 2012

Fnsi - Sala Tobagi
Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma

Ore 15

Intervengono:

Gian Antonio Stella (Giornalista Corriere della sera)
Alberto La Volpe (Giornalista, scrittore, già direttore del Tg2)
Ennio Remondino (giornalista, già corrispondente dalla sede Rai inTurchia)
Hevi Dilara  (Direttore Ass. Europa Levante)
Hüseyin Aykol  Editor-in Chiefs of Özgür Gündem
Anna Pizzo, giornalista 'Carta'
Adele Cambria, giornalista e scrittrice
Roberto Natale (Presidente Fnsi)

Ore 18

Proiezione del Film

PRESS

di Sedat Yilmaz /100 min./ Turchia 2010/ Kurdo (Kurmanci) e Turco/ Sottotitolato in inglese e italiano

Sinossi:

Nella prima metà del 1990, nei giorni in cui gli scontri tra i guerriglieri curdi e il governo turco si facevano sempre più pesanti, una manciata di giovani giornalisti  lottava per denunciare le violazioni dei diritti umani a Diyarbakir a tutto il mondo. Il film ruota attorno alla redazione del giornale di Diyarbakir Özgür Gundem, nato nel 1992, che ancora oggi nonostante tanti problemi riesce a svolgere il proprio lavoro in uno Stato dove la libertà di stampa è ancora molto lontana. Negli anni i giornalisti che hanno denunciato le ripetute violazioni del governo turco nei confronti della popolazione curda hanno subito intimidazioni, alcuni sono stati assassinati o torturati. Il film racconta la storia di questi giornalisti che per aiutare gli altri mettono in pericolo la propria vita. Press è sì una storia del giornalismo, ma è anche una testimonianza di solidarietà e amore nei confronti di un popolo che è in gabbia da troppo tempo.  

Arrestato il direttore di DIHA news 19 Luglio 2012

97 giornalisti attualmente dietro le sbarre in Turchia

Il direttore regionale della Dicle News Agency (DINA) Sertag Kayar è stato arrestato a Diyarbakir giovedì.

Come riferito, Kayar è detenuto in base ad un mandato d'arresto a causa di una precedente denuncia nei suoi confronti. Il suo caso è stato assegnato al tribunale di Diyarbakir.

Il direttore dell'agenzia giornalistica era stato arrestato per lo stesso motivo nel distretto di Kulp il 29 giugno e rilasciato il giorno seguente dopo una serie di procedimenti penali presso la Settima Alta Corte Penale.

La Turchia possiede il numero più elevato nel mondo di giornalisti in carcere, secondo la Piattaforma di Solidarietà con i Giornalisti Incarcerati. 97 giornalisti, inclusi 19 editori e redattori, sono attualmente dietro le sbarre in Turchia. La maggior parte è costituita da giornalisti kurdi, accusati di far parte dell'organizzazione KCK (Unione delle Comunità Kurde).

Il numero degli arresti di giornalisti è gradualmente aumentato nel corso dell'ultimo anno, facendo retrocedere la Turchia di 10 posti nel Reporters International Press Freedom Index (148° su 179 paesi).

ANF / AMED/DIYARBAKIR ANF NEWS AGENCY

Giornalisti sotto processo il 10 Settembre 5 Settembre 2012

In un comunicato scritto sul processo dei giornalisti kurdi incarcerati, il capo-redattore di Ózgilir Gundem Eren Keskin ha invitato tutti gli amici ad essere presenti alla prima udienza che si terrà ad Istanbul il 10 Settembre.

44 giornalisti sono stati arrestati nell'ambito della cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde), che ha colpito le agenzie di stampa kurde il 20 Dicembre 2011. Tra loro 36 sono tuttora incarcerati senza processo. 98 giornalisti kurdi, cronisti e collaboratori di quotidiani sono attualmente dietro le sbarre in Turchia.

Il capo-redattore di Ózgeir GOndem ha invitato tutte le persone solidali con i giornalisti imprigionati a partecipare l'8 Settembre alla conferenza stampa in piazza Taksim ed a riunirsi di fronte al Tribunale di Istanbul a Caglayan il giorno dell'udienza.

ANF / ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

A processo per aver scritto notizie 7 Settembre 2012

La prima udienza del processo contro i membri della stampa kurda si terrà presso la Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul il 10 Settembre. Sembra che il processo si diriga verso acque pericolose, poichè i giornalisti saranno giudicati in base alle notizie che hanno scritto o riportato.

