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Unione Europea 16 Dic 2011

Ucciso a pistolettate giornalista nel Caucaso aveva più volte denunciato i soprusi della polizia

Un altro giornalista è stato assassinato la scorsa notte nel Caucaso, in Daghestan, Repubblica autonoma della Federazione Russa: lo ha reso noto l'agenzia di stampa statale 'Ria-Novosti'. Khadzhimurad Kamalov, fondatore del settimanale politico 'Chernovik', è stato ucciso da ignoti non appena uscito dalla redazione a Makhachkala, capitale della Repubblica caucasica dove il calcio locale sta attraendo stelle della levatura di Samuel Eto'o.

Un altro giornalista è stato assassinato la scorsa notte nel Caucaso, in Daghestan, Repubblica autonoma della Federazione Russa: lo ha reso noto l'agenzia di stampa statale 'Ria-Novosti'. Khadzhimurad Kamalov, fondatore del settimanale politico 'Chernovik', è stato ucciso da ignoti non appena uscito dalla redazione a Makhachkala, capitale della Repubblica caucasica dove il calcio locale sta attraendo stelle della levatura di Samuel Eto'o.

Gli inquirenti che stanno indagando sul luogo del delitto hanno riferito che l'uomo è stato ferito a morte a colpi di pistola da individui con il volto coperto. E' deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale. Kamalov era noto per le sue critiche alle autorità: aveva più volte denunciato gli abusi delle forze dell'ordine nella repressione dell'insurrezione islamica nella vicina Cecenia, e poi in tutto il Caucaso russo. Due anni fa, sempre nel Caucaso, era stata uccisa Natalia Estemirova che lavorava per l'Ong 'Memorial' e per il quotidiano 'Novaja Gazeta', lo stesso giornale di Anna Politkovskaya. Dal 1992 sono più di settanta i giornalisti eliminati in Russia, di cui 52 per motivi legati al loro lavoro, secondo l'americano Committee to Protect Journalists. (Makhachkala, 16 dicembre – AGI)

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Un nuovo, gravissimo, assassinio di un giornalista in Russia. Khadzhimurad Kamalov fondatore del settimanale politico ‘Chernovik’ è stato barbaramente freddato a colpi di pistola nella repubblica caucasica del Daghestan. Era da tempo impegnato a denunciare i soprusi delle forze dell’ordine nella brutale repressione dell’insurrezione islamica nella vicina Cecenia.
Un nuovo pericoloso ed inquietante capitolo della scia di sangue che imbratta la Russia da anni e della incapacità degli organi inquirenti di venire a capo dei potenti mandanti di queste esecuzioni. Sono infatti più di 70 i giornalisti uccisi in Russia dal 1992 per motivi direttamente rintracciabili nella loro attività professionale. La Fnsi, nell’esprimere la preoccupazione più forte per la libertà di informazione in quelle aree, si farà promotrice - assieme alle rappresentanze internazionali dei giornalisti Ifj e Efj -di una protesta ufficiale alle autorità russe”.   

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