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Unione Europea 15 Giu 2011

Siddi: "I colleghi italiani idealmente in piazza a Islamabad" Le voci dell'informazione non devono essere spente

"Apriremo l'assemblea annuale della Efj, la Federazione europea dei giornalisti, ricordando Saleem.E porteremo avanti le nostre battaglie, affinché le voci dell'informazione non vengano spente, anche nel suo ricordo". Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, assicura che "i cronisti italiani sono oggi idealmente in piazza a Islamabad, accanto ai colleghi pakistani", per contestare il fatto che l'inchiesta sulla morte del Syed Saleem Shahzad, corrispondente dal Pakistan di Aki-Adnkronos International, sia stata affidata a una commissione della Corte federale per la Sharia legata al governo.

"Apriremo l'assemblea annuale della Efj, la Federazione europea dei giornalisti, ricordando Saleem.
E porteremo avanti le nostre battaglie, affinché le voci dell'informazione non vengano spente, anche nel suo ricordo". Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, assicura che "i cronisti italiani sono oggi idealmente in piazza a Islamabad, accanto ai colleghi pakistani", per contestare il fatto che l'inchiesta sulla morte del Syed Saleem Shahzad, corrispondente dal Pakistan di Aki-Adnkronos International, sia stata affidata a una commissione della Corte federale per la Sharia legata al governo.

"La morte di Saleem - spiega Siddi all'Adnkronos - ci ha lasciato sgomenti, atterriti. Ma ci impegna ancor più nella nostra lotta, donandole nuova linfa". Tant'è che oggi, oltre a ricordare il cronista di Aki, testata impegnata nella costante ricerca della verità, "riporteremo sul tavolo la nostra richiesta, affinché i reati commessi contro i colleghi uccisi, perseguitati o minacciati per il loro lavoro nella testimonianza della verità, vengano riconosciuti come crimine contro l'umanità".
La richiesta "è stata già avanzata all'Onu e sono stati compiuti passi avanti in tal senso, ma noi non molleremo finché non la spunteremo". L'International Federation of Journalists "lotta a tutto campo contro l'impunità dei reati commessi contro i giornalisti, ormai sempre più diffusa". Quelli che, come Saleem, muoiono sul campo, impegnati nella ricerca della verità, "sono troppi - ricorda il segretario nazionale della Fnsi - Ormai contiamo troppe morti - ribadisce - e troppa impunità".
"Il Pakistan, l'Iran, l'Afghanistan - aggiunge, ricordando Saleem - è poi una delle aree iù calde, tra le più pericolose per un cronista. Proprio l'altro giorno abbiamo avuto notizia di un collega morto in un carcere iraniano. Anche nel suo caso, come in quello di Saleem, la speranza è di arrivare alla verità". (ADNKRONOS)

GIORNALISTA AKI: REPORTER IFJ, SOLIDARIETÀ AD AKI E A INFORMAZIONE LIBER
SOSTENIAMO INIZIATIVA A ISLAMABAD PER SHAHZAD
Bruxelles - "Noi sosteniamo l'iniziativa dei nostri colleghi giornalisti in Pakistan nella loro richiesta di un'inchiesta imparziale" sul caso di Syed Saleem Shahzad, corrispondente dal Pakistan di AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, ucciso il 31 maggio. È quanto afferma il responsabile per i diritti umani e l'informazione dell' 'International Federation of Journalists', Ernest Sagaga.
"L'Ifj vuole un'inchiesta trasparente, imparziale e indipendente", afferma Sagaga ad AKI, precisando che la federazione internazionale della stampa appoggia la manifestazione indetta dai giornalisti pakistani davanti alla sede del parlamento di Islamabad per contestare il fatto che l'inchiesta sull'uccisione di Shahzad sia stata affidata a una commissione della Corte federale per la Sharia, legata al governo. Il responsabile dell'Ifj conclude esprimendo "assoluta solidarietà ad AKI" e "alla comunità giornalistica pakistana" per la morte di Shahzad. (ADNKRONOS/ AKI)

GIORNALISTA AKI: REPORTER ARABI, TUTELARE LIBERTÀ MEDIA IN AREE A RISCHIO
'ADNKRONOS INTERNATIONAL HA RUOLO DETERMINATE, ANCHE TRIBUNALI INTERNAZIONALI DIFENDANO CRONISTI'
Il Cairo - ''Condanniamo ogni atto contro la libertà di espressione e qualsiasi minaccia
all'indipendenza dei giornalisti, sosteniamo l'operato dei media come AKI, che operano in aree a rischio''. È il commento del segretario generale del Sindacato dei giornalisti arabi on-line, Salah Abdel Sabour, sulla vicenda di Syed Saleem Shahzad, il corrispondente di AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL ritrovato senza vita il 31 maggio. Oggi i colleghi di Shahzad manifestano a Islamabad, denunciando il mancato avvio di un'inchiesta indipendente.
''Le agenzie di stampa internazionali, soprattutto quando si occupano di eventi che riguardano Medio Oriente e aree a rischio, hanno un ruolo determinante nella formazione dell'opinione pubblica globale - continua Sabour - contribuiscono ad avvicinare popoli e culture per favorire la pace internazionale e la diffusione della cultura''.
Sabour ritiene che, nelle aree particolarmente a rischio, sia ''necessario attivare organismi internazionali per la protezione dei giornalisti'' che siano ''liberi di difendere il diritto dei reporter a ricevere adeguata protezione, anche tramite i tribunali internazionali''. (ADNKRONOS/ AKI)

 

GIORNALISTA AKI: RERPORTER SENZA FRONTIERE, VOCE IN ITALIA DA PAESE TRA PIÙ PERICOLOSI
Londra - Saleem Shahzad, il corrispondente dal Pakistan di AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, ucciso il 31 maggio, era uno "straordinario" reporter d'inchiesta che lavorava in un paese che è "tra i più pericolosi" al mondo per esercitare la professione di giornalista. È quanto afferma Heather Blake, responsabile per la Gran Bretagna di Reporter Senza Frontiere (Rsf), nel giorno in cui la stampa pakistana si mobilita per chiedere un'inchiesta indipendente sulla morte della cronista.
"Shahzad riportava i fatti. Non quello che piaceva al governo", dichiara ad AKI Blake, che ricorda i reportage "straordinari" di Shahzad. "Aveva intervistato gli insorti, una cosa che non era riuscita a molta gente", aggiunge.
'' Il compito della comunità internazionale è di fare pressioni sulle autorità del Pakistan in modo che ai giornalisti sia garantita la loro sicurezza", sottolinea la Blake citando i dati diffusi dalla stessa organizzazione internazionale per la libertà di stampa, secondo cui in Pakistan sono stati uccisi ben 16 giornalisti dall'inizio del 2010. "La comunità internazionale che considera un valore la libertà di espressione e di stampa può agire manifestando il suo sdegno. La pressione internazionale è il più grande alleato per i giornalisti in Pakistan''. (ADNKRONOS/ AKI)

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