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Vertenze 04 Ott 2006

Sostegno allo sciopero dei giornalisti di Repubblica contro l'aumento della foliazione da parte del segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi e del segretario nazionale dell'Ordine Vittorio Roidi

Il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ed il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Vittorio Roidi, difendono la scelta dell'assemblea e del cdr del quotidiano «la Repubblica», che ha deciso di non essere in edicola oggi

Il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ed il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Vittorio Roidi, difendono la scelta dell'assemblea e del cdr del quotidiano «la Repubblica», che ha deciso di non essere in edicola oggi

«Sono sempre contento - ha detto Roidi - quando le redazioni riescono a intervenire sulle questioni del proprio giornale e dimostrano di avere la forza di discutere di come esce, di essere protagonisti dell'opera editoriale». «La cosa che le aziende devono capire - attacca il segretario - è che non si può passare sulle teste dei giornalisti, non si può agire senza il loro consenso». La decisione è stata presa per protestare contro l'aumento di foliazione degli ultimi giorni che, a detta del cdr del quotidiano romano, avrebbe permesso all'editore di avere più pubblicità e limitare gli effetti dei giorni di sciopero. (AGI) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, comunica: “Condivido la protesta delle redazioni di molte testate, a cominciare da quelle del gruppo l’Espresso, contro i tentativi di aziende editoriali di recuperare la pubblicità persa a causa degli scioperi dei giornalisti attraverso un aumento improprio della foliazione. Si tratta di una decisione illegale che viola lo statuto dei lavoratori, la legge sulla libera concorrenza, quella sull’editoria e il contratto collettivo di lavoro giornalistico. Chiederemo incontri urgenti alle Autorità per le comunicazioni e per la concorrenza. Nei prossimi giorni riuniremo, inoltre, gli uffici legali della Fnsi e delle Associazioni regionali di stampa per attivare le necessarie iniziative in sede giudiziaria”.

@fnsisocial

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