44 giornalisti sono stati processati dal Dicembre 2011, nel contesto della cosiddetta operazione KCK (Unione delle comunità Kurde). 36 di loro rimangono in custodia, nonostante la mancanza di qualsiasi prova criminale confermata. Sono accusati di sospetta "leadership ed appartenenza ad un'organizzazione illegale". Le loro notizie riguardanti l'ambiente, il lavoro, la politica, la condizione femminile, la vita, la cultura, l'arte e gli sviluppi quotidiani sono state considerate

 

come prove nell'accusa formulata dal Pubblico Procuratore Bilal Bayraktar ed accettata dalla Corte di Istanbul 1'11 Maggio.

Nell'accusa costituita da 800 pagine, 32 giornalisti sono accusati di essere a capo di un'organizzazione illegale e 12 altri di appartenenza ad essa. Le accuse sono basate sulle dichiarazioni di 4 testimoni segreti e sei informatori; è notevole il fatto che uno dei primi, "Batuhan Yildiz", ha fornito la sua testimonianza contro i giornalisti 13 giorni dopo il loro arresto. L'accusa contiene oltre 300 pagine di notizie pubblicate e circa 100 pagine riguardanti "la storia del PKK-KCK e le Attività della Stampa". La maggior parte degli organi di stampa kurdi, come l'agenzia Firat News, l'agenzia Dicle News, il giornale Ózgiir Gundem, Roj Tv,Nuge Tv, il giornale Azadiya Welat, sono definiti come "organi di stampa del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan)".

Le interviste dei giornalisti, i rapporti e le conversazioni telefoniche sono state presentate come prove relative a queste accuse. Anche Le notizie pubblicate dall'agenzia Firat News (ANF) hanno subito la stessa sorte. Si afferma inoltre che anche le trasmissioni di Roj Tv che riportano il numero delle vittime nei conflitti mirino a provocare la popolazione.

L'accusa sostiene anche che l'intervista al co-presidente del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) Selahattin Demirtas, le notizie sulle tavole rotonde del BDP e quelle riguardanti i mancati incontri di Òcalan con gli avvocati sono da considerarsi come collegamento della stampa kurda ad "un'organizzazione terroristica", con riferimento al PKK.

Gli avvocati considerano le querele uno scandalo legale; tra loro Sinan Zincir sottolinea che si tratta di un documento cospirativo redatto dal Governo, non di un'accusa. "Senza questi membri della stampa libera, che hanno pagato un alto prezzo per venti anni a causa del loro mestiere, la verità non verrebbe a galla", ha dichiarato Zincir, valutando le incriminazioni come una prova della mentalità rancorosa verso i rappresentanti della stampa kurda; le stesse violano le norme del Diritto Penale Contemporaneo, del Codice Penale Turco ed anche della Legge Anti-Terrorismo. "Questa è la pratica di una legge ostile, non un processo".

Secondo la Piattaforma per la Libertà dei Giornalisti Incarcerati, 97 giornalisti, tra cui 19 editori, sono attualmente dietro le sbarre all'interno delle carceri turche e la maggioranza è rappresentata da persone di origine kurda. 180 giornalisti sono stati incarcerati negli ultimi tre anni e quasi 600 membri della stampa affrontano procedimenti legali.

ANF / ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

Il processo ai giornalisti si apre tra le proteste 10 Settembre 2012

I giornalisti dell 'agenzia Dicle News, Firat News (ANF) e del giornale ozgeir Geindem vengono processati oggi presso il tribunale di caglayan ad Istanbul. I giornalisti sono entrati in aula tra gli applausi e gli slogan ma sono stati immediatamente fatti uscire dalla Direzione del tribunale.

Centinaia di loro, accompagnati da rappresentanti politici, si sono anche radunati di fronte al tribunale nelle prime ore della mattinata per sostenere i processati. Erano presenti: i giornalisti Yildirim Teirker, Ahmet il< e Nuray Mert, la co-Presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tu§luk, la co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Gultan Kisanak, i deputati del BDP Sirri Seireyya einder, Sebahat Tuncel, Ertuà'rul Keirkgú, Malkiye Birtane, Hasip Kaplan ed anche la Prof. Bigra Ersanli ed il deputato del Partito Repubblicano del Popolo (CHP) ilhan Cihaner.

