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Unione Europea 14 Mar 2012

Settantamila ungheresi in piazza Kossuth a Budapest La battaglia per la libertà d’informazione prosegue

Sabato, 10 marzo scorso, circa settantamila persone, dietro le sigle di molti sindacati, associazioni ma anche spontaneamente singoli cittadini democratici ungheresi, si sono riunite in piazza Kossuth a Budapest per chiedere una nuova repubblica, un sistema progressivo di tassazione, un più alto e libero sistema educativo ed una diversa normativa per eleggere il Capo del Governo. La maggior parte dei manifestanti, che sventolavano bandiere tricolori ungheresi, hanno chiesto a gran voce le dimissioni del primo ministro Viktor Orban, che ha introdotto restrizioni intollerabili alla libertà di stampa, al sistema pensionistico, ai portatori di handicap ed ai sussidi ai trasporti pubblici e pesanti tasse.

Sabato, 10 marzo scorso, circa settantamila persone, dietro le sigle di molti sindacati, associazioni ma anche spontaneamente singoli cittadini democratici ungheresi, si sono riunite in piazza Kossuth a Budapest per chiedere una nuova repubblica, un sistema progressivo di tassazione, un più alto e libero sistema educativo ed una diversa normativa per eleggere il Capo del Governo. La maggior parte dei manifestanti, che sventolavano bandiere tricolori ungheresi, hanno chiesto a gran voce le dimissioni del primo ministro Viktor Orban, che ha introdotto restrizioni intollerabili alla libertà di stampa, al sistema pensionistico, ai portatori di handicap ed ai sussidi ai trasporti pubblici e pesanti tasse.

Giovedì 15 marzo, giorno della Festa Nazionale della Libertà di Stampa in Ungheria, sarà pubblicato, in collaborazione con il sindacato Pdszsz, un giornale dedicato ai temi della democrazia, della libertà di opinione, con articoli firmati da oltre venti leader dell’opposizione.
Lo stile della pubblicazione ricorderà i giornali del lontano 1848 ed il contenuto affronterà tutte le più importanti aree di crisi e gli attuali problemi della società ungherese.
Il giornale sarà distribuito come inserto in vari quotidiani e settimanali.

PER LA LIBERTÀ DI STAMPA IN UNGHERIA SI CANTA “VA PENSIERO” DI VERDI

Nello scorso mese di febbraio un piccolo gruppo di persone si è messo a cantare per la libertà d’informazione l’aria di Verdi ‘Va pensiero’ tratto dal Nabucco, di fronte all’abitazione di Árpád Göncz, primo presidente dell’Ungheria repubblicana, per il suo novantesimo compleanno.
Il testo è stato riscritto nello spirito originale di Verdi con, ovviamente, un riferimento all’attuale situazione politica ungherese così che è divenuto uno dei più importanti motivi musicali cantati nelle manifestazioni.

http://www..youtube.com/watch?v=vhkkSw5RkgQ

Later this version was edited as a cd, here you can listen to studio sound track:
http://www.youtube.com/watch?v=LMO6HOZD618&context=C4584e1cADvjVQa1PpcFNiWrMeE0xa6XTzpLYwPTCfAUg_f1NqirU=

Va, pensiero / Szabadságkórus
Verdi: Nabucco
Hungarian text: Fábri Péter
Va, pensiero, sul l’ali dorate, / Szállj az égen, és szólj lent  a tájon,
va, ti posa sui clivi, sui colli, / szállj az Értől a tág óceánig;
ove olezzano tepide e molli, / mint, ha sas száll és széttárja  szárnyát,
l’aure dolci del suolo natal / száll a szó: éljen a köztársaság!
Del Giordano le rive saluta, / Száll a Kékes, a Kőrös vidékén,
di Sionne le torri atterrate / száll az Alföldön, száll a Moszkva  téren,
o, mia patria si bella e perduta, / édes, szép föld, te szélfútta  síkság,
o, membranza si cara e fatal! / lesz itt még, lesz itt köztársaság!
Arpa d’or dei fatidici va ti, / Árpád országa, szélfútta tájék,
perche muta dal salli cependi? / ez a kis föld, hol komp jár a  múltba!
le memorie nel petto raccendi / És a múlt fogva tart, kába álom -
ci favella del tempo che fu! / Ugye, lesz még itt köztársaság?!
O simile di Solima ai fati / Szinte ránk hull a rég-voltak árnya,
traggi un suono del crudo lamento, / mintha szűk térben bénultan  állnánk,
o, t’ispiri il Signore concento, / nézd csak, nézd, fent az égen  egy szó száll:
che ne in fonda al patire virtu / lesz itt még, lesz itt  köztársaság,
che ne in fonda al patire virtu / lesz itt köztársaság újra még,
che ne in fonda al patire virtu / lesz itt köztársaság újra még,
l patire virtu! / lesz itt köztársaság!

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