Il gruppo radunatosi di fronte al tribunale è entrato in aula d'udienza dopo le dichiarazioni della co-Presidente del BDP GUltan Kisanak e della delegazione tedesca, composta da giornalisti ed attivisti per i diritti umani giunti in Turchia per seguire il processo.

 

La Direzione del tribunale ha chiesto agli avvocati di prendere posto tra il pubblico a causa della mancanza di spazio; questi ultimi hanno sollevato obiezioni e pertanto l'aula d'udienza è stata fatta svuotare.

I giornalisti hanno protestato contro quest'ordine della Direzione del tribunale prima di essere condotti all 'esterno con la forza.

ANF / ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

Keskin e Peache in conferenza stampa di fronte al tribunale 10 Settembre 2012

Durante una conferenza stampa di fronte al tribunale di andlayan ad Istanbul, il caporedattore del giornale Ózgur Giindem Eren Keskin ha dichiarato che la repressione contro la stampa kurda è il simbolo della repressione contro la libertà di pensiero in Turchia. Riferendosi agli attentati e alle uccisioni a cui hanno dovuto far fronte i giornalisti kurdi finora, Keskin ha sottolineato: "Anche oggi, ci obbligano a scegliere tra la morte e il carcere".

Alla dichiarazione di Keskin ha fatto seguito quella del giurista delle Nazioni Unite, ex Parlamentare e giornalista Norman Peache che, a nome della delegazione tedesca giunta ad Istanbul per seguire il processo, ha espresso profonda preoccupazione riguardo ai recenti sviluppi della situazione in Turchia, sottolineando la questione della soppressione del principio di separazione dei poteri nel paese. Peache ha valutato l'arresto di circa 100 giornalisti un "oltraggio", rimarcando che la repressione verso di loro minaccia tutti coloro che si occupano di giornalismo in Turchia. "Siamo presenti qui anche per protestare contro la perdita d 'indipendenza della magistratura turca", ha dichiarato, aggiungendo che la delegazione tedesca seguirà anche altri processi riguardanti I 'Unione delle Comunità Kurde (KCK) e non permetterà che il governo turco nasconda la verità.

Intervenendo dopo Peache, la co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Geiltan Kisanak ha invitato tutti i giornalisti ad adottare un atteggiamento comune contro la repressione del Primo Ministro Recep Tayyip Erdodan verso la categoria, che sta venendo processata a causa delle informazioni che fornisce all'opinione pubblica sugli sviluppi nel paese. "Il Primo Ministro vuole che i giornalisti chiudano gli occhi a partire dal massacro di Roboski avvenuto nel recente passato fino a quello di Afyon, ed anche per altre situazioni simili che accadranno in futuro. Il governo vuole apertamente avere un suo proprio pensiero ed è probabile che faccia ulteriori passi avanti in questo senso se non incontra un'opinione pubblica critica verso le sue pratiche".

La Ki5anak ha richiamato l'attenzione sull'intensa repressione in Turchia, la quale si è tramutata in prigione per sindacalisti, avvocati, giornalisti e numerosi altri gruppi della società.

Il parlamentare del BDP di Istanbul Sirri Slireyya Ònder ha considerato l'arresto dei giornalisti come un fatto privo di fondamenti legali aggiungendo: "L'esistenza di un problema Turco in questo paese è un dato di fatto perchè qui non si puó andare oltre la Turchità, visto che la questione kurda è sempre stata discussa in assenza dei reali interlocutori e dei rappresentanti politici legati al problema".

La co-Presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tudluk ha sottolineato che l'arresto dei giornalisti è stato effettuato sotto la copertura del caso KCK, definito da lei stessa "imbarazzante". "Sono stati arrestati perché non rientrano nella stampa di protocollo del Primo Ministro", ha aggiunto.

 

ANF/ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

Seconda udienza per i giornalisti ad Istanbul

11 Settembre 2012

Il processo di 44 persone, la maggior parte giornalisti, continua oggi presso la Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul. La prima udienza si è tenuta ieri con proteste ed una conferenza stampa del BDP.

La Direzione del Tribunale ha ordinato che i prossimi processi vengano tenuti a porte chiuse ed ha annunciato che coloro che effettueranno proteste saranno oggetto di denuncia penale.

I giornalisti, detenuti dal Dicembre 2011 nell'ambito della cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde), sono imputati a causa delle notizie che hanno redatto.

ANF/ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

I deputati svedesi esprimono preoccupazione in merito al processo contro i giornalisti

12 Settembre 2012

ANF ha chiesto ai deputati svedesi di esprimere le loro osservazioni in merito al processo in corso contro i giornalisti nell'ambito della cosiddetta indagine sull 'Unione delle Comunità Kurde (KCK) in Turchia. I deputati hanno sottolineato che la questione kurda dovrebbe essere risolta attraverso la democrazia ed il dialogo, non tramite la repressione, le stragi, gli arresti e la limitazione della libertà d 'espressione e della stampa.

I deputati svedesi di diversi partiti politici hanno protestato contro l'arresto dei parlamentari, dei giornalisti, degli avvocati, dei rappresentanti politici e degli intellettuali coinvolti nel caso KCK ed hanno chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici.

Abir Al-Sahlani del Partito di Centro, membro dell'Alleanza per la Coalizione Svedese, ha valutato "inaccettabile" la politica della Turchia verso i kurdi ed ha rimarcato che lo stato turco ora dovrebbe riconoscere e rispettare i loro diritti e garantire uno status ufficiale per la lingua kurda.

Al-Sahlani ha definito il processo e I 'arresto dei giornalisti "una seria violazione della libertà di stampa ed espressione" ed ha sottolineato che la Turchia dovrebbe "cessare di avere una mentalità da età della Pietra, che considera i Turchi come razza e popolo superiore". Lo stato turco dovrebbe abbandonare "le sue pratiche razziste e scioviniste, in quanto deve coprire una lunga distanza sulla via della democratizzazione".

Il deputato del Partito Popolare Kamil Ismail ha criticato gli arresti per aver messo in dubbio il problema kurdo.

ANF NEWS AGENCY

I giornalisti si sono legati la bocca con una fascia nera in segno di protesta 12 Settembre 2012

Il terzo giorno del processo contro 44 giornalisti kurdi (36 sono in carcere dal Dicembre 2011) si è visto testimone di forti proteste: gli avvocati hanno abbandonato l'aula d 'udienza ed i giornalisti si sono legati la bocca con una fascia nera per condannare la negazione da parte della Direzione del Tribunale all'auto-difesa in lingua kurda.

 

La Direzione ha aggiornato il processo al 12 Novembre ed ha ordinato che le prossime udienze vengano tenute presso il Tribunale di Silivri ad Istanbul. La detenzione dei giornalisti sarà valutata dopo l'assunzione del parere del procuratore riguardo alla loro situazione. La

Direzione ha anche rigettato la richiesta dell'avvocato °mit Sisligún di far parte della difesa, in base al fatto che lo stesso è processato nell 'ambito dell'operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde) contro gli avvocati. Il processo, tenutosi in concomitanza col trentaduesimo anniversario del colpo di stato militare del 12 Settembre 1980, continua senza nessun progresso: le udienze presso la Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul non andranno avanti a causa della situazione di stallo provocata dalla richiesta di esprimersi in lingua madre da parte degli imputati.

Mercoledì infatti, la Direzione ha rigettato ancora una volta la richiesta a riguardo degli avvocati della difesa, rifiutando anche il servizio di traduzione dal kurdo e l'ammissione del pubblico ìn aula. In risposta, gli avvocati hanno lasciato la sala dichiarando che non giocheranno il ruolo di "marionette di fronte alla corte, che processa le persone sull'onda del colpo di stato del 12 Settembre". Anche i giornalisti sotto processo hanno protestato contro la Direzione, bendandosi la bocca e voltandole le spalle mentre applaudivano. I gendarmi in seguito li hanno condotti fuori dall'aula, dopo una lite di breve durata causata dal tentativo di questi ultimi di attaccare la protesta.

ANF / ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

Gli avvocati sporgeranno denuncia per i fatti accaduti durante il processo contro i giornalisti

17 Settembre 2012

Il rinvio del processo non ha fondamenti giuridici, affermano i legali

Gli avvocati difensori dei 44 giornalisti kurdí e di sinistra a giudizio hanno dichiarato che presenteranno denuncia contro la Direzione della Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul: la stessa avrebbe commesso un reato emettendo una sentenza senza un processo vero e proprio poiché agli imputati, ai loro legali ed al pubblico è stato proibito di assistere alle udienze della scorsa settimana ad Istanbul.

In una dichiarazione, gli avvocati Ercan Kanar ed Fluseyin Bodatekin hanno considerato come un atto arbitrario l'aggiornamento del procedimento a Novembre e la sua conclusione prima della data precedentemente annunciata; quest'ultimo, che sarebbe dovuto durare quattro giorni -dal 10 al 14 Settembre- è stato arbitrariamente annullato e aggiornato al 12 Novembre da parte della Direzione del tribunale, che senza nessuna sorpresa ha ancora una volta rigettato, per motivi politici, le richieste degli avvocati per l'auto-espressione degli imputati, il servizio di traduzione dal kurdo e l'ammissione del pubblico in aula.

Il processo, tenutosi in concomitanza col trentaduesimo anniversario del colpo di stato militare del 12 Settembre 1980, è continuato senza nessun progresso, poiché gli avvocati hanno abbandonato l'aula d 'udienza ed i giornalisti si sono legati la bocca con una fascia nera per condannare la negazione da parte della Direzione del Tribunale all 'auto-difesa in lingua kurda. In risposta, gli avvocati hanno lasciato la sala dichiarando che non avrebbero giocato il ruolo di "marionette di fronte alla corte, che processa le persone sull'onda del colpo di stato del 12 Settembre".

I giornalisti, detenuti dal Dicembre 2011 nell'ambito della cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde), sono imputati a causa delle notizie che hanno redatto. Le accuse loro rivolte sono basate su dichiarazioni di testimoni segreti, registrazioni di conversazioni telefoniche e documenti sequestrati dalla polizia.

ANF NEWS AGENCY / ISTANBUL

 

Il redattore dell'agenzia DÌHA Tayip Temei in sciopero della fame

22 Settembre 2012

Temei ha aderito allo sciopero della fame a tempo indeterminato che si sta svolgendo in sette carceri

Sono trascorsi dieci giorni da quando i prigionieri del PKK e del PAJK sono entrati in sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare contro l'isolamento imposto al leader kurdo Abdullah (5calan. Anche il redattore dell'agenzia Dicle News (DÌHA) Tayip Temei, detenuto nell 'ambito della cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde) sta prendendo parte allo sciopero, cominciato in sei carceri (ora sette) il 12 Settembre, anniversario del colpo di stato militare turco del 1980.

In una recente lettera a DÌHA, Temei ha annunciato che non accetterà nessun intervento medico durante lo sciopero, che sta portando avanti all'interno del carcere di tipo D di Diyarbakir. Temei ha sottolineato la portata della guerra in Turchia, che si sta allargando a causa delle politiche di stallo, ed ha affermato che la pace sociale potrebbe essere possible soltanto attraverso l'eliminazione dell'isolamento del leader del popolo kurdo Abdullah Ócalan. Nella sua lettera così dichiara: "Le politiche di guerra hanno quasi trasformato il paese in un bagno di sangue poichè sempre più persone stanno perdendo la loro vita negli scontri e I 'aumento degli arresti e delle operazioni militari sta aggravando questa situazione di stallo ongi giorno. Di fronte a tutte queste pratiche e politiche, in qualità di giornalista kurdo agli arresti, ho cominciato uno sciopero della fame a tempo indeterminato e non alternato per chiedere la liberazione del sig. Òcalan e l'eliminazione di tutte le pressioni ed i divieti verso la mia lingua madre, il Kurdo".

ANF / DIYARBAKIR/AMED ANF NEWS AGENCY

Il reporter della DIHA arrestato in sciopero della fame 26 Settembre 2012

Ferhat Arslan, reporter dell'agenzia Dicle News (DIHA) arrestato martedì mattina in seguito ad un'imponente operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde) svoltasi nella provincia meridionale di Mersin, sta effettuando uno sciopero della fame, iniziato nel giorno del suo arresto. Secondo quanto riportato, il suo stato di salute si sta deteriorando.

Il reporter è stato tratto in custodia durante un'irruzione all'interno dell'ufficio di Mersin del quotidiano kurdo Azadiya Welat. La polizia ha sequestrato gli hard disk di tutti i computer, gli archivi settimanali del giornale e le telecamere, dopo aver perquisito minuziosamente l'ufficio per molte ore.

Si riporta che Arslan abbia confermato a Mehmet Demir, un collaboratore del giornale presente anch'esso in ufficio durante l'irruzione, l'intenzione di entrare in sciopero della fame a partire da quel momento. Arslan e gli altri arrestati sono ancora in custodia presso la sezione Anti­Terrorismo del Quartier Generale della Polizia di Mersin.

ANF / MERSÌN

ANF NEWS AGENCY

@fnsisocial

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